IN ITALIA È STATA LA QUARTA ESTATE PIÙ CALDA: ECCO COME IL DATO SCIENTIFICO CI METTE ALLA PROVA

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IN ITALIA È STATA LA QUARTA ESTATE PIÙ CALDA: ECCO COME IL DATO SCIENTIFICO CI METTE ALLA PROVA

IN ITALIA È STATA LA QUARTA ESTATE PIÙ CALDA: ECCO COME IL DATO SCIENTIFICO CI METTE ALLA PROVA

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

Chiudiamo il sipario sull’estate 2025 con l’analisi relativa al bilancio termico con cui è stata archiviata questa stagione in Italia su base dei dati elaborati dall’Istituto di Scienze e del Clima di Bologna. Come sicuramente ricorderete, avevamo iniziato questo trimestre estivo con un mese di giugno che, forte di un’anomalia mensile di +3.02 °C rispetto alla climatologia del trentennio 1991-2020, era finito sul secondo gradino del podio piazzandosi dopo il giugno del 2003 che continua a detenere il primato a +3.46 °C. Con il cambio di scenario meteorologico che si è fatto strada da luglio e che ha visto anche ad agosto l’alternanza tra espansioni del promontorio nord africano e fasi più instabili e relativamente più fresche sotto il segno di una maggiore dinamicità atmosferica, il secondo e il terzo mese di questa stagione sono stati meno caldi e sono stati iscritti negli annali climatici rispettivamente con un’anomalia di +0.83 °C e di +0.69 °C Tirando quindi le somme, l’estate 2025 in Italia ha raccolto uno scarto dalla media di +1.51 °C risultando così, a tutti gli effetti, la quarta estate più calda dall’inizio delle rilevazioni.

Al terzo posto si conferma l’estate 2024 con un’anomalia di +1.80 °C, preceduta da quella del 2022 con +2.05 °C e da quella del 2003 che chiuse il bilancio trimestrale a +2.59 °C. Arrivare al quarto posto, tuttavia, lascia sul campo spunti importanti per riflettere sul fatto che tra il 2022 e il 2025 – cioè negli ultimi quattro anni – si collocano tre tra le stagioni estive più calde dal 1800. Tra l’altro, a voler essere pignoli, al Nord la stagione è riuscita a salire sul podio e ad aggiudicarsi la medaglia di bronzo, registrando un’anomalia di +1.63 °C rispetto alla medesima climatologia di riferimento. Le regioni centrali si sono invece posizionate al quinto posto con +1.49 °C e il Sud al quarto posto con +1.44 °C. Siamo quindi di fronte a un grado e mezzo in più di anomalia per il contributo di un mese di giugno che ha inciso profondamente sul bilancio stagionale. Un grado e mezzo in più che però non viene «percepito» dalla stragrande maggioranza della popolazione che, invece, ricorderà sicuramente questa estate soprattutto per le condizioni meteorologiche sperimentate in luglio e agosto, all’insegna di episodi instabili e soprattutto di temperature che sono anche scese di qualche grado al di sotto della media del periodo in più di una fase ma che non hanno avuto la forza – mettiamola in questi termici – di azzerare l’eccezionale dato di giugno e, a dirla tutta, neanche quella di far chiudere luglio e agosto in linea con la media perché anche questi due mesi sono stati comunque più caldi. La percezione che sia stata la quarta estate più calda manca ai più perché la dinamica atmosferica ha in parte tratto in inganno, ma il bilancio dice altro: il potere scientifico del dato, infatti, sta nel non farsi condizionare dalle sensazioni e dall’evolvere degli eventi perché è nudo e crudo.

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