25 DICEMBRE 1222, UN FORTE TERREMOTO DI Mw 5.8 COLPISCE IL BASSO BRESCIANO E IL SUD-EST DEL GARDA

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25 DICEMBRE 1222, UN FORTE TERREMOTO DI Mw 5.8 COLPISCE IL BASSO BRESCIANO E IL SUD-EST DEL GARDA

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Nella tarda mattinata del giorno di Natale, un forte terremoto danneggiò Brescia e forse ancor più l’area ad est di Brescia e la sponda sud-orientale del lago di Garda.

Danni di minore entità sembrerebbero essersi estesi fino a Milano, Bologna e Venezia.

Le vittime potrebbero essere state molte ma il loro numero non è certo.

Si sa invece che la scossa principale fu seguita da repliche che continuarono ad essere avvertite per diversi mesi. Per tanto tempo, in effetti, che – almeno a sentire Salimbene de Adam, i bresciani avevano finito per abituarcisi e non si spaventavano neanche più.

L’epicentro è stato calcolato nei pressi di Monte Netto, ci furono crolli e vittime a Brescia dove per mesi gli abitanti vissero in tende e baracche. I danni maggiori furono registrati nella parte meridionale dell’attuale provincia bresciana. Avvertito in tutto il nord Italia, da Milano a Venezia a Bologna (dove pare sia stata interrotta dal sisma una predicazione di S. Francesco). Crollate le fortezze di Lazise e Marano, danni pure a Lodi e Cremona

“[…] Solita erat mater mea michi referre, quod tempore istius magni terremotus iacebam in cunabulis, et ipsa accepit duas sorores meas, sub qualibet ascella unam – erant enim parvule – et me in cuna dimisso cucurrit ad domum patris et matris et fratruum suorum. Timebat enim, ut dicebat, ne baptisterium super eam caderet, quia ibi iuxta erat domus mea. Et ex hoc non ita clare diligebam eam, quia plus debebat curare de me masculo quam de filiabus. Sed ipsa dicebat, quod aptiores erant sibi ad portandum, cum essent grandiuscule. [Mia madre mi raccontava che questo gran terremoto ci fu quando io ero nella culla: lei allora aveva agguantato le mie due sorelline – una sotto ogni braccio – e lasciandomi solo nella culla era scappata via fino a casa dei suoi, per paura che il battistero le cadesse addosso. La mia casa era accanto al battistero. Per questa ragione io non ero tanto contento di mia madre perchè avrebbe dovuto pensare a me – il figlio maschio – invece di portare in salvo le femmine. Lei però ribatteva che le figlie si portavano meglio perchè erano più grandicelle]”.

[Salimbene de Adam, XIII. Cronaca (1171-1287)]

Fonte: edurisk.it

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