NEL FINE SETTIMANA UNA DINAMICA INUSUALE E MARCATAMENTE ANOMALA SULLE ALPI E SUL NORD ITALIA: ECCO PERCHÉ
NEL FINE SETTIMANA UNA DINAMICA INUSUALE E MARCATAMENTE ANOMALA SULLE ALPI E SUL NORD ITALIA: ECCO PERCHÉ
di Andrea Corigliano – Fisico dell’Atmosfera
Il campo anticiclonico alle alte latitudini si è ormai stabilizzato in prossimità della penisola scandinava, andando di fatto a bloccare la dinamica atmosferica anche in area mediterranea dove è presente una circolazione depressionaria il cui centro motore principale si è spostato sul Portogallo (fig. 1).

La struttura della colonna atmosferica tra la Norvegia e la Svezia risulta molto dilatata a causa dell’aria insolitamente mite che si è portata su questo settore europeo: siamo di fronte a una situazione che sta comportando il superamento del 99° percentile della climatologia di riferimento e che quindi indica, a tutti gli effetti, che si stanno raggiungendo condizioni marcatamente anomale o eccezionali per quando riguarda le altezze di geopotenziale a 500 hPa e la temperatura della massa d’aria a 850 hPa, cioè a circa 1500 metri.
Nel corso delle prossime 48 ore la struttura anticiclonica traslerà i propri massimi a tutte le quote verso le Isole Britanniche e in questo modo agevolerà lo spostamento verso occidente del pendio barico lungo il quale andranno a scorrere le correnti settentrionali attraverso l’Europa centrale e in parte anche verso l’Italia (fig. 2).

Almeno in una prima fase, però, l’aria in arrivo alle nostre latitudini sarà quella che sta attualmente stazionando sulla penisola scandinava, vale a dire una massa d’aria che è calda già in partenza e che, per questioni dinamiche, sarà costretta ad impattare sull’arco alpino per dar luogo a venti di föhn sul versante sottovento: la compressione adiabatica a cui andrà incontro la riscalderà ulteriormente, facendo così superare – sempre per quanto riguarda la temperatura a 850 hPa – quel 99° percentile rispetto alla nostra climatologia di riferimento proprio sull’arco alpino e sulle regioni settentrionali. Soffermandoci su due particolari di questa evoluzione (fig. 3), è curioso far notare come l’episodio favonico coinvolgerà una massa d’aria che a nord dell’arco alpino avrà già una temperatura a circa 1500 metri tra 5 e 8 °C sopra la media e che poi, sul nostro versante, si porterà fino a 10-13 °C sopra la media climatologica di fine dicembre causando di pari passo anche un drastico aumento della quota dello zero termico che supererà i 3000 metri proprio nella giornata di domenica.

Il fenomeno sarà abbastanza breve perché si attenuerà entro martedì per lasciare il posto ad un primo raffreddamento atteso per gli ultimi giorni dell’anno, di cui parleremo in un prossimo intervento. Prima di continuare con l’analisi della linea di tendenza valida per la prima decade di gennaio e di scendere nei primi dettagli sul possibile avvio di una fase più invernale, desideravo porre alla vostra attenzione questa situazione davvero rara per il tipo di evoluzione: siamo infatti ormai abituati a commentare eventi favonici con aria più calda già in partenza che arriva dalle latitudini subtropicali con l’intervento del promontorio nord africano, ma non da quelle settentrionali con l’intervento di un campo anticiclonico tra la penisola scandinava e le Isole Britanniche.