QUANDO LE SIMULAZIONI DI CALDO ESTREMO DIVENTANO PRECOCEMENTE REALTÀ
QUANDO LE SIMULAZIONI DI CALDO ESTREMO DIVENTANO PRECOCEMENTE REALTÀ
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Nel 2014, la meteorologa francese Evelyne Dhéliat presentò un bollettino meteorologico fittizio basato sulle proiezioni climatiche elaborate da Météo-France e valide per agosto 2050. Le temperature massime previste per quel fatidico mese scossero – e non poco – l’opinione pubblica che rimase incredula di fronte a una mappa in cui la soglia dei 40 °C veniva raggiunta e superata in modo diffuso in tutto il Paese, da nord a sud (fig. 1).

Proprio due settimane fa, quando la Francia sperimentò in forma più intensa la stessa ondata di caldo che ha interessato l’Italia, la televisione francese invitò il responsabile del servizio meteorologico a rivedere quella previsione fittizia e a rimandarla in onda, semplicemente perché quelle temperature previste per l’agosto del 2050 erano diventate, all’incirca, le temperature attese proprio nell’onda di calore di giugno 2025. In pratica, la finzione era stata superata dalla realtà non solo perché era stata anticipata di oltre una ventina di anni, ma perché certe soglie di temperatura non erano state prese minimamente in considerazione nemmeno nella previsione fittizia: basti per esempio pensare che appena sei anni fa, il 28 giugno 2019, in Francia è stato stabilito il record assoluto di temperatura massima, di 46.0 °C, registrato a Verargues nella regione dell’Occitania.
Non ci sono però solo gli scenari estremi che sono ipotizzati per il futuro e che poi, in realtà, anticipano abbondantemente i tempi. Anche chi analizza i prodotti della modellistica numerica, per estrarre da essi le informazioni che devono essere comunicate al grande pubblico mediante un bollettino meteorologico, si confronta abbastanza spesso nel periodo estivo con ipotesi che lasciano davvero riflettere su quanto un risultato, proveniente dalla risoluzione di un set di equazioni, possa suggerire per esempio valori di temperatura che vanno oltre l’immaginazione. Sì, perché avere per esempio temperature a 850 hPa comprese tra 25 e 30 °C, come per esempio è capitato di osservare in una delle recenti simulazioni modellistiche (fig. 2), lascia davvero increduli e senza parole. Semplicemente, basiti.

Giusto per capire, avere a circa 1500 metri temperature simili su tutta l’Italia significherebbe registrare temperature massime in prossimità del suolo diffusamente comprese tra 40 e 45 °C, con picchi superiori. Possiamo ora stare tranquilli perché nella maggioranza dei casi si tratta di scenari davvero estremi che poi, man mano che l’orizzonte temporale dalla previsione si accorcia, vengono smussati pur mantenendo inalterato il contenuto, cioè l’arrivo di un’ondata di caldo. Si tratta però pur sempre di scenari che sono il frutto di un calcolo e che quindi, proprio per questo, hanno un loro perché e una loro logica. Non è uno scherzo, sono ipotesi tra tante che comunque esistono e sono presente, con la loro valenza scientifica. In Francia, quella del 2014 era una previsione fittizia che poi negli ultimi anni ha superato la realtà con largo anticipo. Io, in tutta sincerità, non vorrei mai arrivare a stilare in un futuro più o meno lontano una previsione simile per l’Italia, come se davanti ai miei occhi avessi quella cartina delle temperature a 850 hPa previste per un giorno X. Il problema, però, è che con un clima che diventa sempre più caldo, la probabilità che questo tipo di eventi possa verificarsi è in aumento.