UN CHIARIMENTO SUL COSIDDETTO «ANTICICLONE NORD AFRICANO»

0

UN CHIARIMENTO SUL COSIDDETTO «ANTICICLONE NORD AFRICANO»

UN CHIARIMENTO SUL COSIDDETTO «ANTICICLONE NORD AFRICANO»

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

LA POSTA DEI LETTORI: UN CHIARIMENTO SUL COSIDDETTO «ANTICICLONE NORD AFRICANO»

Mi scrive Giuseppe e mi pone la seguente domanda. «Buongiorno. Mi permetto di chiederle una cortesia, quando può, potrebbe fare un post riguardante l’anticiclone subtropicale? Le spiego, credo lei conosca molto bene il bravo meteorologo di LA7, mi riferisco al Dott. Paolo Sottocorona, il quale più di una volta ha voluto sottolineare il fatto che si parla tanto di anticiclone subtropicale, quando poi non esiste. Può spiegare meglio questa cosa per tutti quelli come me che sono appassionati ma non abbastanza esperti per capire certe dinamiche atmosferiche?»

RISPOSTA – Si tratta di un argomento che ritorna puntuale ogni estate perché è probabilmente il frutto di una interpretazione diversa da parte del Capitano Sottocorona delle mappe meteorologiche. Il buon Paolo considera «anticiclone» una figura di alta pressione al livello del mare, cioè un campo barico in cui i valori delle isobare decrescono dal centro alla periferia. In realtà, quello che chiamiamo «anticiclone nord africano» è una struttura che nasce sull’entroterra sahariano dove, in estate, è presente una bassa pressione termica che si forma a causa dell’eccessivo riscaldamento del deserto, ad opera dell’intensa radiazione solare che stimola la formazione di moti convettivi, tipici proprio del centri di bassa pressione. Da questo punto di vista, quindi, è corretto affermare che in prossimità del suolo non è presente una circolazione anticiclonica, bensì depressionaria. Basta però spostarsi di poche centinaia di metri in verticale e arrivare in media e alta troposfera per notare come la situazione sia profondamente diversa. E non può essere altrimenti, visto che lo schema della circolazione generale dell’atmosfera ci insegna che intorno ai 30 gradi di latitudine nord alloggia la fascia anticiclonica subtropicale, di cui fa parte anche l’alta pressione delle Azzorre. Quando la dinamica atmosferica propone l’espansione del promontorio nord africano, costruisce nel volume atmosferico interessato una circolazione oraria – e quindi anticiclonica – che siamo soliti osservare sulla quota isobarica di 850 hPa e di 500 hPa, cioè a circa 1500 e 5500 metri di altezza in atmosfera standard.A 850 hPa si osserva una concatenazione di ingranaggi, solitamente da due a tre, che richiamano l’aria molto calda dall’entroterra sahariano (fig. 1).

Le isoterme a questa quota superano tranquillamente i 20 °C e nelle avvezioni più intense anche i 25 °C, proprio come è successo recentemente al Sud: solo in queste condizioni, nei bassi strati le temperature massime superano piuttosto agevolmente i 35-40 °C perché la massa d’aria sopraggiunta, già molto calda in partenza, subisce ulteriori processi di riscaldamento a causa dei moti di subsidenza – cioè di schiacciamento dall’alto verso il basso – che caratterizzano la struttura di alta pressione presente in quota. Uniamoci poi l’efficacia della radiazione solare nel riscaldare il terreno (che a sua volta riscalda l’aria) e le condizioni locali di bassa umidità relativa causata da una ventilazione sottovento e diventa facile raggiungere picchi termici elevati, talvolta estremi. A 500 hPa la struttura del promontorio è ancora più evidente (fig. 2): anche in questo caso la circolazione al suo interno descrive la cresta di un’onda che è proprio tipica di una struttura anticiclonica.

Allora l’anticiclone nord africano non esiste proprio? Possiamo dire che in estate è una figura a metà, nel senso che presenta caratteristiche prettamente anticicloniche in media e alta troposfera, mentre al suolo è una bassa pressione termica sull’entroterra nord africano e un campo livellato o debolmente anticiclonico sul Mediterraneo, dove le isobare presentano valori per lo più compresi tra 1015 e 1020 hPa. In inverno, invece, la struttura è anticiclonica a tutte le quote perché anche al livello del mare, sull’entroterra sahariano, è presente una figura di alta pressione. Per distinguere queste due situazioni, in estate non parlo mai di «anticiclone nord africano», ma di «promontorio nord africano», sottintendendo che ci riferiamo in quota dal momento che commentiamo la situazione che si delinea a 500 hPa.

Share.

Leave A Reply