IL CALDO AFRICANO NON VIENE DA NOI TRASPORTATO DAI VENTI AL SUOLO
IL CALDO AFRICANO NON VIENE DA NOI TRASPORTATO DAI VENTI AL SUOLO
Di Mario Giuliacci
tratto da Meteogiuliacci
Sono ancora molti coloro che credono a questa favola.Vediamo invece come stanno davvero le cose:
1. L’aria sahariana, per le condizioni che la generano, si forma sull’infuocato Sahara e, per la sua maggiore leggerezza, tende a propagarsi verso l’alto fino a quote di 5–10 km.
2. Da lì si muove verso nord — spesso anche verso l’Italia — mantenendosi su livelli MEDIO-ALTI dell’atmosfera.
3. Intorno ai 30° di latitudine, il viaggio verso nord si interrompe perché le correnti vengono deviate verso est. da una “forza deviante” legata alla rotazione della terra
4. insomma, è come se le masse d’aria che raggiungono tali latitudini trovassero una barriera, cosicché i continui arrivi di nuove masse d’aria calda si accumulano in una fascia posta a nord del Sahara. Così nasce l’alta pressione dell’anticiclone africano. Ma così nascono anche gli altri 2 anticicloni permanenti della fascia subtropicale (quello delle Azzorre e quello del Pacifico)
5. Nel suo viaggio sul Mediterraneo e poi sull’Italia, l’aria calda sahariana, sospinta dall’anticiclone africano, è costretta a scorrere al di sopra del cuscinetto d’aria più fredda e più prossima al suolo (il cosiddetto strato limite o boundary layer), che si estende fino a circa 1500 metri.
6. Questo cuscinetto è più freddo perché risente del suolo italiano (non certo “infuocato” come nel Sahara!) e, ancor prima, del tratto di mare più fresco che separa l’Italia dal Nord Africa.
7. QUINDI la bolla di aria molto calda che in questi casi si osserva intorno 1500m (fino 20/25°c) con l’anticiclone africano non è dovuta al trasporto orizzontate di aria più calda dal Sahara COME I TUTTOLOGI CREDONO e insistono nel credere.
IL RISCALDAMENTO DELLARIA CON L’ANTICICLONE AFRICANO
È chiaro, quindi, che l’aria calda anticiclonica non può arrivare direttamente nei primi 1–2 km.Ma allora, perché durante un anticiclone africano si registrano comunque temperature molto elevate?Ricordiamo che l’aria calda sahariana che giunge alle quote medio/alte sull’Italia discende gradualmente verso il basso, comprimendo l’aria sottostante, via via giunta appena primaNei campi di alta pressione, le correnti discendenti (subsidenza anticiclonica) causano compressione adiabatica, ossia un riscaldamento senza scambio di calore con l’ambiente: per ogni chilometro di discesa, la temperatura aumenta di circa 10 °C.
CONFRONTO TRA VARIE QUOTE
• A ~6 km (≈ 500 hPa): siamo nella troposfera media, dove i moti discendenti in area anticiclonica sono ben presenti anche se deboli (≈ 1–5 cm/s), e si estendono su grandi spessori verticali.• A 1–2 km (≈ 800–900 hPa): vicino al suolo, le velocità verticali negli anticicloni sono quasi nulle, ma gli effetti termici della compressione lungo la discesa iniziata a 5–6 km risultano più evidenti.→ In condizioni secche, una discesa d’aria d per 4km, da quota 6 a quota 2 km, aumentare la temperatura di circa 40°C!. • Ma siccome sull’Italia a 5500m la temperatura con l’anticiclone africano è in media intorno -15°C, allora la temperatura effettiva osservata a 1500m è intorno 25 °C (40°C -15°C)
IN SINTESI• La causa dinamica principale del riscaldamento in quota (cioè l’avvio del processo) si colloca attorno ai 5–6 km, dove la subsidenza è più estesa e continua.• L’effetto termico massimo (cioè l’aumento effettivo della temperatura) si manifesta nei bassi strati dell’atmosfera (1–2 km), dove l’aria ha “completato” la discesa.
CONCLUSIONEIl motore dinamico del riscaldamento di origine si trova intorno ai 6 km,ma il massimo riscaldamento osservabile si verifica nei bassi strati (1–2 km) per compressione adiabatica
Mario Giuliacci