E LO CHIAMANO AUTUNNO

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E LO CHIAMANO AUTUNNO

E LO CHIAMANO AUTUNNO

di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera

Le condizioni meteorologiche sono generalmente impostate dalle figure bariche dominanti a scala sinottica, cioè da quei centri di alta e di bassa pressione che coordinano gli spostamenti delle masse d’aria su una larga parte di un continente perché ne occupano la maggior parte del territorio. In autunno, come abbiamo più volte ribadito, il ruolo di protagonista e di coordinatore del moto dei flussi in Europa e alle nostre latitudini è assegnato dalla climatologia al Ciclone d’Islanda che produce ed invia, a più riprese, sistemi perturbati da ovest verso est: giunti oggi al cinque ottobre, l’attività ciclonica in Oceano Atlantico non dà ancora segnali di crescita convincente ma continua a presentare solo temporanee accelerazioni che risultano spesso dovute a iniezioni di vorticità apportate da ex uragani in risalita dalle latitudini tropicali.

Al contrario, sono ancora le figure di alta pressione a gestire il nostro tempo e quindi a decidere quale strada lasciare libera al passaggio dei sistemi perturbati – come quello di oggi in rapida evoluzione lungo il versante adriatico – o a permettere temporanee sfuriate di aria decisamente fredda per il periodo come è accaduto negli ultimi giorni perché, occupando le alte latitudini, questi centri anticiclonici sospingono masse di aria di origine artica o polare verso paralleli più meridionali. Sarà così ancora nei prossimi giorni perché sarà ancora una figura anticiclonica a organizzare il traffico perturbato a scala sinottica. Sull’Europa occidentale, infatti, prenderà piede a partire da mercoledì 8 una configurazione di blocco a omega che farà circumnavigare le perturbazioni atlantiche attorno ad una campana anticiclonica estesa dalla penisola iberica fino all’Islanda (vedi figura). Nessun movimento ovest est, ma una traslazione meridiana dei sistemi nuvolosi che poi si presenteranno sul settore centro-orientale europeo guidati da correnti settentrionali e che potrebbero parzialmente coinvolgere anche la nostra penisola, magari apportando condizioni di variabilità o instabilità specie sui versanti orientali, stante probabilmente l’Italia ai margini della struttura anticiclonica. Andremo quindi incontro ad una fase meteorologica in cui la presenza di strutture di alta pressione alle alte latitudini atlantiche non potrà in alcun modo favorire quell’attività ciclonica di cui abbiamo prima parlato e che è indispensabile per l’avvio della nuova stagione sotto diversi aspetti.Quello più importante è il carico nevoso sulle Alpi: è l’autunno, per eccellenza, la stagione delle nevicate utili per i ghiacciai (che sono rimasti) e per le alte quote in generale, sopra i 1500-2000 metri. È l’autunno la stagione perché è proprio in questo periodo dell’anno che l’ingresso delle perturbazioni dalla porta occidentale richiama correnti meridionali che garantiscono la caduta abbondante e diffusa di fiocchi pesanti in atmosfera non ancora particolarmente fredda. Ma se la porta da ovest è chiusa, l’atmosfera non è in grado di porre rimedio in altro modo e tocca ancora aspettare l’evoluzione degli eventi sperando magari i tasselli di questo intricato e complesso puzzle vadano a posto, senza comunque averne la garanzia. Durante questa attesa, sperando che non sia vana, possono poi anche passare perturbazioni per vie secondarie, possono arrivare correnti più fredde che ci fanno temporaneamente vivere giornate da novembre inoltrato ma sono solo illusioni di una stagione che ancora stenta a decollare sotto la guida di chi avrebbe tutto il diritto di guidarla. Tutto il resto è altro. A tutti voi un abbraccio e un augurio di buona settimana.

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