Exe Flegrei 2019: tutto pronto per l’esercitazione nazionale sul rischio vulcanico

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È tutto pronto a Napoli per Exe Flegrei 2019, la maxi esercitazione sul rischio vulcanico che per quattro giorni coinvolgerà circa 4000 cittadini dell’area flegrea nella simulazione delle varie fasi emergenziali
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L’esercitazione “Exe Flegrei 2019” nasce con l’obiettivo di aggiornare la pianificazione per il rischio vulcanico dell’area flegrea. Il percorso, iniziato da alcuni anni, ha portato  alla definizione dello scenario scientifico di riferimento e alla conseguente individuazione delle nuove zone rossa e gialla, attraverso il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri firmato del 26 giugno 2016 

“Exe Flegrei 2019” si svolgerà dal 16 al 20 ottobre in Campania e prevede, in particolare, il coinvolgimento dei comuni della zona rossa dei Campi Flegrei, della Prefettura di Napoli, della Regione Campania e dei Centri di Competenza del Dipartimento della Protezione Civile (INGV, Centro studi Plinivs-LUPT e CNR-IREA). Anche le Regioni e Province Autonome gemellate con i comuni della zona rossa parteciperanno in qualità di osservatori.

Lo scenario esercitativo simula una variazione dei parametri di monitoraggio e il verificarsi di fenomeni tali da determinare un passaggio dallo stato attuale di allerta gialla del vulcano, ad una situazione di allerta arancione, fino ad arrivare ad uno stato di eruzione imminente, ovvero di livello di allerta rosso. I passaggi ai diversi livelli di allerta si presenteranno in maniera sequenziale e saranno caratterizzati da durate variabili.

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Foto – Da sx verso dx: Il Direttore dell’Osservatorio Vesuviano (OV-INGV), Francesca Bianco, la Dirigente della Regione Campania, Roberta Santaniello, il Direttore Generale dell’INGV, Maria Siclari, il Prefetto di Napoli, Carmela Pagano, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli

L’esercitazione rappresenta l’occasione per elaborare, testare e migliorare gli aspetti operativi, procedurali e metodologici delle pianificazioni territoriali e di settore e per elaborare un documento di sintesi che ne raccordi le strategie e le scelte operative. L’esigenza dell’esercitazione è quella di dare impulso alle attività di pianificazione per il rischio vulcanico, avviate da tempo sulla base degli indirizzi del Capo del Dipartimento della protezione civile del 2 febbraio 2015, con le  indicazioni inerenti l’aggiornamento delle pianificazioni di emergenza ai fini dell’evacuazione cautelativa della popolazione della «Zona rossa» dell’area vesuviana, valide anche per l’area dei Campi Flegrei.

In occasione dell’esercitazione è prevista la realizzazione della Campagna di informazione “Io non rischio”, declinata nello specifico sui Campi Flegrei, per la diffusione di informazioni su:

  • il vulcano e le fenomenologie che lo caratterizzano;

  • il sistema di allertamento;

  • il Piano nazionale di protezione civile: scenario di riferimento, livelli di allerta, zona rossa e zona gialla, piano di allontanamento e gemellaggi.

I gazebo “Io non rischio” saranno allestiti in alcune aree di attesa dei comuni della zona rossa e saranno attivi nella giornata del 19 ottobre.

Lo scenario

I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica attiva, di oltre dieci chilometri di diametro, dalla struttura singolare: non un vulcano a forma di cono troncato ma una depressione detta “caldera” centrata sulla città di Pozzuoli, che si estende da Monte di Procida a Posillipo.

Rispetto ai vulcani centrali, caratterizzati da eruzioni frequenti che avvengono da un unico cratere e dalla deposizione di materiali vulcanici che portano all’edificazione di coni (colate di lava e prodotti piroclastici), le caldere mostrano struttura e comportamenti significativamente diversi. La grande maggioranza delle caldere produce, infatti, eruzioni che difficilmente presentano schemi regolari. In generale, prevalgono eruzioni esplosive di scala variabile, originate da bocche sparse, alcune o molte delle quali possono essere di intensità e violenza molto forte. Inoltre, le caldere sono contrassegnate da anomalie termiche del sottosuolo e presenza di abbondanti manifestazioni idrotermali.

L’ultima eruzione dei Campi Flegrei si è verificata nel 1538 e, nel giro di pochi giorni, ha dato origine all’interno della caldera al cono di scorie di Monte Nuovo. Da allora il vulcano è in uno stato di quiescenza sebbene mostri segnali di attività quali sismicità, emissioni di gas e deformazioni del suolo.

Gli stati pre-eruttivi dei Campi Flegrei definiti unrest debole, unrest forte ed eruzione imminente, possono essere riconoscibili essenzialmente attraverso la variazione degli ordini di grandezza di determinate soglie di fenomeni rilevabili attraverso i parametri di monitoraggio misurati, tenendo però in considerazione che l’identificazione di un qualunque valore di soglia appare difficilmente applicabile, vista l’imprevedibilità e variabilità dei comportamenti osservati in numerose caldere.

Dal 2012 a oggi, le variazioni di alcuni dei parametri di monitoraggio misurati nell’area della caldera hanno reso necessario innalzare il livello di allerta da verde (stato di quiescenza) a giallo (unrest debole) ed attivare la fase operativa di attenzione.

L’esercitazione

L’esercitazione si svolgerà dal 16 al 20 ottobre e prevede attività sia su scala reale sia per posti di comando.

La giornata del 16 ottobre è dedicata principalmente alle attività di monitoraggio e valutazione dello stato del vulcano da parte dei Centri di Competenza: Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente (Irea) del Cnr-Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Nel corso della giornata del 17 ottobre è prevista la riunione in seduta straordinaria della Commissione grandi rischi (CGR) e la progressiva attivazione del Sistema di protezione civile. Considerati i dati delle reti di monitoraggio dell’INGV e le valutazioni della CGR viene disposto il passaggio al livello di allerta arancione. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Capo del Dipartimento della Protezione Civile, sentito il Presidente della Regione Campania, attiva la fase operativa di preallarme e delibera lo stato di emergenza.

È subito convocato il Comitato operativo della Protezione Civile e attivato il  Sistema di protezione civile anche a livello locale, con l’insediamento del Centro coordinamento soccorsi (CCS) di Napoli e dei Centri operativi comunali (COC) dei comuni della zona rossa. Successivamente si attiva sul territorio la Direzione di comando e controllo (Di.Coma.C.), con la conseguente chiusura del Comitato operativo.

Nella giornata del 18 ottobre la Di.Coma.C. è pienamente operativa e vengono testate le pianificazioni di settore, in particolare quelle dell’ordine pubblico, del settore sanitario e della salvaguardia dei Beni Culturali. In questa fase inizia l’allontanamento autonomo della popolazione: a fini esercitativi alcuni comuni testeranno questa attività attraverso le autovetture  della polizia locale, senza il coinvolgimento della popolazione.

In considerazione delle ulteriori variazioni dei parametri di monitoraggio e delle valutazioni della CGR, viene disposto il passaggio al livello di allerta rosso. Il Presidente del Consiglio dei Ministri dichiara la fase operativa di allarme che comporta l’attivazione del piano di allontanamento nella giornata del 19 ottobre, con il conseguente test dell’evacuazione della popolazione dei comuni della zona rossa.

Il Dipartimento ha previsto un programma di valutazione a cui parteciperanno rappresentanti dei settori di protezione civile delle regioni e Province autonome gemellate e dei comuni della zona rossa vesuviana.

Alla fine dell’esercitazione, nella giornata del 20 ottobre, è previsto un debriefing, per condividere i primi risultati e raccogliere osservazioni dai vari protagonisti dell’esercitazione, mentre l’analisi dei dati e delle informazioni saranno documentate in un rapporto finale.

Gli obiettivi

I principali obiettivi che si intendono raggiungere riguardano, oltre al test della pianificazione di protezione civile per il rischio vulcanico ai vari livelli territoriali, il miglioramento, la verifica o la messa a punto dei processi e delle attività di seguito specificati:

  • il processo di valutazione da parte della comunità scientifica per il passaggio di livello di allerta necessario all’attivazione delle fasi operative;

  • l’attivazione e l’organizzazione dei centri operativi locali Centro coordinamento soccorsi (CCS) e Centri operativi comunali (COC);

  • l’allestimento, l’organizzazione e l’attivazione della Direzione comando e controllo (Di.Coma.C.) presso il Comune di San Marco Evangelista;

  • il test della funzionalità delle aree di attesa individuate per l’esercitazione;

  • la progettazione e l’organizzazione dell’area di incontro “Istituto Don Diana” nel Comune di Giugliano in Campania;

  • l’organizzazione del trasporto assistito con la verifica del piano di allontanamento.

L’esercitazione è l’occasione anche per testare la pianificazione partecipata, la continuità amministrativa e la registrazione della popolazione che si allontana con il trasporto assistito. Tali attività sono state realizzate e programmate nell’ambito di progetti pilota sviluppati in alcuni comuni della zona rossa flegrea.

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