Scoperto, durante i lavori della Metro C, il più antico acquedotto romano (2.300 anni fa)

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Scoperto, durante i lavori della Metro C, il più antico acquedotto romano (2.300 anni fa)

E’ il più antico di Roma e risale al terzo secolo avanti Cristo: il tratto misura 32 metri e ha 2.300 anni. Trovata anche una tomba dell’Età del ferro con il corredo funerario
di Edoardo Sassi

roma.corriere.it

E’ stato trovato nel cuore della città, in piazza Celimontana, nell’area di cantiere che si trova proprio di fronte all’Ospedale militare del Celio. A quasi venti metri di profondità e dove di norma è impossibile scavare, e studiare, in sicurezza, ecco quella che gli archeologi definiscono «una scoperta clamorosa, di enorme importanza, perché si tratta, quasi certamente, del più antico Acquedotto romano, risalente al terzo secolo avanti Cristo».

Studiata tutta la stratigrafia della città

Una scoperta resa nota lunedì 3 aprile, ma avvenuta negli ultimi mesi del 2016: «I resti — conferma Simona Morretta, funzionario archeologo responsabile dell’area Celio per la Soprintendenza di Stato — sono emersi durante i lavori della Metro C, scavo iniziato più di due anni fa, per un pozzo di aerazione del diametro di circa 32 metri e che coinvolge una superfice di circa 800 metri quadri». Tutti i dettagli della scoperta, che qui si anticipano, saranno illustrati mercoledì 5 aprile in un convegno alla Sapienza, durante il quale Morretta e Paola Palazzo, che ha diretto lo scavo con la cooperativa «Archeologia», illustreranno alla comunità scientifica la loro relazione intitolata «Un tratto di acquedotto repubblicano rinvenuto negli scavi Metro c di piazza Celimonana». «Solo grazie alle paratie di cemento per i lavori della metro — spiega Morretta — siamo potuti scendere a quel livello, studiando per la prima volta tutta insieme l’intera stratigrafia di Roma, cioè partendo dalle case attuali e arrivando giù giù fino a una tomba con corredo funerario, due ciotole, risalente all’Età del Ferro, fine X-inizi IX secolo avanti Cristo».

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