VERSO UNA FASE DI TRANSIZIONE, CARATTERIZZATA PRIMA DA INSTABILITÀ AL CENTRO-NORD E POI DA UN AUMENTO GENERALIZZATO DELLE TEMPERATURE

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VERSO UNA FASE DI TRANSIZIONE, CARATTERIZZATA PRIMA DA INSTABILITÀ AL CENTRO-NORD E POI A UN AUMENTO GENERALIZZATO DELLE TEMPERATURE

VERSO UNA FASE DI TRANSIZIONE, CARATTERIZZATA PRIMA DA INSTABILITÀ AL CENTRO-NORD E POI DA UN AUMENTO GENERALIZZATO DELLE TEMPERATURE

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

L’ingresso delle correnti settentrionali, responsabile del calo termico che ci ha permesso di vivere condizioni ambientali più umane e più vicine alle estati di qualche decennio fa, si è ormai quasi definitivamente chiuso. Si sta infatti modificando, a scala europea, il disegno barico che come sempre è responsabile della direzione delle correnti atmosferiche e che nelle prossime 48-72 ore coinvolgerà una buona parte delle nostre regioni in due distinte circolazioni cicloniche: la prima, legata alla goccia fredda che si sta isolando sull’Europa centro-orientale e che si muoverà verso ovest per lambire ancora l’area alpina e la seconda facente capo a un modesto cavo d’onda in ingresso da ovest e sollecitato in parte al movimento verso l’Italia dal moto retrogrado del vortice europeo (fig. 1).

L’azione congiunta delle due circolazioni depressionarie farà aumentare le condizioni di instabilità al Centro-Nord tra domani pomeriggio (sabato 12) e dopodomani (domenica 13), quando saranno possibili rovesci e temporali, localmente intensi, tra Sardegna, regioni tirreniche centro-settentrionali e diverse aree del Nord: nonostante la distanza dall’evento sia ormai prossima, sussistono tuttavia ancora delle incertezze sulla distribuzione delle precipitazioni, in particolar modo per il settore ligure-toscano-laziale perché non tutte le simulazioni dei modelli numerici concordano in un interessamento deciso delle aree costiere e interne.

Il tempo sarà invece più stabile al Sud, ad eccezione della Campania dove potrà verificarsi qualche precipitazione, con temperature che subiranno un primo aumento. Passata questa fase, da lunedì 14 la stabilità atmosferica comincerà a prendere il sopravvento sotto la regia di un primo rigonfiamento del promontorio subtropicale che disporrà le correnti sulla verticale dell’Italia disegnando una rotazione anticiclonica (fig. 2). Arriverà così aria più calda, specie sulle estreme regioni meridionali e due Isole Maggiori, dove le isoterme a 850 hPa supereranno i 20 °C e potrebbero spingersi fino a 23-24 °C. Il riscaldamento sarà comunque generalizzato tanto che, nei primi giorni della prossima settimana, le temperature massime gradualmente si porteranno quasi ovunque tra i 30 e i 35 °C, con picchi superiori soprattutto su Sardegna e Sicilia. Nella seconda parte della prossima settimana, invece, una nuova rimodulazione delle correnti portanti del tempo potrebbe esporre nuovamente la penisola a un flusso proveniente in quota da nord-ovest, sotto la guida di veloci ondulazioni nord atlantiche in transito sull’Europa centrale che potrebbero tornare ad accentuare le condizioni di instabilità almeno sulle regioni alpine (fig. 3). Questa tendenza, ancora da valutare meglio alla luce dei nuovi aggiornamenti, potrebbe essere accompagnata da un lieve ridimensionamento delle temperature.

Per il momento ci fermiamo qui. Risulta infatti ancora prematuro allungare ulteriormente la distanza temporale della previsione per via delle crescenti incertezze che caratterizzano ancora il segnale dominante del tempo oltre i 7-10 giorni. Un segnale che, con buona probabilità, dovrebbe dipendere da come potrebbe tornare a espandersi il promontorio nord africano in area mediterranea tra la fine della seconda decade e l’inizio della terza decade di questo mese. Nel complesso possiamo dire che le temperature seguiteranno a rimanere sopra la media, ma di quanto e per quando non è ancora possibile saperlo con soddisfacente attendibilità.

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