UNA SETTIMANA CON IL PROBABILE PRIMO AFFONDO PERTURBATO ATLANTICO SUL MEDITERRANEO OCCIDENTALE
UNA SETTIMANA CON IL PROBABILE PRIMO AFFONDO PERTURBATO ATLANTICO SUL MEDITERRANEO OCCIDENTALE
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
L’uragano Erin è stato fagocitato dalla depressione d’Islanda, ma i due sono anche scesi a compromessi. Se da un lato il ciclone ha abbandonato la propria indole tropicale, dall’altro ha contribuito a intensificare la circolazione ciclonica facendola ora ruotare attorno a un minimo che ha perso 12 hPa nelle ultime 12 ore, raggiungendo così nel proprio centro l’attuale pressione atmosferica di 961 hPa (fig. 1). È proprio a questo vortice, diventato ora extratropicale, che dobbiamo guardare nei prossimi giorni perché avrà in mano le redini del tempo dell’Europa atlantica e nella seconda parte della settimana anche del Mediterraneo occidentale.La depressione farà qualche passo verso il nostro continente ma rimarrà ancora chiusa su se stessa fino a martedì 26, avvolta in una fitta ragnatela di isobare che allenteranno la morsa solo tra mercoledì 27 e giovedì 28 quando il sistema ciclonico raggiungerà le Isole Britanniche e tenderà ad assumere, con buona probabilità, una forma ellissoidale allungata verso il Golfo di Biscaglia.

Sarà proprio questa evoluzione a introdurre il peggioramento del tempo che si profilerebbe anche per la nostra penisola a partire dai giorni centrali della settimana entrante, perché il calo della pressione sull’Europa occidentale spianerà la strada a una perturbazione che poi riuscirà a entrare sul settore occidentale del nostro bacino con la complicità di una depressione secondaria, in formazione nei dintorni dell’arcipelago delle Baleari, che prenderà in carico il sistema nuvoloso per guidarlo verso levante (fig. 2).

È questo un anello importante della catena affinché il cambiamento del tempo possa dare frutti anche alle nostre latitudini: il calo della pressione sul Mediterraneo occidentale è infatti una caratteristica essenziale della dinamica atmosferica che si deve attuare per far sì che la perturbazione non si indebolisca, ma continui invece a essere sostenuta dalla risalita dei nuclei di vorticità ciclonica – che si inseriscono nel letto delle correnti in scorrimento sul tratto ascendente della saccatura in quota associata al sistema – ed alimentata dal contrasto termico tra l’aria calda dei venti di scirocco che anticiperanno il sistema perturbato e l’aria fredda dei probabili venti di maestrale che lo seguiranno.