Ecco come si muovono i poli magnetici della Terra
A differenza dei poli geografici, che siamo abituati a pensare fissi, i poli magnetici della Terra si muovono in modo imprevedibile, coprendo anche grandi distanze nel corso dei secoli, come conseguenza della lenta e continua variazione del campo magnetico terrestre.
di Mauro Regi, Stefania Lepidi e Domenico Di Mauro
ingvambiente.com
I poli geografici della Terra, apprendiamo già ai primi anni di scuola, sono quei punti in cui l’ideale asse di rotazione del pianeta “buca” la superficie terrestre. I poli nord e sud, diametralmente opposti, sono i punti chiave di ogni sistema cartografico che descriva il nostro pianeta. Saremmo subito portati a pensare che i poli magnetici della Terra siano qualcosa di analogo a quelli geografici. Scopriamo invece che vi sono due profonde differenze:
1) I poli magnetici e quelli geografici non coincidono e distano centinaia di chilometri l’uno dall’altro, cosicché qualsiasi sistema cartografico basato sui poli magnetici è necessariamente differente da quello geografico;
2) i poli magnetici si muovono nel tempo in un moto apparentemente casuale, forzandoci ad un continuo aggiornamento delle carte e dei sistemi di orientamento basati sul campo magnetico terrestre.
Entrambi i poli magnetici, rigorosamente individuati da misure in loco, hanno mostrato nel tempo una lenta migrazione con velocità dell’ordine di alcune decine di km l’anno, coprendo circa 1000 km negli ultimi 120 anni. E’ stato osservato che i due poli si muovono in maniera indipendente, con velocità diverse. A metà degli anni ’90 il polo nord magnetico ha accelerato, passando da circa 15 km l’anno a circa 55 km l’anno, mentre il polo sud magnetico ha “sterzato”, cambiando direzione.
Questo moto inaspettato si intuisce non appena si comprende come si genera il campo magnetico del nostro pianeta. Esso è generato da correnti elettriche circolanti nella parte fluida del nucleo terrestre dovute ai moti convettivi del ferro liquido, elettricamente molto conduttivo e costituente principale del nucleo. È un campo molto esteso che riempie lo spazio intorno alla Terra fino a distanze di diversi raggi terrestri. Costituisce uno scudo che devia efficacemente gran parte delle particelle cariche provenienti dalla nostra stella: senza di esso le particelle cariche emesse dal Sole potrebbero strappar via, direttamente o indirettamente, la nostra atmosfera e persino l’acqua, rendendo impossibile la vita sulla Terra, trasformandola in un pianeta inospitale, similmente a Marte (per approfondire l’argomento puoi leggere anche questo post).
Volendo sperimentare la forma di questo campo magnetico, dovremmo dotarci di una bussola il cui ago possa orientarsi liberamente nello spazio. Più semplicemente, la direzione verso cui punta l’ago di una comune bussola è pressoché la stessa in un qualunque punto sulla superficie terrestre: quella che va dal polo sud al polo nord magnetico, con diverse inclinazioni, sempre crescenti verso i poli. Già Cristoforo Colombo, nei suoi quattro viaggi transatlantici dal 1492 al 1502, scoprì che l’ago magnetico non puntava al Nord vero. Ai giorni nostri, similmente a quanto accadeva in passato, la navigazione aeronavale viene controllata facendo riferimento a delle mappe del campo geomagnetico; nasce dunque l’importanza di conoscerlo quanto più esattamente possibile, seguendolo nei suoi cambiamenti. Per un approfondimento delle caratteristiche del campo magnetico ti rimandiamo a questo post.
