Gli effetti del disastro di Chernobyl sulla salute delle nuove generazioni
L’esposizione alle radiazioni rilasciate dal disastro della centrale nucleare del 1986 ha aumentato il rischio di tumori alla tiroide dovuti al danno al DNA tra la popolazione dell’area coinvolta, ma non ha prodotto mutazioni genetiche trasmissibili alle generazioni successive. ร quanto emerge da due estese e approfondite analisi genomiche su persone vissute nella regione all’epoca del disastro e sui loro figli
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Nell’aprile di 35 anni fa, la catastrofica esplosione del reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl, nellโattuale Ucraina settentrionale, provocรฒ nell’immediato la morte di 65 persone, esponendo a contaminanti radioattivi milioni di abitanti di una vastissima area, in quelle che oggi sono Ucraina, Bielorussia e Federazione Russa.
Oltre all’assorbimento diretto delle radiazioni rilasciate per chilometri e chilometri attorno alla centrale nei giorni successivi all’incidente,ย la deposizione del fallout dell’incendio sui pascoli e sulle verdure a foglia causรฒ un assorbimento di iodio radioattivo prolungato nel tempo da parte della popolazione della regione.
I dati epidemiologici raccolti negli anni seguenti hanno registrato un incremento dei casi di tumore, in particolare alla tiroide, stimati in alcune migliaia, ma finora non era stato studiato in modo sistematico se l’origine di quei tumori fosse dovuta proprio all’esposizione alle radiazioni nรฉ era stato indagato il tasso di incidenza di mutazioni genetiche trasmissibili alle generazioni successive.
A fare il punto arrivano ora due diversi studi pubblicati su “Science”, uno dei quali non ha rilevato conseguenze di rilievo nel genoma dei figli delle persone esposte, mentre l’altro ha documentato lโorigine molecolare del danno che ha portato allโinsorgenza delle neoplasie, collegandolo alle radiazioni.
Nel primo studio, Meredith Yeager del National Cancer Institute a Rockville, nel Maryland, e colleghi si sono concentrati sulle possibili conseguenze delle radiazioni di Chernobyl nella generazione successiva a quella esposta. A questo scopo, hanno analizzato i genomi di 130 soggetti nati tra il 1987 e il 2002 da coppie di genitori in cui almeno uno dei due partner era stato esposto al fallout radioattivo.
Gli autori hanno analizzato in particolare le possibili mutazioni genetiche della linea germinale, cioรจ avvenute in spermatozoi e ovociti dei genitori e poi trasmesse ai figli. Il risultato รจ che l’incidenza di queste mutazioni รจ paragonabile a quella riportata nella popolazione generale, indicando che le radiazioni di Chernobyl hanno avuto un impatto minimo sui discendenti della generazione esposta, almeno dal punto di vista genetico.
Nel secondo studio, Lindsay Morton del National Cancer Institute a Bethesda, sempre nel Maryland, e colleghi di una collaborazione internazionale, hanno indagato sul rischio di insorgenza di cancro nella popolazione esposta alla contaminazione radioattiva di Chernobyl, focalizzando lโattenzione sui tumori della tiroide.
Questa ghiandola utilizza il 30 per cento circa dello iodio presente nel sangue per produrre ormoni, e uno dei principali contaminanti ambientali in seguito a incidenti nucleari รจ lo iodio-131. Questo isotopo radioattivo si accumula quindi nella tiroide dove puรฒ indurre mutazioni genetiche nei tessuti circostanti, a seguito delle quali possono svilupparsi tumori.
Morton e colleghi hanno effettuato unโapprofondita caratterizzazione del genoma, del trascrittoma (cioรจ il profilo di espressione del genoma) e dellโepigenoma (lโinsieme dei meccanismi regolatori dellโespressione del genoma) di un campione di 440 cittadini ucraini con tumore papillare della tiroide, la piรน comune forma di neoplasia maligna che colpisce questa ghiandola. Di questi soggetti, che avevano in media 28 anni allโetร della diagnosi, 359 sono stati esposti allo iodio-131 allโepoca dellโincidente quando erano bambini, mentre i restanti 81 sono nati dopo il 1986.
Dai dati รจ emerso chiaramente che a generare il tumore tiroideo รจ stato il danno al DNA indotto dalla radiazione, la cui impronta รจ rintracciabile in una specifica alterazione chiamata rottura del doppio filamento.ย Inoltre, lโanalisi ha mostrato che il danno genomico era piรน grave nei soggetti esposti in etร piรน giovane ed era proporzionale alla dose di radiazioni assorbita. Il profilo trascrittomico ed epigenomico, invece, non รจ risultato dipendente dallโesposizione, ma solo dallo specifico evento di mutazione che aveva dato origine al tumore.