Gli incas avevano una scrittura segreta?

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Gli incas avevano una scrittura segreta?

Secondo una studiosa gli antichi popoli andini avevano elaborato un complesso sistema di comunicazione basato sui quipu, i tipici intrecci di cordicelle annodate
di Daniel Stone
www.nationalgeographic.it

I quipu, gli intrecci di cordicelle colorate che gli Incas usavano per tenere i conti, forse servivano anche a trasmettere informazioni più complesse.

Finora era noto che i quipu (o khipu) avevano la funzione di tenere l’inventario delle scorte di mais, fagioli e altre provviste alimentari: le combinazioni dei nodi rappresentavano i numeri. Ma alcuni rapporti dei colonizzatori spagnoli riferivano che gli Inca riuscivano a “scrivere” con le loro cordicelle anche resoconti storici, biografie di personaggi illustri, missive. Nessuno studioso moderno è però mai riuscito a decifrare i significati non numerici nascosti nelle cordicelle e nei nodi.

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Fotografia per gentile concessione Dallas Museum of Art

Ora due quipu, conservati dagli anziani di un villaggio andino fin dai tempi della colonizzazione, potrebbero offrire nuovi indizi per capire come le versioni più elaborate dello strumento potessero essere usate per conservare e comunicare informazioni.

“Abbiamo identificato una serie di complesse combinazioni di colori delle cordicelle”, racconta Sabine Hyland, docente di antropologia all’Università di St. Andrews, in Scozia, ed esploratrice di National Geographic. “Le cordicelle sono di 14 colori diversi che permettono di formare 95 combinazioni: un numero che rientra nella gamma di simboli presenti nei sistemi di scrittura logosillabici”: vale a dire che combinazioni specifiche di cordicelle e nodi potevano rappresentare sillabe o intere parole. Hyland ha esposto la sua teoria in un articolo pubblicato sulla rivista Current Anthropology.

La scoperta è avvenuta nel villaggio di San Juan de Collata, sulle Ande peruviane. Gli anziani del posto hanno mostrato a Hyland due quipu che la comunità conservava da secoli in una scatola di legno, al riparo dagli occhi degli estranei. I quipu, hanno spiegato, erano “messaggi creati dai comandanti militari del posto per raccontare le vicende del conflitto con gli spagnoli”. La scatola inoltre conteneva decine di lettere datate tra il XVII e il XVIII secolo: soprattutto corrispondenze tra i capi del villaggio e il governo coloniale riguardanti i diritti sulle terre.

Sarebbe dunque una conferma di quanto già notato dai cronisti spagnoli: i messaggeri inca si portavano dietro i quipu per comunicare messaggi segreti durante le ribellioni contro i colonizzatori. “Quelli di Collata sono i primi quipu che

“I quipu di Collata sono i primi che i discendenti dei loro creatori identificano con sicurezza come messaggi”, scrive Hyland nel suo studio. Tra l’altro, sono anche più grandi e complessi di quelli usati di solito per tenere i conti. Inoltre, diversamente dalla maggior parte dei quipu, che erano di cotone, sono fatti di peli e fibre di animali tipici delle Ande come la vigogna, l’alpaca, il guanaco, il lama e la viscaccia (un tipo di roditore).

Rispetto al cotone, le fibre di origine animale assorbono e trattengono meglio il colore, per cui rappresentano il mezzo più adatto alla creazione di quipu in cui anche la colorazione, oltre ai nodi, trasmette informazioni. Gli abitanti del villaggio hanno infatti spiegato a Hyland che sono molte variabili insieme a formare il messaggio: colore, tipo di fibre, e persino la direzione secondo cui le corde venivano intrecciate e piegate. Per leggere un quipu, insomma, serviva il tatto al pari della vista

Nel suo articolo, Hyland cita un cronista spagnolo che affermava che i quipu di fibre animali “mostravano una gran varietà di colori vividi, e potevano raccontare gli avvenimenti storici con la stessa facilità dei libri europei”.

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