La Nasa può ascoltare i suoni dell’Universo

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La Nasa può ascoltare i suoni dell’Universo

L’Universo è tutto fuorchè uno spazio silenzioso. Non è vuoto come possiamo credere e la Nasa è ora in grado di captare i suoi fischi, o meglio, il “suono” degli elettroni a lavoro. Le particelle sono state ascoltate grazie alle sonde Van Allen che hanno captato un suono stridulo piuttosto intenso, probabilmente derivato da onde plasmatiche nel campo magnetico terrestre.

La Terra è immersa in un campo magnetico e lo spazio circostante non è affatto vuoto, ma occupato da particelle cariche. L’interazione di tali particelle, come gli elettroni, e il campo magnetico terrestre, “sprigiona” energia sotto forma di onde, che, come quelle del mare, producono suoni.

Tra le regioni attorno al nostro Pianeta, diverse per proprietà chimico fisiche, si distingue la magnetosfera, zona in cui è confinato il campo magnetico terrestre a causa del vento solare. All’interno della magnetosfera è localizzata la plasmasfera, così chiamata perché lo stato fisico prevalente è appunto il plasma, gas ionizzato costituito da particelle cariche. Qui si trovano circa 100 elettroni ogni centimetro quadro, una densità notevole considerato tutto lo spazio.

Le onde che viaggiano nella plasma sfera, dette appunto plasmatiche, sono particolarmente “sonore” a causa dell’alta densità di elettroni. È come se ci fosse più “attrito” al loro passaggio e quindi più rumore.

Le registrazioni sono parte di un lavoro ben più ampio che punta a comprendere le dinamiche delle onde plasmatiche allo scopo di migliorare le previsioni del tempo spaziale, che possono avere effetti dannosi sui satelliti e sui segnali di telecomunicazione.

Le due sonde Van Allen della Nasa, in particolare, utilizzano uno strumento chiamato Emfisis, (Electric and Magnetic Field Instrument Suite e Integrated Science), in grado di misurare le onde elettriche e magnetiche che circondano la Terra. Quando il dispositivo incontra un’onda, i sensori registrano i cambiamenti nella frequenza dei campi elettrici e magnetici, che vengono “tradotti” in segnali sonori.

Ecco qui i suoni dell’Universo:

Chorus Plasma Waves

Whistler Waves

Plasmaspheric Hiss Waves   

Comprendendo come interagiscono le onde e le particelle, gli scienziati possono imparare come gli elettroni vengono accelerati e schermati dalle cinture di radioprotezione, migliorando i sistemi di tutela dei nostri satelliti e le telecomunicazioni nello spazio.

Roberta De Carolis

Foto: Nasa

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