Ennesima assurda strage di ranger nel Parco Nationale di Virunga, in Congo

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Ennesima assurda strage di ranger nel Parco Nationale di Virunga, in Congo

Forse sono state milizie Mai Mai. Nella Repubblica democratica del Congo continua la guerra infinita per le risorse
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Il Parc National des Virunga, nella Repubblica democratica del Congo (Rdc), ha confermato «con immensa tristezza» la morte de 6 Rangers del Parco avvenuta durante un attacco armato la mattina del 10 gennaio.

I ranger del Parc National des Virunga assassinati si chiamavano Burhani Abdou Surumwe (30 anni); Kamate Mundunaenda Alexis (25 anni); Maneno Kataghalirwa Reagan (27 anni); Kibanji Bashekere Eric (28 anni); Paluku Budoyi Innocent (28 anni); Nzabonimpa Ntamakiriro Prince (27 anni).

Un altro ranger, Faustin Niyonzima, è rimasto gravemente ferito ed è stato trasportato trasportato all’ospedale Goma, dove ora non è più in pericolo di vita.

Si è trattato di  un’imboscata tesa ai ranger intorno alle 7,30 di mattina e il Parco spiega che « Le guardie effettuavano un pattugliamento a piedi nel territorio del Parco in un luogo chiamato Kabuendo. Il sito era vicino al confine del Parco, nel Secteur centre, tra Nyamilima e Niamitwitwi. I primi elementi dell’inchiesta indicano che i ranger sono stati presi di sorpresa, senza la possibilità di potersi difendere». I responsabili della strage dovrebbero essere dei miliziani dei gruppi Mai-Mai, un termine generico usato per descrivere una varietà di milizie locali che compiono ruberie e atrocità di ogni genere nell’eterna guerra nella Rdc orientale.

L’attacco è stato il più mortale dall’aprile del 2020, quando vennero assassinati 12 ranger e 5 civili in quello che è stato il peggior episodio di violenza nella storia del Parco. Allora l’attacco mortale venne sferrato da una sessantina di miliziani.

Chris Galliers, presidente della International Ranger Federation, ha detto a Mongabay che «I ranger sono la spina dorsale delle aree protette e conservate, e sono lì per proteggere i parchi, ma questo non dovrebbe mai includere il dover affrontare milizie pesantemente armate».

In un comunicato il Parc National des Virunga sottolinea che «La perdita di vite umane tra i guardiani del parco è tanto più ingiustificata perché fanno di tutto per proteggere il parco e le comunità circostanti dalla tirannia dei gruppi armati. Il loro sacrificio sarà ricordato per sempre. Le guardie dell’Institut Congolais pour la Conservation de la Nature (ICCN) sono agenti dello Stato congolese responsabili dell’applicazione della legge. Non hanno uno status militare e la loro azione non è soggetta al diritto del  conflitto armato. Nessuno sforzo sarà risparmiato per assicurare alla giustizia gli autori di questo nuovo e spregevole attacco, nel rispetto dello Stato di diritto. Questi tragici eventi non fermeranno i programmi di sviluppo portati avanti dal Parco Nazionale Virunga a beneficio delle comunità confinanti. Il parco continuerà i suoi sforzi per contribuire alla pace e alla sicurezza degli abitanti del Nord Kivu, che, come le guardie, hanno sofferto troppo a lungo per i conflitti armati».

Il Virunga è un sito del patrimonio mondiale dell’Unesco e si estende su 7.800 chilometri quadrati nell’est della Rdc, in un’area remota al confuine con l’Uganda. E’ uno dei parchi nazionali più ricchi di biodiversità dell’Africa e ospita grandi popolazioni di gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei) e scimpanzé orientali (Pan troglodytes schweinfurthii). Secondo il Parco ci vivono 218 specie di mammiferi, tra cui elefanti di  savana (Loxodonta africana), leoni (Panthera leo) e 22 specie di primati.

Intervistato da Mongbay, Onesphore Sematumba, ricercatore dei Grandi Laghi del l’International Crisis Group, ha spiegato che «L’ostilità tra ranger e milizie locali è parzialmente radicata nelle controversie sulla terra che risalgono alla creazione del Parc National des Virunga nel 1925. Da una parte c’è l’ICCN e poi dall’altra parte c’èi la popolazione che vive principalmente di agricoltura, e ha bisogno di accedere alla terra per sopravvivere.  E credono che molta terra sia stata presa dal parco e che sia disponibile per gli animali, mentre anche loro ne hanno bisogno».

Sematumba pensa che «Non sia una coincidenza che lo scontro sia avvenuto vicino al recinto, progettato per impedire a cacciatori e agricoltori di entrare illegalmente nel parco».

I ranger dell’ICCN sono armati e pattugliano le aree del parco che sono ancora sotto il controllo del governo della Rdc e questo li porta a scontrarsi sia con le milizie ribelli armate sia con i bracconieri e con la gente del posto che cerca di coltivare all’interno dell’Area protetta.

In altri Parchi della RDC, i ranger dell’ICCN sono stati accusati di uso eccessivo della  forza eccessiva e di aver commesso violazioni dei diritti umani nell’ambito del loro servizio.

Ma realtà le motivazioni e i dettagli del sanguinario attacco restano poco chiari, anche perché nessuna delle tante milizie che si combattono ne ha rivendicato la responsabilità. Quello che è certo e è che il Virunga, nonostante sia pattugliato da 700 ranger viene utilizzato come nascondiglio da diversi gruppi armati, alcuni dei quali hanno occupato militarmente ampie aree del parco e stanno tagliando alberi per produrre carbone che poi rivendono nei mercati locali.

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