I ghiacciai che svelano i segreti dei vulcani

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I ghiacciai che svelano i segreti dei vulcani

Una nuova ricerca UniTo approfondisce la complessa relazione tra ghiaccio e magma per prevedere le eruzioni e ridurre i rischi ambientali
Fonte: Universitร  di Torino
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Eruzione del vulcano Eyjafjallajokull, Islanda (ยฉ JOHN BEATTY/SCIENCE PHOTO LIBRARY via AGF) ()

Un nuovo studio coordinato dal prof. Matteo Spagnolo del Dipartimento di Scienze della Terra dellโ€™Universitร  di Torino, appena pubblicato su “Nature Communications”, propone una possibile svolta nel monitoraggio dei vulcani ricoperti da ghiacciai: questi ultimi non sarebbero soltanto un ostacolo logistico per le attivitร  di rilevamento, ma i loro cambiamenti potrebbero diventare nuovi e preziosi precursori di eruzioni future.

La ricerca ha analizzato su scala globale 307 vulcani attivi e 40.667 ghiacciai localizzati sulle loro sommitร  o nelle immediate vicinanze, confrontando le differenze di quota tra ghiacciai โ€œvulcaniciโ€ e ghiacciai circostanti. I risultati mostrano che, nellโ€™80% dei casi, i ghiacciai situati direttamente sopra i vulcani sono mediamente collocati a quote piรน elevate rispetto a quelli limitrofi.

Questa anomalia sarebbe legata al calore emesso dal sistema vulcanico: la presenza di camere magmatiche e gas ad alta temperatura, inclusi vapor dโ€™acqua e anidride carbonica, provoca infatti un riscaldamento della superficie e un maggiore scioglimento del ghiaccio, che viene confinato a quote piรน alte rispetto ai ghiacciai circostanti che non risentono dellโ€™effetto vulcanico.

โ€œPoichรฉ la temperatura dei vulcani tende ad aumentare man mano che ci si avvicina a unโ€™eruzioneโ€, spiega il prof. Spagnolo, โ€œรจ plausibile che anche i ghiacciai reagiscano con un ritiro ancora piรน marcato. Monitorare la loro quota media potrebbe quindi diventare un nuovo strumento per migliorare le previsioni eruttiveโ€.

Il monitoraggio dei vulcani si basa giร  sullโ€™analisi di diversi precursori โ€“ dalle deformazioni del suolo ai cambiamenti delle emissioni di gas in superficie โ€“ nessuno dei quali, preso singolarmente, รจ sufficiente per predire con certezza unโ€™eruzione. Lโ€™aggiunta del comportamento dei ghiacciai come ulteriore indicatore potrebbe rivelarsi strategica, soprattutto in quelle aree del mondo dove vulcani e ghiacciai convivono e dove spesso monitoraggi diretti sul posto non sono possibili per motivi economici o logistici.

Nel mondo circa il 20% dei vulcani รจ ricoperto da ghiacciai e le loro eruzioni sono particolarmente pericolose. โ€œLa storia ci ricorda quanto questa combinazione possa essere devastante: nel 1985, il vulcano Nevado del Ruiz in Colombia causรฒ una colata di fango e rocce, innescata dallo scioglimento improvviso dei ghiacci sommitali, che travolse intere comunitร  e uccise oltre 25.000 personeโ€, prosegue Spagnolo.

Grazie a un approccio comparativo basato su banche dati internazionali e tecniche avanzate di analisi, il team di ricerca ha potuto isolare lโ€™effetto del vulcano da quello del clima circostante, limitando lo studio a un raggio di 40 km attorno a ciascun edificio vulcanico. Questo ha permesso di dimostrare che le anomalie osservate nei ghiacciai sono legate direttamente allโ€™attivitร  vulcanica e non a fattori climatici.Il lavoro del gruppo guidato dal prof. Spagnolo apre la strada a un nuovo capitolo della ricerca sui precursori vulcanici. Integrare i ghiacciai tra gli strumenti di monitoraggio significa non solo comprendere meglio la complessa relazione tra ghiaccio e magma, ma anche offrire un contributo concreto alla riduzione dei rischi naturali per milioni di persone che vivono nelle regioni vulcaniche del pianeta.

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