E’ stato un micro terremoto idrotermale associato al vulcano dei monti Sabatini a provocare i due boati di Capena

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E’ stato un micro terremoto idrotermale associato al vulcano dei monti Sabatini a provocare i due boati di Capena

Due forti boati hanno gettato nel panico la popolazione di Capena, domenica 4 ottobre, un piccolo comune alle porte di Roma. La gente è scesa in strada impaurita dopo aver avvertito il rumore di due esplosioni. E’ successo anche nei giorni successivi, così le autorità hanno allertato l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che dopo una serie di indagini potrebbe aver scoperto l’origine di questi insoliti “scoppi”.

Secondo l’Ingv, infatti, il boato e le micro scosse di terremoto avvertite contemporaneamente sarebbero state prodotte da un fenomeno di “sifonamento carsico di acque” nei pressi di un laghetto o ancora da un “piccolo terremoto idrotermale associato al vulcano dei monti Sabatini” o sinkhole. Si tratta di un vero e proprio sprofondamento naturale del suolo, da cui è nato il Lago Puzzo. In alternativa, potrebbe essersi trattato di un terremoto legato all’attività del vulcano dei Monti Sabatini.

Nei giorni scorsi, l’Amministrazione Comunale aveva segnalato all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) la stranezza del forte boato avvertito dalla popolazione locale e dai paesi limitrofi e della particolarità della zona interessata, soggetta al fenomeno di sinkhole. Così i sismologi e i geologi hanno iniziato il monitoraggio dell’area:

“È stato avvisato anche l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) responsabile del Progetto Sinkhole. Abbiamo scritto anche alla Protezione Civile Regionale di vigilare sul nostro territorio” ha fatto sapere con un post il Comune di Capena.

Come spiega Repubblica, le ricerche degli esperti si sono concentrate  su un laghetto poco noto perchè le sue acque tendono a scomparire e ricomparire. E’ il lago di Leprignano o lago “Puzzo” per via del cattivo odore che emanava all’origine a causa del gas solforoso. Il lago “fantasma” sarebbe nato proprio per via dei fenomeni carsici che interessano l’area.

A indirizzare le ricerche degli studiosi è stato un articolo di Nextdoorpost risalente a giugno e che faceva riferimento al lago, poco conosciuto anche dalla popolazione locale perché ormai ridotto a uno stagno, e alla sua origine carsica:

Al termine delle prime indagini, l’INGV ha inviato un’informativa al Comune, firmata da Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che spiega:

“Il laghetto è noto per il rilascio di gas di origine profonda, con concentrazioni di C02, con abbondante metano e privo acido solforico. Le ipotesi al momento sono diverse: un sifonamento carsico di acque in profondità ( fenomeno frequente che si ritiene responsabile di fenomenologie anche in altre parti d’Italia come nell’area di Vittorio Veneto) oppure vista la bassa frequenza riconosciuta nei sismogrammi, legato al trasferimento di fluidi idrotermali e o ad alta pressione di anidride carbonica in profondità, di un tipico piccolo terremoto idrotermale associato al vulcano dei Sabatini”.

Oggi al Comune di Capena si svolgerà anche un incontro tra le autorità, l’Ingv e l’Ispra per approfondire la questione ma intanto la popolazione ha una prima palusibile spiegazione, legata all’attività vulcanica e sismica che caratterizza la zona.

Curiosità. Il lago “Puzzo” è ricordato anche per un’altra ragione. Si narra che negli anni 60’i ragazzi del paese facevano il bagno nelle sue acque. Un giorno, però, uno di loro annegò e nonostante i tentativi di soccorso il suo corpo non venne più trovato.

Fonti di riferimento: Nextdoorpost, Comune di Capena/Facebook, la Repubblica

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