Il blocco per il coronavirus sta riducendo l’inquinamento atmosferico in Italia (VIDEO)
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Come già accaduto in Cina, per eterogenesi dei fini le misure messe in atto per contenere la diffusione del coronavirus Sars-Cov-2 stanno avendo effetti positivi – benché temporanei – sulla qualità dell’aria anche in Italia: le immagini satellitari raccolte dal programma europeo Copernicus e diffuse su Twitter da Santiago Gassó, oggi all’Università del Maryland, mostrano nell’ultimo mese «una chiara decrescita nei livelli di NO2 (un marcatore dell’inquinamento atmosferico) in nord Italia». Un dato non da poco, dato che l’Italia è prima in Europa per morti premature da biossido di azoto (NO2) con circa 14.600 vittime all’anno, cui si aggiunge il numero più alto di decessi per ozono (3.000) e il secondo per il particolato fine PM2,5 (58.600).
In one month, there is a clear decrease of NO2 levels (a pollution marker) in northern #Italy according to the satellite sensor @tropomi @avoiland @elisa_ox @blefer @rjswap pic.twitter.com/FnSz4AtT8q
— Santiago Gassó (@SanGasso) March 11, 2020
Una consistente riduzione, inoltre, è stata rilevata anche per la concentrazione di particelle fini, come documentano i dati raccolti dall’Istituto meteorologico finlandese. Queste prime rilevazioni necessitano di ulteriori approfondimenti, anche alla luce delle misure di contenimento previste dagli ultimi Dcpm approvati dal Governo, ma già oggi sembrano autorizzare un parallelo con la riduzione dell’inquinamento già registrata prima nella provincia di Hubei (dove si trova la città di Wuhan) e poi in vaste aree della Cina.
«Non bisogna però trarre conclusioni affrettate – spiega Antonello Pasini dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr, in riferimento ai dati cinesi – dal momento che l’inquinamento nei bassi strati dell’atmosfera (quelli in cui viviamo), in particolare quello da NO2, dipende, oltre che dalle emissioni di inquinanti, dallo stato fisico dell’atmosfera stessa, cioè dalle condizioni meteorologiche. In questo senso, manca ancora un’accurata analisi delle situazioni meteo dei due periodi da confrontare. Tuttavia, primi tentativi di depurare il dato di inquinamento dalla sua componente dovuta alla meteorologia fanno propendere per la tesi che, effettivamente, una parte consistente delle riduzioni di NO2 sia dovuta proprio al calo delle emissioni. Dunque c’è stato un effetto quasi immediato sulla qualità dell’aria».

E per quanto riguarda i cambiamenti climatici? Sebbene non ci siano ancora dati a disposizione per l’Italia, in Cina la diminuzione di emissioni di anidride carbonica (CO2) è stata molto marcata, ma la notizia non è di grande conforto. «Purtroppo – argomenta Pasini – non sono episodi limitati nel tempo a poter stabilizzare la temperatura del pianeta a livelli non pericolosi, ma un’azione continua di contenimento e riduzione delle emissioni. La CO2, infatti, si accumula anno dopo anno in atmosfera, dove ha un lungo periodo di permanenza, e dunque occorre un’azione protratta nel tempo per giungere a risultati significativi sul clima».
