Chernobyl: al via uno studio internazionale sull’impatto ecologico degli incendi boschivi
Ricerche nella zona di esclusione di Chernobyl per capire gli effetti su fauna, vigili del fuoco e persone comuni
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Un nuovo progetto, guidato da Jim Smith della School of the Environment, Geography and Geosciences dell’università di Portsmouth, studierà l’impatto sulla fauna selvaticadegli incendi scoppiati quest’anno nella Zona di esclusione di Chernobyl (Chernobyl Exclusion Zone – CEZ) IN ucraina, che si estende su 2.600 km2 e che è stata creata quando le persone e gli animali da allevamento vennero evacuati in seguito all’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl nell’aprile 1986.
Il progetto Chernobyl – a Radioactive Ecosystem on Fire (CHAR), durerà un anno ed è finanziato dal Natural Environment Research Council (NERC) nell’ambito della ricerca e innovazione del Regno Unito.
All’università di Portsmouth ricordano che «Il disastro di Chernobyl rimane il peggior incidente nucleare del mondo e la zona di esclusione è l’ecosistema contaminato più radioattivo sulla Terra. Eppure, in assenza di esseri umani, è diventato un paradiso per la fauna selvatica».
Nell’aprile di quest’anno un’area di oltre 500 km2 all’interno della zona di esclusione ucraina è stata colpita da gravi incendi e il nuovo studio, guidato dal Centre for Ecology & Hydrology (UKCEH) del Regno Unito, «valuterà l’effetto che gli incendi hanno avuto sulla diversità e l’abbondanza di mammiferi e uccelli, nonché sulla funzione del suolo». Il progetto che coinvolge altri ricercatori britannici dell’università di Salford, belgi e norvegesi, esaminerà anche l’impatto degli incendi sulla mobilità dei radionuclidi e il rischio rappresentato dall’inalazione di fumo contaminato per i vigili del fuoco e la popolazione in generale.
