CERCASI CICLOGENESI MEDITERRANEA DA FLUSSO ATLANTICO

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CERCASI CICLOGENESI MEDITERRANEA DA FLUSSO ATLANTICO

CERCASI CICLOGENESI MEDITERRANEA DA FLUSSO ATLANTICO

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera


Stiamo ormai per archiviare anche il secondo mese di una stagione autunnale, intesa in senso meteorologico, che sta faticando a ingranare e a mostrarsi per quello che dovrebbe essere. In ottobre l’autunno dovrebbe infatti salire in cattedra e prendere in mano le redini del tempo delle nostre latitudini con quelle dinamiche classiche che da sempre ne hanno caratterizzato il suo comportamento: il passaggio ORGANIZZATO di sistemi frontali, inseriti in quel letto di correnti occidentali che parte dal Canada e che, attraversando l’Oceano Atlantico sotto il controllo del Ciclone d’Islanda, arriva fino al Mediterraneo proponendo in sequenza il passaggio di perturbazioni, intervallato da brevi pause più asciutte e soleggiate.


Non che non abbia piovuto in questo ultimo periodo, ma è piovuto spesso con il prevalente contributo del sollevamento orografico – detto «stau» – in quelle aree esposte ai flussi periferici del nastro trasportatore perturbato che si è mantenuto e si sta ancora mantenendo alto di latitudine: non a caso, riferendomi al passaggio dei sistemi nuvolosi, ho scritto in maiuscolo l’aggettivo “organizzato” per sottolineare il venir meno di una caratteristica fondamentale che dovrebbe avere questa stagione nel costruire le condizioni meteorologiche apportatrici di precipitazioni, capaci di attraversare tutta la penisola. Non dovrebbe infatti essere più il tempo in cui le perturbazioni chiedono il permesso alle strutture anticicloniche ma, al contrario, dovrebbe essere il periodo in cui è il flusso atlantico a prendere in mano le redini abbassandosi di latitudine per avere la possibilità di agire indisturbato e dare forma, interagendo con la complessa orografia che circonda il Mediterraneo, alle depressioni mediterranee.

Mancano infatti le figure di bassa pressione, da 990-1000 hPa, in grado di accogliere una perturbazione atlantica in arrivo sulla penisola iberica e di accompagnarla da ovest verso est per portare le piogge dapprima sul versante occidentale e poi su quello orientale dell’Italia. Venendo meno questa dinamica, l’autunno viene privato del suo ruolo completo perché il mancato sfondamento del flusso zonale ondulato alle nostre latitudini finisce inevitabilmente per tagliare quasi sempre fuori dai passaggi piovosi le regioni che si trovano sottovento nella fase prefrontale, proprio perché manca il completamento del passaggio perturbato ad opera di una figura di bassa pressione che nasce e si sviluppa a casa nostra. Piove quindi male: ci sono regioni in cui le precipitazioni non mancano e in meno di un giorno di possono anche accumulare 70-80 e oltre millimetri se il flusso umido interagisce al meglio con l’orografia e ci sono regioni in cui piove con il contagocce perché l’atmosfera non riesce a organizzare le condizioni ideali affinché la perturbazione non sia abbandonata a se stessa quando si affaccia sul Mare di Alboran e tenta di avanzare verso levante. Anche nei prossimi giorni, la situazione non si discosterà di molto da questo andamento

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