LA PRIMA SETTIMANA DI AGOSTO CI RIPORTERÀ L’ESTATE DI STAMPO NORD AFRICANO

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LA PRIMA SETTIMANA DI AGOSTO CI RIPORTERÀ L’ESTATE DI STAMPO NORD AFRICANO

LA PRIMA SETTIMANA DI AGOSTO CI RIPORTERÀ L’ESTATE DI STAMPO NORD AFRICANO

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

Si stanno consumando sull’Italia gli effetti dell’ultima saccatura legata alla circolazione ciclonica presente ormai da giorni sull’Europa centro-orientale, ma in fase di attenuazione. Le condizioni di instabilità associate, relegate nella giornata odierna soprattutto alle regioni centrali, si trasferiranno al Sud nelle prossime 24-36 ore per concludere così il transito del sistema depressionario e chiudere questo periodo estivo più vivace e relativamente più fresco che a fasi alterne ci interessa dalla seconda decade di luglio.

Da ovest, infatti, preme l’Anticiclone delle Azzorre che tenderà gradualmente a ristabilire in modo più convinto lo stato del tempo anche se per pochi giorni: da metà della settimana entrante, infatti, le redini delle nostre condizioni atmosferiche saranno prese in mano dal promontorio nord africano che, lentamente, inizierà a trasportare aria calda verso le nostre regioni, partendo dalle quote superiori. Questa dinamica è bene evidente osservando per esempio la variazione altimetrica che subirà la superficie isobarica di 500 hPa, cioè una superficie che possiamo immaginare come un enorme lenzuolo ondulato in cui sono presenti avvallamenti e sporgenze e su cui la pressione atmosferica è sempre di 500 hPa. La situazione prevista per domani (lunedì 4) mostra come quel centro di bassa pressione presente sul basso versante adriatico sia paragonabile a un avvallamento di questo lenzuolo che arriva a posizionarsi a 5760 metri di quota.

Si osserva però che dopo appena tre giorni questo lenzuolo è previsto portarsi, su tutta l’area del Mediterraneo centro-occidentale, a poco oltre i 5900 metri di quota come conseguenza dell’espansione del campo anticiclonico subtropicale, di matrice continentale. La lievitazione del lenzuolo, per ragioni prettamente fisiche, è legata al trasporto di aria calda che va a gonfiare la superficie isobarica di 500 hPa facendola salire di quota, in questo caso da 5760 a oltre i 5900 metri: si va così affermando una nuova circolazione più stabile e calda di natura anticiclonica. Entreremo nel merito nel corso dei prossimi giorni per iniziare a delineare meglio la fase iniziale dell’espansione della nuova figura barica e definire i primi effetti sul campo termico, previsto inevitabilmente in aumento.

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