LA VARIABILITÀ METEOROLOGICA INTERANNUALE E IL CAMBIAMENTO CLIMATICO: COME SAPERLI LEGGERE SU UN GRAFICO

0

LA VARIABILITÀ METEOROLOGICA INTERANNUALE E IL CAMBIAMENTO CLIMATICO: COME SAPERLI LEGGERE SU UN GRAFICO

LA VARIABILITÀ METEOROLOGICA INTERANNUALE E IL CAMBIAMENTO CLIMATICO: COME SAPERLI LEGGERE SU UN GRAFICO

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

Come è noto, lo stato del tempo è in continuo cambiamento tanto che giorno dopo giorno registriamo condizioni meteorologiche diverse appuntando per esempio lo stato del cielo, la temperatura e l’umidità dell’aria, la pressione atmosferica, le precipitazioni e la velocità-direzione del vento. Partendo da questi dati misurati, possiamo per esempio osservare che si susseguono giornate più calde ad altre meno calde o più fresche e periodi più piovosi ad altri più secchi. Questi cambiamenti dello stato del tempo dimostrano che le condizioni meteorologiche hanno un proprio grado di variabilità. Se allarghiamo queste considerazioni al comportamento medio di 365 giorni, anche in questo caso possiamo osservare come un anno possa essere stato più o meno caldo rispetto ad altri. Lo stesso discorso è valido se prendessimo in esame tutti i mesi di luglio in Italia degli ultimi tot anni per confrontarli tra di loro: per quanto riguarda la temperatura, sicuramente si osserverebbe un comportamento altalenante che andrebbe a dimostrare l’esistenza di una variabilità meteorologica interannuale, responsabile del fatto che un mese di luglio di un certo anno è sempre diverso da un mese di luglio di un altro anno.

Questo comportamento altalenante che si riscontra di anno in anno è ben visualizzabile su un grafico nel suo andamento tra alti e bassi, proprio come quelli riportati in figura in cui si fa riferimento all’anomalia di temperatura, calcolata rispetto alla climatologia del trentennio 1991-2020, dei mesi di luglio dal 1941 al 2024 (fonte ISAC-CNR): per esempio, il luglio del 1948 è stato più freddo della media di 3.73 °C e quello del 1950 più caldo di 1.15 °C. Il cambiamento climatico è invece un concetto più ampio che si pone come obiettivo quello di vedere come questa variabilità interannuale si modifica nel tempo, andando a incidere sulla media climatica. È proprio per questo che l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha fissato in 30 anni il periodo minimo per poter definire il clima di una località, di una regione, di una nazione e via discorrendo. Il periodo trentennale è quello che ci permette di osservare queste due caratteristiche: la variabilità interannuale e una sua eventuale modifica man mano che gli anni passano. In questo modo, dal confronto tra trentenni consecutivi si possono apprezzare i cambiamenti: il metodo statistico per quantificarli fa ovviamente uso della matematica che, in questo caso, va a caratterizzare le cosiddette linee di tendenza.

Tornando per esempio al nostro grafico, per agevolare la comprensione utilizziamo la linea di tendenza più semplice possibile: una retta, indicata con la linea nera tratteggiata. L’equazione y = 0.0322x – 2.0817 è proprio quella della retta disegnata. Di questa equazione, siamo interessati soprattutto al numero 0.0322 che indica la pendenza della retta stessa (in gergo si chiama «coefficiente angolare della retta») e permette di stimare, per esempio, di quanto è aumentata mediamente la temperatura in luglio in un intervallo di tempo prescelto. Facciamo 30 anni? Diamo a x il valore 30 e lo moltiplichiamo proprio per il numero 0.0322: otteniamo 0.96 °C. Su scale trentennali e utilizzando questa semplice linea di tendenza, deduciamo allora che luglio si è riscaldato di quasi 1 °C: questo è il cambiamento climatico.

Share.

Leave A Reply