Scoperte a Grado (GO) palizzate di epoca romana e altomedievale che permettono di ricostruire le variazioni temporali del livello del mare
Le strutture, che risalgono a un periodo compreso tra il I e il VI secolo d.C., sono state messe in luce da ArcheoTest Srl, nel corso di indagini di archeologia preventiva per conto di Irisacqua s.r.l. e sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Friuli Venezia Giulia; lo studio รจ stato quindi condotto con la collaborazione dellโOGS, del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” dellโUniversitร di Bologna e dellโINGV
tratto da INGV
Lโinnalzamento relativo del livello del mare, diretta conseguenza del riscaldamento globale, รจ uno dei fenomeni piรน studiati dalla comunitร scientifica e rappresenta una delle minacce ambientali piรน allarmanti a livello mondiale.
Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista โScientific Reportsโ, che ha visto il coinvolgimento di studiosi e ricercatori dellโIstituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS, del Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” dellโUniversitร di Bologna, dellโIstituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – INGV e della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Friuli Venezia Giulia, con il coordinamento di Dario Gaddi di ArcheoTest s.r.l., ha riportato alla luce a Grado (Friuli Venezia Giulia) tre palizzate di etร romana e altomedievale. Lโanalisi multidisciplinare di queste strutture, che anticamente avevano anche una funzione protettiva contro lโerosione costiera, ha permesso di ricostruire sia lโevoluzione dellโambiente deposizionale dellโarea gradese sia i cambiamenti del livello relativo del mare lungo la costa nord-orientale dellโAdriatico. Lโevoluzione della fisiografia di Grado e della sua laguna รจ avvenuta successivamente allโultima espansione glaciale (circa 20000 anni fa) ed รจ stata influenzata in modo significativo dallโintervento antropico (le prime testimonianze della presenza umana a Grado risalgono al II secolo a.C.).
โLe aree costiere sono tra le piรน vulnerabili e risultano particolarmente a rischioโ, spiega Emiliano Gordini dellโOGS, precisando che โsecondo i rapporti dellโISPRA, in Italia circa il 30% della popolazione risiede in queste zone e, secondo le stime relative allo scenario climatico meno critico, entro il 2100 il livello del mare potrebbe innalzarsi di circa 0,5 metri. Questa tendenza, aggravata dalla crescente frequenza di eventi meteorologici estremi, rischia di provocare profondi cambiamenti morfologici nel paesaggio e danni ingenti a infrastrutture e insediamenti situati in prossimitร del litoraleโ.
โAnche in passato, le variazioni del livello del mare hanno avuto un impatto significativo sullโoccupazione e sulla distribuzione degli insediamenti umani nelle aree costiereโ, aggiunge Dario Gaddi di ArcheoTest Srl. โTalvolta, il mutamento delle condizioni ambientali ha costretto le popolazioni ad abbandonare definitivamente i siti minacciati dallโallagamento. In altri casi, fin dalla preistoria, lโuomo ha risposto con interventi anche radicali sullโambiente naturale, costruendo strutture difensive per contrastare lโingressione delle acque e preservare lโabitabilitร del territorio. Un esempio emblematico รจ rappresentato da Grado, porto romano e insediamento lagunare la cui storia si intreccia strettamente con due grandi cittร adriatiche del mondo antico: Aquileia e Veneziaโ, spiega lโesperto.
Le indagini hanno preso avvio dal procedimento di verifica preventiva dell’interesse archeologico per un’opera pubblica commissionata da Irisacqua, che ne ha pertanto finanziato tutte le fasi, dal documento preliminare di valutazione del rischio, ai carotaggi eseguiti nell’area da parte di Andreiฮฑ (Studio Associato per l’Archeologia delle Acque), allo scavo in areale, condotto da ArcheoTest s.r.l., alle analisi di laboratorio, sulla base delle prescrizioni e sotto la Direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Friuli Venezia Giulia.
โLโapproccio multidisciplinare adottato per lo studio ha permesso di ottenere informazioni chiave sullโassetto paleoambientale dell’area, rivelando come si presentava in epoca romana e medievale, e di delineare gli effetti delle variazioni del livello del mare in questo settore dell’Adriatico settentrionaleโ, spiega Daniele Melini dellโINGV. โGrazie ai rilievi effettuati รจ stato possibile elaborare modelli numerici relativi allโinfluenza che i processi glacio-isostatici hanno avuto sulla variazione del livello del mare nellโarea, nel corso degli ultimi 5000 anni. Questi poi hanno fornito un prezioso supporto per lโinterpretazione dei dati archeologici, offrendo un quadro piรน completo dellโassetto paleoambientale della zonaโ.
Le palizzate
Numerosi studi avevano evidenziato, giร negli anni โ80 del secolo scorso, come i resti archeologici rinvenuti sullโisola e nella sua laguna, principalmente di etร romana, consentissero di fornire stime sul livello del mare relativo. Lo scavo archeologico effettuato nel 2021 in prossimitร del Castrum di Grado ha portato alla scoperta di tre palizzate di etร compresa tra il I e il VI secolo AD.
La piรน antica (I-II secolo d.C.) รจ stata eretta con l’infissione di tavole di legno messe in opera in modo da formare una barriera continua, la cui sommitร si trova circa 60 centimetri al di sotto dellโattuale livello del mare. ll perfetto stato di conservazione induce a ritenere che le tavole siano state piantate sul limite della sponda, in una zona prevalentemente emersa, allo scopo di creare una barriera di contenimento per il materiale di bonifica scaricato a partire dalla terraferma (comprensivo di macerie edilizie e rifiuti domestici quali pietrame, laterizi, vasellame, e resti di pasto). Questi detriti sono l’esito di una grande e prolungata operazione di bonifica e di innalzamento del suolo della fascia costiera dell’insediamento gradese, databile tra la metร del I e gli inizi del II secolo d.C., quando il livello del mare era di circa 1,2 metri (ยฑ 0,50 metri) inferiore a quello attuale. La palizzata sarebbe poi stata coperta da sedimenti di origine lagunare.
Unโaltra palizzata, datata mediante dendrocronologia al 566 d.C, rappresenta invece un probabile tentativo di intervento per arginare gli effetti dellโinnalzamento del livello del mare. Le tavole di legno presentano evidenti segni di attacco da parte della Teredo navalis, un microrganismo che prolifera esclusivamente all’interno di legni costantemente sommersi. Ciรฒ comprova un sollevamento del livello del mare di almeno 40 centimetri e induce a ritenere che alla metร del VI secolo questo si trovasse tra 80 e 90 centimetri piรน in basso rispetto al medio mare attuale.
Infine, vi รจ traccia di una terza palizzata, di etร analoga alla precedente, di cui sono state rinvenute solo tre tavole. Verosimilmente, essa fu costruita non per mitigare lโingressione marina, ma per consolidare il Castrum.
Link allo studio: https://www.nature.com/articles/s41598-025-18346-7ย
Link immagini/video: https://drive.google.com/drive/folders/1_YU8nzZgf8Ma8LuGT_DNIPij2yAkxcXf?usp=sharing