Trovato un dinosauro-colibrì imprigionato nell’ambra 99 milioni di anni fa (VIDEO)
Gli scienziati scoprono nell’ambra birmana il dinosauro più piccolo mai trovato finora, Un piccolo cranio con molti denti di un dinosauro simile a un uccello è la prova della biodiversità inimmaginabile del Mesozoico
www.greenreport.it
Lo studio “Hummingbird-sized dinosaur from the Cretaceous period of Myanmar”, pubblicato su Nature da un team di ricercatori cinesi, statunitensi e canadesi rivela la scoperta di un teschio di quello che sembra essere il più piccolo dinosauro mai registrato: un minuscolo dinosauro-uccello conservato nell’ambra birmana del Myanmar, dove è t rimasto intrappolato circa 99 milioni di anni fa. Il delicato cranio è più piccolo di quello di un colibrì ape o di Elena (Mellisuga helenae) e appartiene a una specie nuova per la scienza che è stata chiamata Oculudentavis khaungraae.

A prima vista quello intrappolata nell’ambra sembrava proprio la testa di un colibrì, ma i ricercatori hanno scoperto che Oculudentavis aveva più denti di qualsiasi altro uccello fossile e dicono che «Il gran numero di denti suggerisce che, nonostante le sue piccole dimensioni, Oculudentavis era un predatore. La fila dei denti è più lunga di quella di altri uccelli, estendendosi completamente fino a sotto l’occhio» e non a caso il nome che hanno dato al nuovo dinosauro significa “occhio-dente-uccello” e onora la signora Khaung Ra, che ha donato l’esemplare all’Hupoge Amber Museum di Tengchong, in Cina. Gli occhi di Oculudentavis, pur minuscoli, erano molto grandi rispetto al corpo e la dimensione della pupilla suggerisce che fosse diurno.
Sulla base di queste caratteristiche, insieme alle osservazioni della lingua fossilizzata, gli autori dello studio suggeriscono che Oculudentavis d fosse un predatore che mangiava soprattutto invertebrati. Ma questa dieta differisce considerevolmente dalla dieta a base di nettare dei più piccoli uccelli viventi – i colibrì – e suggerisce che gli uccelli estinti e quelli odierni abbiano preso strade evolutive diverse per la miniaturizzazione, anche se non à noto come la dieta possa essere coinvolta in questo processo.

Come evidenzia Nature, «I dinosauri erano grandi, mentre gli uccelli – che si sono evoluti dai dinosauri – sono piccoli. Questa variazione è di grande importanza, poiché le dimensioni del corpo influenzano la durata della vita, le esigenze alimentari, le capacità sensoriali e molti altri aspetti fondamentali della biologia. I dinosauri più piccoli pesavano centinaia di grammi, ma il più piccolo uccello vivente, il colibrì ape ( Mellisuga helenae), pesa solo 2 grammi. Come è nata questa differenza e perché?» Secondo l’editoriale di Nature, «La scoperta suggerisce che le dimensioni del corpo in miniatura negli uccelli si sono evolute prima di quanto precedentemente riconosciuto e potrebbero fornire spunti sul processo evolutivo della miniaturizzazione».
Uno dei principali autori dello studio, Jingmai O’Connor dell’Institute of Vertebrate Paleontology and Paleoanthropology dell’Accademia cinese delle scienze e che è anche un ricercatore del Natural History Museum of Los Angeles County ha spiegato che «Gli animali che diventano molto piccoli devono affrontare problemi specifici, come adattare tutti gli organi sensoriali a una testa molto piccola o come mantenere il calore corporeo, Questo processo, chiamato miniaturizzazione, si verifica comunemente in ambienti isolati, soprattutto nelle isole. Non c’è da meravigliarsi che si pensi che l’ambra birmana di 99 milioni di anni provenga da un antico arcipelago».
Ma la miniaturizzazione è comunemente associata a tratti come la perdita dei denti e a occhi proporzionalmente grandi, invece Oculudentavis ha più denti del solito e questo «Dimostra che l’evoluzione non segue sempre le regole», aggiunge Luis Chiappe, vicepresidente senior per la ricerca e le collezioni Natural History Museum of Los Angeles County, che sottolinea: «Questa scoperta evidenzia come l’ambra antica abbia la capacità di fornire informazioni su organismi altrimenti assenti nei reperti fossili. Questo è particolarmente vero per i piccoli animali che vivevano sugli alberi. In questa scoperta si sono uniti l’innovazione tecnologica e il processo scientifico. Associando una tecnologia all’avanguardia con l’esame dei campioni dell’esemplare, abbiamo ottenuto visuali esaltanti e dettagliate di questo minuscolo essere estinto. Mentre un sincrotrone, o acceleratore di particelle, può essere più conosciuto nella fisica quantistica che nella paleontologia, questa associazione di applicazioni creative e high-tech può migliorare la capacità degli scienziati di studiare e ottenere approfondimenti su tutti i campi. Abbiamo più strumenti che mai a portata di mano, il che ha entusiasmanti implicazioni per le nuove scoperte».

 
								
				 
				
								
										
			 
	
											