Il polpo Dumbo filmato a 7.000 metri di profondità, l’avvistamento più profondo di sempre
E’ stato realizzato sul fondo dell’Oceano Indiano
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Un polpo Dumbo (Grimpoteuthis sp), che deve il suo nome alla somiglianza delle sue pinne con le grandi orecchie dell’elefantino del cartone animato di Walt Disney, è stato avvistato a 7.000 metri di profondità nella fossa di Java, quasi 2 km più in fondo del precedente avvistamento scientificamente accertato.
Nello studio “First in situ observation of Cephalopoda at hadal depths (Octopoda: Opisthoteuthidae: Grimpoteuthis sp.)”, pubblicato su Marine Biology, I due autori Alan Jamieson della School of natural and environmental sciences della Newcastle University e da Michael Vecchione del Noaa National systematics laboratory del National museum of natural history di Washington, ricordano che «I cefalopodi non sono in genere considerati caratteristici della fauna bentonica a profondità adopelagica (profondità superiori a 6000 m), ma campioni occasionali nelle reti a strascico hanno implicato che potrebbero essere presenti a ~ 8000 m di profondità».
Finora la maggiore profondità alla quale era stato osservato un cefalopode, avvistato grazie a foto in bianco e nero 50 anni fa, era di 5,145 metri e gli scienziati s chiedevano fino a dove davvero potessero vivere questi animali.
Il nuovo studio riporta due avvistamenti inequivocabili, realizzati con un HD video lander, di un cefalopode a grandi profondità ad hoc. Il polpo cirrate demersale Grimpoteuthis sp. è stato osservato a 5.760 e 6.957 m nell’Oceano Indiano. Queste osservazioni estendono il range massimo di profondità conosciuto per i cefalopodi di 1.812 m e aumentano il potenziale habitat bentonico disponibile per i cefalopodi dal 75 al 99% del fondo marino globale».
Lo scienziato protagonista dell’identificazione del polpo Dumbo, Jamieson – che è anche amministratore delegato della Armatus Oceanic una società di consulenza per le acque profonde – ha aperto la strada all’esplorazione delle profondità marine con l’utilizzo di “lander”, strutture con a bordo strumenti che vengono calate negli oceani da navi da ricerca e che, raggiunto il fondo, vi si stabiliscono e registrano tutto ciò che passa e succede.
