In media 45 terremoti al giorno in Italia nel 2020, uno ogni mezz’ora

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In media 45 terremoti al giorno in Italia nel 2020, uno ogni mezz’ora

Per l’Ingv in totale sono 16.597, un numero simile al 2019
ingvterremoti.com

Nel 2020 la Rete Sismica Nazionale (RSN) ha localizzato 16597 terremoti sul territorio italiano e nelle zone limitrofe. Circa 45 eventi al giorno – in media – sono stati analizzati dai nostri ricercatori e tecnici in turno H24 nelle Sale di Sorveglianza dell’INGV. Uno ogni 30 minuti circa.

La mappa dei terremoti del 2020 in Italia e nelle zone limitrofe, in media 45 al giorno. (fonte: INGV) © Ansa
La mappa dei terremoti del 2020 in Italia e nelle zone limitrofe, in media 45 al giorno. (fonte: INGV) – RIPRODUZIONE RISERVATA+CLICCA PER INGRANDIRE

Nella mappa si può notare che anche nel 2020 i più forti terremoti sono stati localizzati al di fuori del territorio italiano. Gli eventi sismici di magnitudo pari o superiore a 5.0 (rappresentati nella mappa con le stelle rosse) sono avvenuti in Albania, in Algeria e in Croazia, durante la sequenza sismica di fine dicembre con il forte terremoto di magnitudo Mw 6.3 del 29 dicembre, nei pressi della città di Petrinja, come pure numerosi altri eventi di magnitudo compresa tra di 4.0 e 5.2 avvenuti nelle ore precedenti e nei giorni successivi. In precedenza nel mese di marzo sempre in Croazia, nei pressi di Zagabria, erano stati registrati altri importanti eventi, il più forte di magnitudo Mw 5.1, avvenuto il 22 marzo.

Gli altri eventi di magnitudo pari o superiore a 5.0 sono stati localizzati sulla costa dell’Albania il 28 gennaio (Mb 5.0) e nel nord dell’Algeria il 24 gennaio (Mb 5.0), il 26 marzo (Mb 5.0) e il 22 novembre (Mb 5.1).  Ricordiamo anche che il 30 ottobre del 2020 è avvenuto in Grecia il più forte terremoto degli ultimi anni nel Mediterraneo (Mw 7.0) al largo dell’isola di Samos, che ha dato origine ad uno tsunami.  Approfondimenti sui terremoti in Croazia e nell’area mediterranea.

Il numero di terremoti localizzati in Italia nel 2020 è molto simile a quello del 2019, un numero inferiore se lo si confronta con i terremoti del 2016 e 2017 caratterizzati dalla sequenza sismica in Italia centrale, iniziata il 24 agosto 2016. Già dal 2018 il contributo di eventi sismici determinato da questa sequenza è stato in forte calo, anche se nel 2020 questo contributo in percentuale rappresenta ancora un valore molto elevato rispetto al totale della sismicità in Italia: circa il 30%.

Nel grafico sottostante è visualizzato il numero di terremoti registrati grazie alle stazioni della Rete Sismica Nazionale dal 2012 al 2020. Con la colonna blu è rappresentato il numero totale di eventi (tutte le magnitudo) che raggiunge valori molto elevati durante il 2016 e 2017 a causa della sequenza in Italia centrale. Negli altri anni questo numero si mantiene intorno ai 20 mila terremoti all’anno, con il 2012, il 2015, il 2019 e il 2020 che mostrano valori inferiori.

Numero annuale di eventi localizzati dal 2012 al 2020: in blu il numero totale, in rosso quelli di magnitudo pari o superiore a 2.0.

La colonna rossa invece indica il numero di terremoti di magnitudo pari o superiore a 2.0 – che in media corrisponde al 10-15% dei terremoti totali registrati – e che nel 2020 si mantiene quasi invariato, con un leggero aumento rispetto al 2019.

Qualche numero e curiosità per i terremoti del 2020 in Italia e nelle aree limitrofe

  • 16597 terremoti registrati in Italia e nelle aree limitrofe.
  • 2002 terremoti di magnitudo superiore o uguale a 2.0.
  • 9 eventi di magnitudo superiore o uguale a 5.0, tutti avvenuti al di fuori del territorio italiano: la maggior parte in Croazia (cinque), tre in Algeria e uno in Albania.
  • 23 terremoti di magnitudo compresa tra 4.0 e 4.9; la maggior parte localizzati in Croazia, 4 eventi (di magnitudo massima 4.4) in territorio italiano e 2 nel mar Tirreno e nel Canale di Sicilia.
  • 194 terremoti di magnitudo compresa tra 3.0 e 3.9.

Il terremoto più forte: in Sicilia (Vittoria – Ragusa) il 22 dicembre di magnitudo ML 4.6 (Mw 4.4)

Un terremoto avvenuto in un’area non molto sismica e che ha avuto pochissime repliche (aftershocks) per quella magnitudo: 3, di cui la maggiore di magnitudo 1.6.

Il più piccolo registrato, anzi i più piccoli: vicino Sassoferrato (AN) il 21 agosto di magnitudo ML 0.0vicino Pietralunga (PG) il 9 luglio di magnitudo ML 0.0.

Due eventi localizzati dalla Rete Sismica Nazionale, di magnitudo 0.0. Entrambi gli eventi sono avvenuti nell’area d’Italia con la maggiore copertura di stazioni sismiche, dove quindi la sensibilità della Rete Sismica è massima. In quest’area registriamo ogni anno migliaia di terremoti di piccola magnitudo. Nonostante la bassissima magnitudo, i due eventi sono stati registrati rispettivamente da 9 e 16 stazioni della RSN! Ricordiamo che la magnitudo Richter può avere anche valori negativi.

Il più profondo: nel Tirreno meridionale il 15 marzo di magnitudo ML 4.4, a 499 km di profondità.

In tutta l’area compresa tra l’arco calabro e il Tirreno meridionale è in atto un processo di sprofondamento della litosfera oceanica ionica nel mantello terrestre. Questo processo geologico (“subduzione”) è responsabile dell’apertura del bacino tirrenico, che fino a pochi milioni di anni fa non esisteva. Questo è il motivo per cui in quest’area si registrano terremoti molto profondi.

Il primo dell’anno: vicino Sefro-Muccia-Camerino (MC) alle 00:01:24 del 1° gennaio di magnitudo 1.0.

Solo un minuto e 24 secondi dopo l’inizio del nuovo anno! Un record difficilmente battibile. Come per i più piccoli, una delle aree più attive d’Italia, con tantissimi microterremoti, fortunatamente non avvertiti dalla popolazione.

L’ultimo dell’anno: nell’area etnea, vicino Ragalna (CT) alle 23:41 del 31 dicembre di magnitudo 1.5.

Terremoto legato al vulcano Etna, che ne ha prodotti moltissimi in tutto l’anno. La sismicità dei vulcani attivi come l’Etna è dovuta alle deformazioni indotte dai movimenti di magma nelle profondità del vulcano. In questo caso il terremoto è avvenuto a una profondità considerevole, circa 18 km, ma non è insolito avere terremoti a profondità “negative”, ossia sopra il livello del mare (la montagna è alta circa 3000 metri).

La regione con più terremoti (di magnitudo >=2.5): la Sicilia.

La Sicilia ha avuto 106 eventi di magnitudo pari o superiore a 2.5. Se contassimo anche i terremoti molto piccoli, il primato sarebbe condizionato dalla densità della rete sismica e “vincerebbero” Marche e Umbria molto probabilmente. Naturalmente per la Sicilia pesa la presenza dell’Etna in cui l’attività vulcanica è accompagnata da terremoti anche importanti. Nel 2020 sono state inoltre attive diverse aree sia nella parte orientale dell’isola che in quella occidentale, come nel Belice.

La regione con meno terremoti: la Sardegna, come sempre.

È la regione d’Italia più lontana dalle fasce in deformazione degli Appennini e delle Alpi, dove i grandi processi geologici, che pure l’hanno interessata in un intenso passato geologico neanche troppo remoto (un paio di decine di milioni di anni fa), sono rallentati. Ciò non vuol dire che la Sardegna non abbia una sua sismicità rilevante, come descritto in altri articoli, ma certamente è più rara che nelle altre regioni italiane. Contando anche le aree marine intorno all’isola, in 366 giorni del 2020 ne abbiamo registrati 4 in totale, di cui soltanto uno in terra, presso Perdasdefogu. Va anche detto però che la copertura della Rete Sismica sull’isola è piuttosto scarsa, quindi è possibile che piccoli terremoti non siano stati localizzati dalla RSN.

Quasi il 90% dei terremoti localizzati in Italia nel 2020 ha avuto magnitudo minore di 2.0, e probabilmente non sono stati avvertiti dalla popolazione, salvo qualche eccezione (per esempio in caso di ipocentri molto superficiali in prossimità di aree abitate, come ad esempio nelle aree vulcaniche della Campania).

Nella tabella sono riportati tutti gli eventi registrati dalla Rete Sismica Nazionale di magnitudo pari o superiore a 4.0 e localizzati sul territorio nazionale o lungo le coste.

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