Scoperti oggetti mai visti, nell’universo primordiale

0

Scoperti oggetti mai visti, nell’universo primordiale

Sono ibridi tra stelle e buchi neri, divorano materia ed emettono luce
di Benedetta Bianco
Tratto da Ansa.it

Rappresentazione artistica di una stella-buco nero (fonte: T. Müller/A. de Graaff/Max Planck Institute for Astronomy) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione artistica di una stella-buco nero (fonte: T. Müller/A. de Graaff/Max Planck Institute for Astronomy)

I misteriosi puntini rossi che il telescopio spaziale James Webb, di Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Canadese, ha individuato nell’universo primordiale, potrebbero nascondere una classe di oggetti cosmici completamente nuova.

Potrebbero cioè essere degli ibridi tra stelle e buchi neri, gigantesche sfere di gas caldo così dense da assomigliare a stelle ma alimentate da buchi neri supermassicci che divorano materia ed emettono luce.

È quanto ipotizza lo studio pubblicato sulla rivista Astronomy and Astrophysics e guidato dall’Istituto Max Planck per l’astronomia di Heidelberg, in Germania. Secondo gli autori della ricerca, questi oggetti potrebbero rappresentare l’anello mancante nella formazione dei giganteschi buchi neri che vediamo oggi al centro delle galassie.

Finora si pensava che i puntini rossi scoperti da Webb già con le sue prime osservazioni fossero galassie incredibilmente antiche e già molto mature nel baby-universo, tanto da mettere in discussione ciò che si sa sui processi di formazione di questi oggetti. Ma, secondo le analisi dei ricercatori guidati da Anna de Graaff, i puntini sono troppo luminosi: le stelle dovrebbero essere ammassate a una densità impossibile e quindi essersi formate con processi straordinari mai osservati.

Nel luglio 2024 i ricercatori hanno individuato un oggetto particolarmente massiccio, il caso più estremo tra i puntini rossi trovati: “Le sue proprietà estreme – dice de Graaff – ci hanno costretto a ricominciare da capo e ideare modelli completamente nuovi“.

Le analisi della luce emessa hanno suggerito che non si trattava di un denso ammasso di stelle ma di un unico oggetto gigante, un buco nero che stava attirando materia a una velocità tale da avvolgersi in una sfera di gas incandescente. “Questa è la migliore idea che abbiamo e la prima che davvero si adatta a quasi tutti i dati – conclude Joel Leja dell’Università Statale della Pennsylvania, co-autore della ricerca – quindi ora dobbiamo svilupparla meglio”.

Share.

Leave A Reply