UNA PROBABILE TREGUA DAL GRAN CALDO DAL PROSSIMO FINE SETTIMANA
UNA PROBABILE TREGUA DAL GRAN CALDO DAL PROSSIMO FINE SETTIMANA
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Tutto il peso portato dal promontorio anticiclonico nord africano viene indicato, in queste ore, dall’altezza dello zero termico, cioè dalla quota a cui la temperatura raggiunge il valore di 0 °C. Emblematico, a tal proposito, il dato proveniente dal radiosondaggio effettuato da MeteoSvizzera presso la stazione meteorologica di Payerne (fig. 1): ieri, 28 giugno, l’isoterma di 0 °C ha raggiunto la quota più elevata della serie storica – che inizia nel 1954 – assestandosi a circa 5125 metri e superando così, per la prima volta in giugno, proprio l’altezza dei cinque chilometri.
Uno zero termico tra i 5100 e i 5200 metri è stato registrato anche in Italia presso le stazioni di Cameri (Novara), San Pietro Capofiume (Bologna) e Udine Rivolto. Sono queste le conseguenze di un possente campo anticiclonico che, grazie ai forti moti di subsidenza che lo caratterizzano, schiaccia e comprime una massa d’aria già calda, surriscaldandola e facendo sì che le temperature raggiungano valori positivi a tutte le quote sulle Alpi e spesso superiori ai 35-36 °C nei bassi strati.

Ci sarà ancora da pazientare nei prossimi giorni, perché sul fronte termico non ci saranno sostanziali cambiamenti: continuerà a fare caldo o molto caldo, in un contesto atmosferico che seguiterà a restare stabile soprattutto al Centro-Sud. Sulle regioni settentrionali, invece, la struttura anticiclonica di origine nord africana potrebbe indebolirsi leggermente e rendere più instabile l’atmosfera già nei primi giorni della settimana, a partire soprattutto dai settori alpini e prealpini ma con tendenza a possibile coinvolgimento delle aree pedemontane e pianeggianti limitrofe in fenomeni temporaleschi anche intensi.

Per osservare un cambiamento, potenzialmente più strutturato, bisognerà probabilmente aspettare intorno al prossimo fine settimana, quando in chiave probabilistica la modellistica numerica inquadrerebbe l’ingresso di un cavo d’onda sull’Europa occidentale che convoglierebbe verso la nostra penisola aria di origine atlantica a rotazione ciclonica, proveniente da nord-ovest (fig. 2). La dinamica del sistema dovrà essere ancora inquadrata nei dettagli nei prossimi giorni, alla luce dei nuovi aggiornamenti che saranno più affidabili: per il momento prendiamo solo atto che esiste un segnale nella futura dinamica atmosferica che andrà per lo meno ad attenuare l’intensa e persistente fase calda in atto e che, come ormai l’esperienza insegna, in questo tipo di evoluzioni farebbe aumentare la probabilità di avere forti contrasti termici.