Assenza di macchie solari sul nostro Sole: il grande dibattito sugli effetti!

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Assenza di macchie solari sul nostro Sole: il grande dibattito sugli effetti!

Dalla fine di giugno non si vedono macchie sulla superficie del Sole: che cosa cambia per la Terra (e per noi) in questo periodo di bassa attività solare?
tratto da www.focus.it

I giorni di piena assenza di macchie solari sul Sole continuano: dal 28 giugno a tutt’oggi non se ne è vista nemmeno l’ombra, fatto che, in tempi recenti, ha un solo precedente, nel 2009, quando la nostra stella segnò un “minimo” molto profondo.

Quelle che chiamiamo macchie solari sono regioni della superficie del Sole che si trovano a una temperatura inferiore (attorno ai 4.000 °C) rispetto alle aree vicine (attorno ai 6.000 °C), perciò appaiono più scure, caratterizzate però da una intensa attività magnetica.

Le macchie sembrano essere il risultato di “tubi di flussi magnetici”, che dall’interno del Sole vanno verso l’esterno e che in certi punti – là dove compaiono le macchie – si arrotolano sui se stessi fino a “bucare” la superficie solare. In quelle condizioni il flusso di calore è ostacolato, e questo spiega perché quelle regioni sono più fredde rispetto a quelle vicine.

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Primo piano di una macchia solare.

In virtù di meccanismi molto complessi il numero di macchie varia secondo cicli che mediamente hanno una durata di 22 anni, durante i quali aumenta fino a un valore massimo (11 anni) per poi diminuire a valori minimi. Un minore numero di macchie significa però una minore attività solare, e dunque minore emissione di energia.

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Farà più freddo o Pioverà di più? O accadranno entrambe le cose? La differenza tra la quantità di energia che il Sole emette quando è ai massimi e quando è ai minimi è di circa lo 0,1 per cento. Un valore in apparenza molto piccolo. Tuttavia, la prima conseguenza è la riduzione delle emissioni di radiazioni ultraviolette – che provoca un raffreddamento dell’atmosfera più alta del nostro pianeta.

Il raffreddamento produce una contrazione dell’involucro di atmosfera, lo fa collassare – seppure di poco: quel tanto che basta a fare mancare (di poco) il suo sostegno a molti satelliti e alla Stazione spaziale (le cui orbite possono essere corrette), oltre che a una quantità indeterminata di spazzatura spaziale, che ha così più probabilità di precipitare.

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L’andamento del numero di macchie sul Sole: oggi siamo ai minimi. Vedi: il Sole senza macchie sancisce la fine del ciclo numero 24.

Una minore intensità del Sole dà anche modo ai raggi cosmici di penetrare con maggiore intensità nel Sistema Solare, e questo, in effetti, già accade: le radiazioni cosmiche in prossimità della Terra sono del 13% superiori rispetto a pochi anni fa.

Un aumento dei raggi cosmici che arrivano sul nostro pianeta potrebbe voler dire una maggiore nuvolosità, e un possibile raffreddamento, perché questi aiutano le particelle dell’atmosfera a diventare nuclei di aggregazione del vapore acqueo, ma un cielo più nuvoloso potrebbe anche voler dire una minore perdita di calore verso lo spazio, l’irraggiamento termio. Anche senza ipotizzare mini glaciazioni, potrebbe comunque esserci un raffreddamento dell’atmosfera che potrebbe durare alcuni anni, oppure esserci un’aumento della copertura novolosa con mantenimento del calore nei bassi strati, con contrasti più elevati e fenomeni più intensi… Complicando così ancora di più tutti i discorsi attorno al riscaldamento globale.

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