Incredibile calo dell’inquinamento atmosferico in India
Gli scienziati e Greenpeace India: rivedere il venefico modello di sviluppo indiano
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In India il blocco di praticamente tutte le attività non essenziali decretato per contrastare la diffusione del Covid-19 sta causando una tragedia economica e sociale che colpisce centinaia di milioni di poverissimi e di lavoratori informali, ma ha anche portato a un crollo dell’inquinamento tossico che avvelenava soprattutto le grandi metropoli dell’India settentrionale. Come in altri Paesi del mondo, comprese Cina e Italia, i satelliti della Nasa hanno rilevato un forte calo degli inquinanti atmosferici che in India hanno raggiunto i livelli più bassi degli ultimi 20 anni.
In tutta l’india il particolato prodotto dai veicoli a motore e dalle fabbriche (ma anche dall’incendio dei campi dopo i raccolti) aveva prodotto un fortissimo inquinamento atmosferico, portando le città indiane ai primi posti della triste classifica di quelle più inquinate del mondo: a febbraio, il World Air Quality Report 2019 di IQ Air Visuals aveva rivelato che 6 delle 10 città più inquinate si trovano in India. Quindi, nella tragedia globale del Covid-19, la drastica e spettacolare riduzione dello smog che intossicava l’India potrebbe rappresentare un’opportunità per rivedere uno sviluppo tossico, inuguale e insostenibile.

Commentando le immagini satellitari del Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) che mostrano l’inquinamento atmosferico da particolato tra il 31 marzo e il 5 aprile di ogni anno dal 2016 al 2020 in India, Pawan Gupta, uno scienziato dell’University Space Research Association (Usra) del Marshall Space Flight Center della Nasa, ha sottolineato: «Sapevamo che avremmo assistito a cambiamenti nella composizione atmosferica in molti luoghi durante il blocco. Ma non ho mai visto valori di aerosol così bassi nella pianura indo-gangetica in questo periodo dell’anno».
L’immagine più recente mostra i cieli dell’India incredibilmente puliti, cosa alla quale hanno probabilmente contribuito anche eventi meteorologici ma che dimostrano che il blocco influisce fortemente sul drastico calo dell’inquinamento atmosferico.
Robert Levy, program leader MODIS aerosol products della Nasa, ha spiegato che «La parte difficile della comprensione degli aerosol è che le particelle possono spostarsi in base ai modelli del vento e ad altre cause meteorologiche. Devi districare ciò che è causato dall’impronta umana rispetto a un fattore meteorologico».
Ma il cambiamento è così clamoroso da poter dimostrare che i particolati non possono essere diminuiti così drasticamente per una qualsiasi causa “normale”. Se è vero che in India durante la prima fase di blocco ani-Covid-19 la forte diminuzione dell’inquinamento atmosferico è coincisa con forti piogge nel nord, è anche vero che generalmente, prima, i livelli di particolato nell’aria tornavano rapidamente a quella che era ormai considerata la “normalità”. E infatti Gupta ha sottolineato che «Dopo la pioggia, sono rimasto davvero colpito dal fatto che i livelli di aerosol non sono aumentati e non sono tornati alla normalità. Abbiamo assistito a una graduale riduzione e le cose sono rimaste al livello che potremmo aspettarci senza emissioni antropogeniche».
