In Europa mai così tante emissioni da incendi boschivi da 23 anni

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In Europa mai così tante emissioni da incendi boschivi da 23 anni

Rouil (Copernicus): «Durante tutta l’estate diverse regioni europee, soprattutto nel sud del continente, sono state colpite»
tratto da Greenreport

Materia organica (indicata dal fumo degli incendi boschivi in rosa-magenta) e la polvere (in giallo-arancione) Aerosol Optical Depth tra il 1° e il 31 agosto 2025. Il mese è iniziato con un grande trasporto di polvere sahariana attraverso l’Atlantico che ha raggiunto i Caraibi e l’America centrale e un’enorme colonna di fumo proveniente dagli incendi boschivi canadesi trasportata sopra l’Europa. A metà mese, sono chiaramente visibili le intense concentrazioni di fumo provenienti dagli incendi boschivi estremi in Portogallo e Spagna. Credit: CAMS / ECMWF

In base ai dati messi in fila da Copernicus, il programma europeo di punta per l’osservazione della Terra, quest’anno le emissioni totali dovute agli incendi boschivi in Europa – a stagione degli incendi ancora in corso – sono le più elevate da quasi un quarto di secolo. Fino al 15 settembre si contano 17 megatonnellate di carbonio, superando il precedente record annuale di 11.4 megatonnellate registrato nel 2003.

Sono stati in particolare i mesi compresi nel periodo giugno-agosto ad alimentare i roghi, dato che sono stati caratterizzati da un’intensa attività di incendi boschivi in Europa; in particolare, la penisola iberica ha subito incendi boschivi estremi durante il mese di agosto.

Anche Turchia, Cipro e alcuni paesi balcanici hanno subito incendi di notevole entità all’inizio della stagione. L’attività degli incendi boschivi è proseguita con l’avanzare dell’estate e, di conseguenza, l’Europa sud-orientale ha registrato una delle stagioni più intense degli ultimi anni in termini di incendi boschivi, principalmente a causa di una serie di incendi verificatisi nei Balcani nel mese di luglio.

«Durante tutta l’estate diverse regioni europee, soprattutto nel sud del continente, sono state colpite da incendi boschivi molto intensi – commenta Laurence Rouil, direttrice del Copernicus Atmosphere Monitoring Service – Le emissioni causate da questi incendi sono state le più elevate registrate in un’estate almeno negli ultimi 23 anni. Dato il potenziale rischio che queste emissioni comportano per la qualità dell’aria a livello locale e transfrontaliero in termini di esposizione a particelle fini e altri inquinanti, è fondamentale continuare a monitorare questi eventi a livello globale e utilizzare i dati ottenuti per sviluppare migliori strategie di mitigazione e adattamento».

Fuori Europa, gli incendi boschivi canadesi hanno continuato a bruciare intensamente fino all’inizio di settembre, raggiungendo il secondo livello più alto di emissioni annuali, superato solo da quello del 2023. L’attività incendiaria principale è stata osservata nella Columbia Britannica, nello Yukon e nei Territori del Nord-Ovest, piuttosto che nelle province delle praterie del Saskatchewan, Manitoba e Ontario, come era avvenuto nei mesi precedenti. All’inizio di agosto sono state osservate grandi colonne di fumo provenienti da questi incendi boschivi che attraversavano l’Atlantico, raggiungendo le regioni occidentali dell’Europa.  

L’estate del 2025 ha visto anche episodi insolitamente frequenti e intensi di trasporto di polveri sahariane, sia attraverso il Mediterraneo verso l’Europa meridionale che attraverso l’Atlantico verso le Americhe, con significative intrusioni di polveri ogni mese.

Un altro tipico fattore di rischio per la qualità dell’aria durante l’estate, spesso trascurato, è l’inquinamento da ozono, che era ben presente durante le frequenti ondate di calore. Le temperature elevate, insieme agli alti livelli di radiazione solare, causano un aumento delle concentrazioni di ozono a livello del suolo, compromettendo la qualità dell’aria e quindi la salute umana. Le ondate di calore che hanno colpito l’Europa nell’estate del 2025 hanno fatto aumentare le concentrazioni di ozono oltre i livelli consentiti dalla normativa nella maggior parte del continente. Concentrazioni elevate di ozono sono state osservate piuttosto presto nella stagione, nel mese di giugno, con altri picchi in coincidenza con le principali ondate di calore a metà giugno, all’inizio di luglio e all’inizio di agosto.

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