La rivoluzione industriale aveva già iniziato a inquinare i ghiacci dell’Himalaya

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La rivoluzione industriale aveva già iniziato a inquinare i ghiacci dell’Himalaya

Le tracce dell’uomo sono arrivate sulle nevi perenni molto prima delle scalate
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L’uomo ha iniziato a contaminare l’Himalaya centinaia di anni prima di iniziare a scalare le sue montagne. Alla fine del XVIII secolo i prodotti della combustione del carbone sono stati trasportati dai venti a partire da Londra, centro della Rivoluzione industriale, e hanno viaggiato per oltre 10.000 chilometri fino al ghiacciaio Dasuopu, nella parte centrale della catena himalayana, depositandosi. E’ così che hanno dato origine ai depositi di metalli descritti sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas) dal gruppo dell’università dell’Ohio coordinato dall’italiano Paolo Gabrielli.

Analizzando le concentrazioni di metalli presenti nella carota di ghiaccio prelevata sul Dasuopu, i ricercatori hanno trovato 23 tracce di metalli accumulati tra il 1499 e 1992. Tra questi antimonio, cadmio, cromo, molibdeno, nichel e zinco, che hanno iniziato ad accumularsi all’inizio della Rivoluzione industriale, nel 1780. Tra il 1810 e 1880 le ceneri volatili, trasportate dai venti invernali che viaggiavano da Ovest verso Est, hanno contribuito all’accumulo di questi metalli tossici, depositandosi con la neve sul ghiacciaio alto 7200 metri.

I livelli di metalli tossici rilevati sono stati minori del previsto dopo il 1880, probabilmente per i cambiamenti avvenuti nella circolazione atmosferica e per gli inverni più umidi del normale in Europa. I ricercatori hanno inoltre trovato livelli di zinco di circa cinque volte più alti rispetto a quelli naturali, prodotti sia dalle ceneri volatili derivate dalla combustione del carbone, sia dagli incendi delle foreste fatti su larga scala, appiccati tra il 1800 e 1900, “probabilmente dall’uomo a scopo di deforestare velocemente ampie aree che potessero essere adibite ad uso agricolo e pastorale”, ha osservato Gabrielli.

I livelli di piombo trovati nel ghiaccio nella seconda parte del XX secolo “sono i più elevati di tutti e sono stati causati con ogni probabilità – aggiunge – dalle combustione di benzine addizionate con piombo, in particolare in Asia ove si è verificata una rapidissima ed intensa industrializzazione a partire dagli anni 70”.

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