Create lenti a contatto per vedere negli infrarossi, anche a occhi chiusi

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Create lenti a contatto per vedere negli infrarossi, anche a occhi chiusi

Sono state sviluppate con nanoparticelle che permettono di percepire la luce nel vicino infrarosso, pure quando gli occhi sono chiusi, estendendo cosรฌ i limiti naturali della visione umana
di Celeste Ottaviani
www.lescienze.it

ยฉYuqian Ma, Yunuo Chen, Hang Zhao ()

Superman puรฒ vedere attraverso gli oggetti con la vista a raggi X, mentre Ciclope รจ in grado di emettere un potentissimo raggio laser dagli occhi. Se per gli esseri umani tutto ciรฒ รจ ancora lontano dal realizzarsi, ora potranno almeno consolarsi con la visione degli infrarossi. Scienziati dellโ€™Universitร  di scienza e tecnologia della Cina sono infatti riusciti a creare speciali lenti a contatto che estendono lo spettro visibile e permettono di percepire, oltre alla luce a cui siamo abituati, anche quella infrarossa. E che addirittura, come riferito nello studio pubblicato su “Cell”, permettono di osservare queste radiazioni elettromagnetiche anche con gli occhi chiusi.

Gli esseri umani riescono a percepire solo una piccolissima parte di tutte le possibili lunghezze d’onda dei fotoni, pari a meno di un centesimo dellโ€™intero spettro elettromagnetico. Riusciamo cioรจ a vedere solamente la luce nelle lunghezze dโ€™onda comprese, allโ€™incirca, tra 390 e 700 nanometri. Ciรฒ รจ dovuto alle proprietร  fisiche di alcune specifiche molecole contenute nei bastoncelli della retina, chiamate rodopsine.


Le rodopsine sono composte da un pigmento che reagisce alla luce, il retinale, legato a una proteina, l’opsina.

โ€œSi tratta di una classe di molecole coinvolte nella visione, non solo umana, ma anche animale” ha spiegato Nicola Tirelli, responsabile scientifico del gruppo di ricerca su polimeri e biomateriali dellโ€™Istituto italiano di tecnologia (IIT), che non ha partecipato allo studio. “La visione รจ legata a un processo di conversione dellโ€™energia luminosa, i fotoni, in energia meccanica. Quando la luce colpisce le cellule allโ€™interno dellโ€™occhio, il retinale contenuto nella rodopsina assorbe questa radiazione e subisce un processo di isomerizzazione, modificando la propria forma. Questo cambiamento attiva un meccanismo che permette lโ€™invio di un impulso nervoso che giunge al cervello attraverso il nervo ottico.”

โ€œLa rodopsina funziona quindi come una sorta di interruttore che innesca il segnale visivo quando colpita da un fotone, convertendo unโ€™energia legata alla frequenza della particella, in cambiamenti strutturali e in segnali visivi”, ha puntualizzato lโ€™esperto. “Se lโ€™energia del fotone รจ, perรฒ, troppo grande o troppo piccola, queste molecole non reagiscono, e ciรฒ รจ proprio quello che avviene nel caso delle radiazioni infrarosse, facendoci perdere la percezione visiva di quasi la metร  delle lunghezze dโ€™onda emesse dal Soleโ€.

Gli infrarossi, che vanno dai 700 nanometri a 1 millimetro, possono essere divisi in diverse bande e tra queste, quella del vicino infrarosso, o NIR (da nearinfraredradiation), si trova appena al di fuori della gamma di lunghezze d’onda che il nostro occhio puรฒ normalmente rilevare. Per superare questo limite ed estendere la visione umana oltre le sue capacitร  naturali e includere la banda NIR, gli autori dello studio hanno creato speciali lenti a contatto contenenti nanoparticelle inorganiche, di dimensioni inferiori a 50 nanometri, in grado di assorbire la radiazione infrarossa e ri-emetterla in forma di luce visibile.


Questo fenomeno fisico prende il nome di upconversion e avviene quando โ€œun materiale assorbe dei fotoni a piรน bassa energia โ€“ quindi con maggiore lunghezza dโ€™onda e minore frequenza โ€“ e ne riemette altri, in numero inferiore, ma a energia maggioreโ€, ha chiarito Tirelli.

Per fare ciรฒ gli scienziati si sono serviti di nanocristalli trasparenti al cui interno sono state inserite coppie di ioni della classe dei lantanidi, nello specifico itterbio ed erbio, proprio per la loro capacitร  di agire insieme e assorbire, il primo, la luce a circa 980 nanometri e, il secondo, di trasformarla in una radiazione visibile allโ€™occhio umano con una caratteristica emissione di colore verde. โ€œQuesti elementi sono tra gli unici in grado di effettuare questa conversione in quanto sono caratterizzati da un enorme numero di elettroniโ€, ha sottolineato lโ€™esperto.

โ€œPer ottenere le lenti a contatto, le nanoparticelle sono state quindi inglobate all’interno del poliidrossietilmetacrilato, o pHEMA, un polimero flessibile e trasparente usato per la fabbricazione di lentiโ€, ha riferito Tirelli.

Uno dei principali problemi in cui si sono imbattuti i ricercatori รจ stato trovare le giuste condizioni di indice di rifrazione, dimensione e concentrazione delle particelle, tali da garantire la trasformazione della radiazione infrarossa in luce visibile, senza perรฒ alterare le proprietร  ottiche delle lenti, compresa la loro trasparenza e biocompatibilitร .

Superato questo ostacolo, gli autori dello studio sono riusciti a ottenere la conversione senza bisogno di ricorrere a batterie o apparecchiature ingombranti, come quelle attualmente in commercio, quali le telecamere di sicurezza a infrarossi e i visori notturni, ma sfruttando una trasformazione quasi diretta dei fotoni assorbiti in fotoni emessi.

Le lenti a contatto sono state quindi testate su volontari che sono riusciti a osservare la luce infrarossa emessa da alcuni LED e, addirittura, a cogliere messaggi in codice Morse e a distinguere la direzione di provenienza della luce. Ma non solo. Le lenti hanno permesso di percepire stimoli visivi anche quando i partecipanti avevano gli occhi chiusi perchรฉ le palpebre sono trasparenti al vicino infrarosso.

Il prossimo passo dei ricercatori sarร  migliorare la nitidezza percepita della luce e sviluppare lenti che permettano una visione a colori delle differenti lunghezze dโ€™onda dellโ€™infrarosso

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