In un ghiacciaio alpino l’evidenza che nel Medioevo, in Inghilterra, l’inquinamento da piombo era grave quanto durante la rivoluzione industriale
E’ quello di Colle Gnifetti, sul Monte Rosa. Lo stupefacente collegamento con l’assassinio dell’arcivescovo di Canterbury Thomas Becket
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L’inquinamento atmosferico prodotto nel XII secolo dalle miniere di piombo in Gran Bretagna era grave quanto durante la Rivoluzione industriale e ha accompagnato e determinato la successione al trono dei re d’Inghilterra. E’ quel che emerge da un nuovo studio appena pubblicato su Antiquity da un team di scienziati, storici e archeologi dei cambiamenti climatici delle università di Nottingham, di Harvard e del Maine hanno utilizzato una tecnologia laser di altissima precisione per analizzare il contenuto di una sezione di ghiaccio di 800 anni fa, che fa parte di un nucleo lungo 72 metri di un ghiacciaio nelle Alpi italo-svizzere. La ricerca di dimostra che «Le tracce di inquinamento da piombo nelle miniere nel Regno Unito, in particolare nel Peak District, rispecchiano direttamente i dati storici dei “parchment roll” della produzione di piombo nella regione tra il 1170 e il 1216».
Il leader del team di ricerca, Christopher Loveluck, del Department of classics and archaeology dell’università di Nottingham, conferma: «La metà del tardo XII secolo aveva gli stessi livelli di inquinamento da piombo che vediamo nella metà del XVIII secolo e persino nel 1890, quindi le nostre nozioni sull’inquinamento atmosferico che sarebbe iniziato con la rivoluzione industriale sono sbagliate. Inoltre, il nucleo di ghiaccio mostra un aumento con la benzina al piombo per le auto e una grande diminuzione quando il piombo viene bandito dal carburante negli anni ’70».
Lo studio “Next‐generation ice core technology reveals true minimum natural levels of lead (Pb) in the atmosphere: Insights from the Black Death, pubblicato nel 2017 su GeoHealth da un team internazionale di ricercatori di cui faceva parte anche Loveluck, aveva già rivelato grazie al nucleo di ghiaccio gli effetti della catastrofica pandemia di peste della Morte Nera del XIV secolo e ora gli scienziati si pongono la domanda se i ricercatori del futuro «saranno in grado di “vedere” l’attuale pandemia di Covid-19 negli strati di ghiaccio che devono ancora essere depositati su quello stesso ghiacciaio o nel ghiaccio polare se sopravviverà nei secoli a venire?

La carota di ghiaccio studiato proviene dal ghiacciaio Colle Gnifetti nel massiccio del Monte Rosa sul confine svizzero-italiano ed è stato prelevato nel 2013. Gli scienziati spiegano che «E’ supercompattata ed è costituita da strati invisibili contenenti elementi chimici che formano un’impronta chimica annuale, analoga a un anello annuale degli alberi. La modellistica atmosferica all’avanguardia mostra che questi elementi sono stati depositati dai venti provenienti da nord-ovest che trasportano polvere e inquinamento dal Regno Unito».
Il nucleo di ghiaccio viene studiato grazie a un progetto di collaborazione in corso guidato dal Paul Mayewski del Climate Change Institute dell’università del Maine e da Michael McCormick, del Dipartimento di storia dell’Harvard University che sta producendo un quadro annuale senza precedenti di oltre 2000 anni di storia climatica, ambientale, economica e politica.
Il nuovo studio dimostra che «I livelli di inquinamento annuale che raggiunsero le Alpi tra il 1170 e il 1216 rispecchiano i registri reali della produzione annuale di piombo e argento in Inghilterra e l’impatto delle guerre e dei grandi progetti di costruzione dei re angioini, Enrico II, Riccardo Cuor di Leone e Giovanni». I risultati dello studio costituiscono finora l’unica evidenza dell’impatto ambientale di una macroeconomia medievale e delle sue influenze politiche, pienamente dimostrabili su base annuale grazie a oltre 100 misurazioni di inquinamento da piombo all’anno tra il 1170 e il 1220.
In Inghilterra sono stati estratti per secoli minerali di piombo-argento per secoli per produrre monete, tetti, tubature dell’acqua e persino vernici, ma i ricercatori ricordano che «E’ un metallo tossico che, anche a livelli di esposizione molto bassi, può ridurre le funzioni cerebrali e causare complicazioni per tutta la vita. Fino ad ora, l’impatto di un tale inquinamento a lungo termine sul nostro ambiente di vita a livello dell’Europa occidentale è appena stato chiarito».
La tecnica laser utilizzata per la prima volta per analizzare gli strati annuali in un nucleo di ghiaccio si chiama spettrometria di massa al plasma accoppiata induttivamente (ICP-MS) con ablazione laser. Consente una misurazione estremamente precisa della presenza di elementi chimici come il piombo e può eseguire 50.000 letture in un singolo metro di ghiaccio. L’intenso lavoro svolto dal team di ricerca sulla parte del nucleo risalente al Medioevo dimostra che «Il ghiacciaio Colle Gnifetti offre una cronologia dettagliata senza precedenti dell’impatto ambientale delle miniere di piombo britanniche e della fusione sull’Europa occidentale», ma traccia anche esattamente il calendario degli eventi storici verificatisi durante l’Impero Angioino tra il 1170 e il 1216, dalla morte di Thomas Becket alla Magna Carta, mostrando come la produzione di piombo decadde durante i periodi di guerra e ribellione e negli interregni tra i vari monarchi.
Dopo aver stabilito grazie alla modellistica atmosferica e alla ricerca archeologica e storica che l’inquinamento da piombo sulle Alpi proveniva prevalentemente dalla Gran Bretagna durante il picco più alto dell’inquinamento medievale nel tardo XII secolo, il team ha deliberatamente scelto di analizzare la sezione del nucleo che risale al 1167 – 1220 in modo da poter esplorare eventuali corrispondenze tra il contenuto di piombo nel ghiaccio con i dati storici annuali della produzione di piombo nei registri fiscali inglesi, noti come Pipe Rolls, per i re anglo-normanni (angioini), Enrico II, Riccardo Cuor di leone e Giovanni, ospitati negli archivi nazionali di Kew.
