La Siberia potrebbe diventare in gran parte abitabile entro il 2080 a causa dei cambiamenti climatici… ma ci sono dei rischi

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La Siberia potrebbe diventare in gran parte abitabile entro il 2080 a causa dei cambiamenti climatici… ma ci sono dei rischi

Un gruppo di climatologi russi e americani ha svolto uno studio sugli effetti del riscaldamento globale in Siberia, dove già nel 2080 si prevede un clima più mite e condizioni più favorevoli per la vita umana. Lo studio è stato pubblicato su Environmental Research Letters.
tratto da www.iflscience.com

In questo momento, la Siberia è meglio conosciuta per i paesaggi ghiacciati e gli animali fossili perfettamente conservati dell’era glaciale, piuttosto che per i suoi climi temperati e spazi verdi, ma sembra che la situazione sia destinata a cambiare. Questo secondo uno studio pubblicato dove i ricercatori hanno scoperto che anche il cambiamento climatico “mite” potrebbe consentire alla popolazione di crescere del 500% entro il 2080. “La Russia asiatica è attualmente estremamente fredda”, ha spiegato la dott.ssa Elena Parfenova dell’Istituto degli studi forestali del Dipartimento Siberiano dell’Accademia russa delle scienze a Krasnojarsk.

“Se, tra le altre cose, non verrà fermata l’emissione dei gas a effetto serra, le temperature a gennaio in Siberia aumenteranno di 9 gradi celsius, il mese di luglio sarà più caldo di 5,7 gradi e il livello delle precipitazioni di alzerà di 140 millimetri. Il risultato è che il clima diventerà più mite e la superficie occupata dai ghiacci perenni si ridurrà del 25% entro il 2080”.

La Russia asiatica comprende una vasta distesa di terra a est degli Urali e verso il Pacifico. Sebbene abbia una superficie di 13 milioni di chilometri quadrati, costituiendo il 77% della superficie terrestre russa, ospita solo il 27% della popolazione. Quel 27 percento è in gran parte concentrato lungo la steppa della foresta nel sud, dove il clima è meno rigido e il suolo più fertile.

Le zone artiche e i ghiacci di montagna restano le regioni più sensibili all’effetto del riscaldamento globale. Negli ultimi anni le temperature medie nella zona polare sono salite di 6-7 gradi. I ricercatori ritengono che in futuro lo scioglimento dei ghiacciai artici porterà a cambiamenti irreversibili nel clima di tutta la Terra.

Le conseguenze principali del riscaldamento sono lo spostamento delle fasce climatiche (e quindi della flora e della fauna) e il cambiamento dei periodi di inizio e fine delle stagioni. Nelle zone artiche russe e canadesi la primavera sta già arrivando due o tre settimane prima della norma e la velocità dello scioglimento dei ghiacciai perenni di fatto è raddoppiata.

Da una parte, spiegano la dott.ssa Parfenova e i suoi colleghi, questi processi avranno un’influenza negativa sull’infrastruttura artica già esistente e potrebbero portare a gravi cambiamenti dell’ecosistema, con scioglimento del permafrost e anche l’insorgenza di virus anche pericolosi. D’altra arte i cambiamenti climatici potrebbero rendere molto più facile la vita delle persone, in quanto gli inverni saranno meno rigidi e il suolo più fertile e adatto all’agricoltura.

Le zone della Siberia Orientale, dell’Estremo Oriente, dell’Alaska e dell’Artico canadese possono diventare più attraenti per l’uomo rispetto ai territori del sud, dove regneranno afa e siccità.

“La parte asiatica della Russia resta uno dei luoghi più freddi della Terra. In futuro, quando il clima diventerà più caldo, la produttività di queste terre e la loro capacità di sostenere la popolazione cresceranno notevolmente. Tuttavia ora né in Siberia né nell’Estremo Oriente ci sono le infrastrutture adatte, dalle quali dipenderà la velocità con la quale si arriverà a padroneggiare questi nuovi territori”, concludono i climatolog

“In un futuro clima più caldo, la sicurezza alimentare in termini di distribuzione delle colture e capacità produttiva diventerà probabilmente più favorevole per le persone a sostenere gli insediamenti, probabilmente con un clima molto simile a quello del Mediterraneo”.

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