QUANDO IL TEMPO CI AIUTA A CAPIRE IL COMPORTAMENTO DEL CLIMA RECENTE
QUANDO IL TEMPO METEOROLOGICO CI AIUTA A CAPIRE IL COMPORTAMENTO DEL CLIMA RECENTE
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

Scegliamo questo grafico delle previsioni di ensemble della temperatura a 850 hPa, cioè a circa 1500 metri, valide sulla verticale di Catania, perché dall’andamento di tutti gli scenari calcolati è ben evidente quando si completerà l’avvicendamento tra la massa d’aria molto calda di origine subtropicale continentale e quella relativamente più fresca di origine atlantica anche su una delle ultime regioni che usciranno da questa fase meteorologica dominata dall’influenza del promontorio nord africano. È infatti ormai molto probabile che sulla Sicilia orientale, alla quota indicata, si passi da temperature di 26-27 °C a 16-17 °C nel corso di domenica: si tratterrà di un calo sensibile perché su questa regione, così come sulla buona parte del Sud, si partirà da valori ben al di sopra delle medie trentennali di riferimento. Entro domenica, tutta la penisola sperimenterà un campo termico che si sarà riportato su valori tipici di fine luglio o di poco al di sotto garantendo così condizioni ambientali più vivibili, non solo per le temperature ma anche per i tassi di umidità. Se per noi questa dinamica atmosferica significherà semplicemente la fine di un’ondata di calore, per il clima significherà invece archiviare una fase di caldo anomalo – perché non ci sono altri termini per etichettare uno scarto positivo di 8-10 °C – che avrà praticamente la certezza di non essere bilanciato da una fase di «freddo anomalo» della stessa portata. Già, perché affinché non rimanga traccia alcuna di un segnale così forte sarebbe necessario un periodo della stessa durata con temperature inferiori alla media di una decina di gradi: in pratica, in questo caso parliamo di un’isoterma di 6-8 °C al posto di una 18 °C. Parliamo ormai di scenari che non fanno più parte del nostro tempo e che sono diventati sempre più rari, fin quasi a scomparire del tutto. Le fasi così calde, o quantomeno molto calde che durano anche per intere settimane o decadi, si susseguono invece più frequentemente e non bisogna aspettare chissà quanto tempo per sperimentarne di nuove in ogni stagione dell’anno. Per le ondate di freddo questo non succede perché sono semplicemente diventate latitanti. Le irruzioni che in estate definiamo «fresche» hanno spesso il compito di riportare le temperature nella media o di poco al di sotto di essa per tempi decisamente inferiori rispetto a quelli che caratterizzano le fasi calde. Sarebbe un po’ come riempire un sacco di sabbia con una pala e poi provare a svuotarlo con un cucchiaino, avendo molto meno tempo a disposizione rispetto ai tempi in cui usiamo la pala: come il sacco di sabbia non potrà mai svuotarsi, allo stesso modo il bilancio termico mensile resterà condizionato dal segno positivo perché i contributi delle fasi calde funzionano, in pratica, come quando usiamo la pala per riempire il sacco.