Leggere la Terra sotto i nostri piedi, con le carte geologiche

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Leggere la Terra sotto i nostri piedi, con le carte geologiche

Colori, linee e simboli rivelano la storia nascosta della Terra. Le carte geologiche sono la chiave con cui i geologi leggono il sottosuolo e ricostruiscono, strato dopo strato, l’evoluzione del nostro pianeta
di Patrizia Macrì
INGVAMBIENTE

Le carte geologiche sono uno strumento fondamentale per il lavoro di un geologo: vere e proprie mappe del sottosuolo che mostrano la disposizione delle rocce e delle strutture che modellano il territorio. A differenza delle comuni carte geografiche, che descrivono ciò che vediamo in superficie — strade, fiumi, città — le carte geologiche rivelano cosa si nasconde sotto i nostri piedi.

Attraverso una scala di colori e simboli, queste carte rappresentano i vari tipi di rocce che affiorano in una determinata area, dandoci indicazioni sulle loro strutture e disposizioni nello spazio. È come se potessimo togliere la vegetazione, l’asfalto e il terreno superficiale per riuscire a vedere quali sono le rocce che compongono la crosta terrestre.

Cosa trovi su una carta geologica?

Per imparare a “leggere” una carta geologica è necessario conoscere i suoi elementi principali:

Colori. Ogni colore sulla mappa rappresenta un diverso tipo di roccia o un’unità geologica (cioè un insieme di rocce formatesi nello stesso periodo). I geologi usano colori standard, riconosciuti a livello internazionale, per identificare le ere geologiche, in modo che chiunque possa comprendere la mappa. Un esempio? Il blu rappresenta le rocce tra i 200 e i 145 milioni di anni fa, l’arancione quelle tra i 65 e i 34 milioni di anni fa, e così via.

Simboli e linee. Le linee e i simboli indicano le strutture geologiche. Una linea spessa di colore rosso può rappresentare una faglia (una frattura della crosta terrestre), dei simboletti con una freccia mostrano da quale parte sono inclinati gli strati delle rocce sedimentarie, mentre linee curve possono indicare un piegamento delle rocce.

Legenda. La legenda è la parte più importante della mappa: spiega il significato di ogni colore, simbolo e linea, fornendo anche informazioni sull’età e sul tipo di roccia.

Carta geologica della Campania navigabile, strumento didattico per Google Earth creata dal Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse dell’Università di Napoli Federico II. 

Le sezioni geologiche: una fetta della torta terrestre

Una carta geologica contiene gli “schemi strutturali” e i “profili geologici” che ci aiutano a visualizzare e comprendere la disposizione delle rocce del sottosuolo. È come tagliare una fetta di torta e osservarne gli strati interni. Una sezione geologica è esattamente questo: è come se tagliassimo la Terra con un coltello enorme per vedere gli strati di roccia in profondità. In sostanza, la carta geologica mostra ciò che si vede in superficie, mentre i profili geologici permettono di capire come le rocce si dispongono in profondità, la loro inclinazione, il loro spessore e se ci sono faglie o pieghe nascoste.

I geologi le costruiscono disegnandole con grande precisione, partendo dal profilo topografico e sulla base delle informazioni raccolte durante il rilevamento geologico di campagna. Studiare le carte e le sezioni geologiche è un po’ come leggere un libro gigante e complesso che racconta la storia della Terra, capitolo dopo capitolo, strato dopo strato. Ci permette di capire com’è fatto il nostro pianeta e come si è trasformato il paesaggio nel corso di milioni di anni.

Come nasce una carta geologica: il lavoro del geologo sul campo

Realizzare una carta geologica è un vero e proprio lavoro da “detective della Terra” e si chiama rilevamento geologico. Al geologo di campagna non possono mancare: 

  • Una carta topografica: la mappa di base con strade, sentieri e l’altezza delle montagne.
  • Un martello da geologo: non per rompere tutto, ma per staccare piccoli campioni di roccia e da osservare sulla superficie di taglio fresca e non alterata.
  • Una bussola: ma speciale perché non indica solo il Nord, ma serve anche a misurare l’inclinazione degli strati delle  rocce.
  • Una piccola lente: per osservare i minerali e i microfossili che compongono le rocce.
  • Matite colorate: per disegnare sulla carta le osservazioni fatte.
  • Un taccuino: per prendere appunti dettagliati, il “Libretto di campagna”.

Il geologo cammina per chilometri, cercando gli affioramenti rocciosi: i punti dove le rocce “sbucano” dal terreno libere dalla vegetazione. Pareti, scogliere, tagli stradali o letti di fiumi sono occasioni preziose per osservare e studiare le rocce direttamente.

Il geologo o la geologa di campagna osservano gli affioramenti, riconoscono le rocce, misurano la geometria degli strati e delle faglie. Bussola e martello sono i suoi alleati.

Quando trova un affioramento, il geologo lo esamina attentamente: che tipo di roccia è? Vulcanica, argillosa, compatta o friabile? Che colore ha? Come sono disposti gli strati — dritti, inclinati, piegati? Ci sono fossili? Tutte queste informazioni vengono annotate nel taccuino e poi riportate, con simboli particolari, sulla carta topografica di base.

Una campagna di rilevamento geologico può durare settimane o addirittura mesi. I geologi devono esplorare aree molto vaste in modo dettagliato, metro per metro, raccogliendo un’enorme quantità di dati per poter ricostruire, alla fine, il puzzle del sottosuolo.

Ogni carta geologica è il risultato di un lavoro lungo e collettivo. I dati raccolti sul campo vengono analizzati in laboratorio, confrontati con informazioni storiche e integrati in modelli digitali. Prima che un foglio venga pubblicato, passa attraverso revisioni, controlli e confronti tra esperti di discipline diverse: geologi, cartografi, tecnici GIS e specialisti del Servizio Geologico d’Italia. Realizzare una carta geologica può richiedere anni di lavoro, ma è grazie a questa pazienza che possiamo conoscere nel dettaglio la struttura del nostro territorio.

Dove si trovano le carte geologiche italiane

L’ente responsabile per la cartografia geologica ufficiale dello Stato (Legge 68/60) è l’ISPRA. Al suo interno si trova il Dipartimento per il Servizio Geologico d’Italia, che produce la Carta Geologica d’Italia, un’importante opera che descrive la composizione geologica del suolo e del sottosuolo del Paese. Anche alcune Regioni e Province autonome realizzano e rendono disponibili altre carte geologiche regionali, a scale diverse.

Un secolo di rilevamenti per mappare tutta l’Italia

La prima Carta Geologica d’Italia, realizzata a scala 1:100.000, è composta da 277 fogli che coprono tutto il territorio nazionale. È un’opera storica di grande valore scientifico e culturale, ma il livello di dettaglio e l’omogeneità dei dati variano da un foglio all’altro. I lavori di rilevamento iniziarono nel 1877 e si conclusero soltanto nel 1976: quasi un secolo di studi e rilevazioni, con metodi e convenzioni geologiche via via diversi.

Questa lunga gestazione ha prodotto una carta ricca di informazioni, ma inevitabilmente disomogenea, che oggi rappresenta una testimonianza preziosa della geologia italiana di fine Ottocento e del primo Novecento.

Il progetto CARG: la nuova carta geologica d’Italia

Per aggiornare e uniformare la conoscenza geologica del territorio italiano, negli anni Ottanta è stato avviato il Progetto CARG (Cartografia Geologica e Geotematica), coordinato dall’ISPRA in collaborazione con le Regioni, le Province autonome, esperti universitari e professionisti del settore. L’obiettivo è la realizzazione di 636 fogli alla scala 1:50.000, che costituiscono la nuova Carta Geologica ufficiale del Paese.

Foglio geologico alla scala 1:50.000 n. 337 Norcia con le sue Note illustrative© ISPRA

Nonostante i notevoli progressi compiuti, il progetto è ancora in corso: la nuova Carta Geologica d’Italia è un’opera in continua evoluzione, destinata a crescere e migliorare con l’avanzare delle conoscenze e delle tecnologie di rilevamento. 

Aggiornare la cartografia geologica nazionale significa disporre di uno strumento indispensabile per la ricerca, la pianificazione e la sicurezza del territorio. Le carte geologiche, oggi più che mai, rappresentano il punto d’incontro tra conoscenza scientifica e tutela del paesaggio italiano.
Dietro ogni carta c’è la pazienza di chi osserva, misura e collega i dati per leggere la storia profonda della Terra: un lavoro silenzioso che ci aiuta a conoscere — e a proteggere — il territorio in cui viviamo.

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