Scoperti pianeti giganti incredibilmente leggeri come lo zucchero filato
Grazie al Telescopio Spaziale Hubble un team di ricerca internazionale ha svelato i segreti di alcuni rari e straordinari esopianeti, caratterizzati da una densitร talmente bassa da essere paragonabile a quella dello zucchero filato, ovvero pari a 0,1 grammi per centimetro cubo. La loro leggerissima atmosfera รจ probabilmente composta da idrogeno ed elio, con uno strato superficiale opaco di metano.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it
Nel cuore dello spazio profondo si trovano stranissimi esopianeti densi come lo zucchero filato. In alcuni casi hanno dimensioni simili a quelle del gigante gassoso Giove, ma sono leggeri come la deliziosa pietanza distribuita in ogni fiera che si rispetti. Si tratta di corpi celesti estremamente rari โ se ne conoscono 15 in tutto โ e gli scienziati li definiscono โSuper-Puffโ, proprio per le loro atmosfere cosรฌ gonfie e peculiari. I loro segreti sono stati svelati da un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell’Universitร del Colorado, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell’Anton Pannekoek Institute for Astronomy dell’Universitร di Amsterdam, dell’Universitร del Texas, dell’Universitร della California e di diversi istituti della NASA.
Gli scienziati, coordinati dalla dottoressa Jessica Libby-Roberts, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze astrofisiche e planetarie (APS) dell’ateneo di Boulder, per svelarne le caratteristiche hanno sfruttato il celebre Telescopio Spaziale Hubble. Lo hanno puntato verso tre pianeti di questo tipo scoperti nel 2012 grazie alla tecnica del transito dal Telescopio Spaziale Kepler, il cacciatore di esopianeti mandato in pensione dalla NASA nell’ottobre dello scorso anno. I corpi celesti alieni, Kepler 51b, Kepler51c e Kepler51d, orbitano attorno a una giovane stella simile al Sole sita a 2.400 anni luce dalla Terra. Benchรฉ la loro bassissima densitร fosse nota giร nel 2014, soltanto adesso gli scienziati hanno potuto ottenere una stima piรน precisa. Dai calcoli รจ emerso che essa รจ di appena 0,1 grammi per centimetro cubo, paragonabile proprio a quella dello zucchero filato. Benchรฉ siano enormi, hanno una massa cento volte piรน leggera di quella di Giove, che รจ comunque un gigante fatto di gas.
Gli esopianeti leggerissimi messi a confronto con i pianeti del Sistema solare. Credit: NASA, ESA e L. Hustak e J. Olmsted (STScI)
Dall’analisi dei pianeti รจ emerso un altro dettaglio molto interessante. La loro leggerissima atmosfera in espansione non รจ trasparente, ma avvolta da uno strato superficiale molto opaco. Libby-Roberts e colleghi pensavano potesse trattarsi di acqua, ma i dati spettroscopici non hanno mostrato alcuna firma del composto. Gli scienziati hanno cosรฌ raccolto dati di altre indagini e sviluppato simulazioni al computer ad hoc, dalle quali รจ emerso che lo strato superficiale opaco potrebbe essere metano, mentre l’atmosfera sottostante potrebbe essere composta da idrogeno ed elio. Nel Sistema solare esiste un altro oggetto celeste con un’atmosfera ricca di metano, ovvero la luna Titano di Saturno, ma si tratta di un mondo completamente differente da quelli scrutati da Hubble. โSe colpisci il metano con la luce ultravioletta, si formerร una foschiaโ, ha dichiarato Libby-Roberts in un comunicato stampa pubblicato dall’Universitร del Colorado.
Secondo il team di ricerca la peculiaritร di questi pianeti potrebbe dipendere dal fatto che sono stati scoperti a uno stadio molto giovane. La loro stella di riferimento, Kepler 51, ha infatti โsoloโ 500 milioni di anni, contro i 4,6 miliardi del Sole. Ciรฒ significa che i pianeti sono ancora in formazione, e probabilmente, continunando a perdere atmosfera, in un lontano futuro โ anche un miliardo di anni โ potrebbero trasformarsi in esopianeti ben noti e diffusi, i cosiddetti โmini-Nettunoโ, dei quali tuttavia non esistono rappresentanti nel Sistema solare. I dettagli della ricerca saranno pubblicati sulla rivista scientifica specializzata The Astronomical Journal, ma possono essere giร consultati su arXiv. Un’anticipazione รจ presente anche sul sito della NAS