ONDATA DI CALDO DELLA PROSSIMA SETTIMANA: I PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA
ONDATA DI CALDO DELLA PROSSIMA SETTIMANA: I PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Dopo aver inquadrato l’evoluzione più probabile che si delineerà nel corso dei prossimi giorni – e che trova conferma anche negli ultimi ricalcoli della modellistica numerica – proviamo oggi a compiere un passo avanti e vedere se è possibile fornire le prime indicazioni di massima su quello che potrebbe essere il segnale che guiderà la circolazione atmosferica all’inizio della prossima settimana. Abbiamo indicato, per tale periodo, un nuovo aumento delle temperature affermando che avrebbe potuto comportare l’inizio di una nuova ondata di calore: cerchiamo allora di dare delle ulteriori indicazioni a riguardo. Iniziamo come sempre dal grado di attendibilità della previsione dando uno sguardo agli scenari di ensemble della temperatura a 850 hPa, cioè a circa 1500 metri di quota, calcolati sulla verticale di Roma che, come sempre, prendiamo come rappresentativa della dinamica atmosferica sul Mediterraneo centrale.

Per i primi giorni della terza decade di luglio – vale a dire per il periodo in cui è atteso il nuovo e generalizzato aumento delle temperature su tutta la penisola – è evidente ancora uno sparpagliamento non trascurabile degli scenari (fig. 1): una situazione che, ai fini previsionali, si traduce certamente con una buona probabilità di avere temperature superiori alla media, ma anche con un’incertezza su quanto potrebbero essere superiori. In altre parole, non è possibile ancora dire quanto caldo potrebbe fare. Nei prossimi giorni la modellistica numerica dovrà ancora aggiustare il tiro e, in particolare, dovrà definire meglio i confini dell’interazione tra le due figure bariche che saranno responsabili dell’avvezione di aria calda e dell’aumento delle temperature. Anche in questo caso, infatti, non ci troveremo di fronte alla formazione di un promontorio come può essere una configurazione di blocco a omega, in cui le soluzioni calcolate tendono a stabilizzarsi piuttosto velocemente.

Al contrario, saremo di fronte all’interazione tra una saccatura in probabile ingresso sull’Europa centro-occidentale che solleciterà il rigonfiamento del campo anticiclonico subtropicale, esponendolo tuttavia all’azione di piallatura da parte delle correnti perturbate che si inseriranno all’interno della circolazione ciclonica stessa (fig. 2): in effetti, un’asse di saccatura così disposto non è un grande alleato del promontorio perché non ne fa una figura particolarmente stabile nella sua posizione. L’incertezza sul campo termico, di cui abbiamo appena parlato, nasce proprio da questa situazione sinottica. E non poteva essere altrimenti, dal momento che la modellistica si trova ancora nella fase di definire quanto potrebbe essere incisiva, e con quale angolazione, la saccatura attesa sui settori occidentali europei.
È ovvio che, pur in un quadro ancora da definire, in un disegno barico del genere l’intensità dell’avvezione di aria calda subtropicale aumenta muovendoci da Nord verso Sud, ma ai fini previsionali resta pur sempre ancora una situazione ancora da definire con maggiore precisione quando l’attendibilità sarà migliorata. In secondo luogo, da un inquadramento più affidabile della situazione, che sicuramente arriverà con gli aggiornamenti dei prossimi giorni, dipenderà anche la curvatura delle correnti in ingresso in quota sulle regioni settentrionali perché con queste premesse non si esclude, al momento, che possano avere anche una certa componente ciclonica. Allo stesso modo, non si esclude che il cavo d’onda depressionario possa anche evolvere e attenuare entro qualche giorno il campo anticiclonico subtropicale. In conclusione, ribadisco quanto scritto nell’ultimo intervento: andiamo avanti passo dopo passo, scoprendo le carte di volta in volta, senza saltare a conclusioni affrettate: quando il quadro meteorologico è in divenire, è sempre bene tirare un po’ il freno a mano.