Le Piramidi di Giza nascondono un altro mistero: quella di Menkaure forse aveva anche un altro ingresso
Le Piramidi di Giza continuano a “produrre segreti”: quella di Menkaure era forse più complessa del previsto, poichè alcune anomalie rilevate da un gruppo di ricerca dell’Università del Cairo (Egitto) e della Technical University of Munich (Germania) potrebbero indicare la presenza di un altro ingresso finora sconosciuto
tratto da GREENME
Le Piramidi di Giza continuano ad affascinare e a svelare nuovi misteri: quella di Menkaure era forse più complessa del previsto, poichè alcune anomalie rilevate da un gruppo di ricerca dell’Università del Cairo (Egitto) e della Technical University of Munich (Germania) potrebbero indicare la presenza di un altro ingresso finora sconosciuto.
Queste immense e misteriosi costruzioni sono una delle meraviglie dei mondo antico e continuano ad essere oggetto di studi e ricerche: a dicembre 2024, solo per citare un esempio recente, uno studio guidato dalla ITMO University (Russia) aveva dimostrato che la struttura è in grado di concentrare energia elettromagnetica, suggerendo un’innovazione tecnologica che potrebbe ispirare sviluppi futuri.

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Ora i ricercatori, nell’ambito del progetto ScanPyramids, hanno identificato due anomalie nascoste nella terza piramide più grande di Giza, quella di Menkaure, che potrebbero essere spiegate da un possibile ingresso in questo punto, sul lato orientale della struttura.
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Da tempo la struttura dei blocchi di granito sul lato orientale della piramide, alta oltre 60 metri, lascia perplessi i ricercatori: le pietre sono infatti straordinariamente levigate su un’area di circa quattro metri di altezza e sei di larghezza, e pietre così lisce si trovano altrimenti solo in quello che attualmente è l’unico ingresso della piramide, sul lato nord.
Le indagini, condotte con radar, ultrasuoni e tomografia elettrica di resistività (ERT), dimostrano in particolare l’esistenza di due cavità riempite d’aria sotto la facciata orientale, e questa è la prima volta che vengono identificate anomalie strutturali di questo tipo in questa zona della costruzione.
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Le due anomalie piene d’aria si trovano a una profondità di 1,4 metri e 1,13 metri dietro la facciata esterna, misurando rispettivamente 1 metro di altezza per 1,5 metri di larghezza e 0,9 metri per 0,7 metri. Una determinazione così precisa dei vuoti pieni d’aria è possibile solo combinando tutti i dati di misurazione. Il metodo di fusione delle immagini utilizzato è stato decisivo per confermare la scoperta.
Dopo l’importante convalida di un corridoio nascosto nella Piramide di Cheope nel 2023, ScanPyramids è riuscita ancora una volta a fare un’importante scoperta a Giza – riferisce Christian Grosse, coautore della ricerca – La metodologia di test che abbiamo sviluppato consente di trarre conclusioni molto precise sulla natura dell’interno della piramide senza danneggiare la preziosa struttura. L’ipotesi di un altro ingresso è molto plausibile e i nostri risultati ci avvicinano notevolmente alla sua conferma
Conferma che, naturalmente, necessita ulteriori approfondimenti.
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Il lavoro è stato pubblicato su NDT & E International.
Fonti: Technical University of Munich / NDT & E International