Il glifosato minaccia gli ecosistemi di acqua dolce di tutto il pianeta

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Il glifosato minaccia gli ecosistemi di acqua dolce di tutto il pianeta

Impatti sulla biodiversità anche quando l’abbondanza di zooplancton sembra inalterata
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Dagli studi  “Resistance, resilience, and functional redundancy of freshwater bacterioplankton facing agricultural stress”, e “Widespread agrochemicals differentially affect zooplankton biomass and community structure” pubblicati risettivamente su Molecular Ecology  o su Ecological Applications da due tem di ricercatori canadesi, è emerso che «L’erbicida glifosato, comunemente venduto con l’etichetta Roundup, può alterare la struttura delle comunità batteriche e zooplanctoniche naturali d’acqua dolce». In particolare, i ricercatori hanno scoperto che «Per lo zooplancton, le concentrazioni acquatiche di 0,1 mg/L di glifosato erano sufficienti a causare la perdita di diversità».

Jesse Shapiro del Groupe de Recherche Interuniversitaire en Limnologie e del Department of microbiology and Immunology della McGill University. Montreal che ha partecipato a entrambi gli studi, spiega: «Poiché il plancton costituisce il fondamento della catena alimentare negli ecosistemi di acqua dolce, è molto importante capire come le comunità di plancton rispondono ai pesticidi ampiamente utilizzati. La nostra ricerca dimostra che la struttura di queste comunità può essere compromessa anche secondo le linee guida sulla qualità dell’acqua nordamericane attualmente accettabili».

Alla McGill ricordano che «Gli studi sulla tossicità si basano spesso su test di laboratorio con una singola specie, ignorando la possibile influenza di molti fattori ambientali e interazioni tra specie sulle risposte della comunità agli inquinanti». Per ottenere una migliore comprensione degli effetti delle sostanze chimiche sugli organismi planctonici presenti in natura, nei nuovi studi i ricercatori hanno utilizzato una serie di stagni sperimentali da 1.000 litri pieni di acqua di lago. Poi hanno registrato le risposte della comunità di batteri, alghe e zooplancton alla presenza, singola e congiunta, di tre sostanze chimiche comunemente utilizzate dagli agricoltori di tutto il mondo: il glifosato (Roundup, utilizzato per controllare le erbe infestanti, in particolare nei campi di mais e soia), l’insetticida neonicotinoide imidacloprid (utilizzato per controllare gli insetti perforanti) e fertilizzanti nutrienti.

Andrew Gonzalez, che insegna biologia e conservazione della biodiversità alla McGill e che ha partecipato a entrambi gli studi, sottolinea: «Abbiamo scoperto che quando abbiamo applicato i pesticidi e i fertilizzanti da soli e in combinazione, a un’ampia gamma di concentrazioni, tra i prodotti agrochimici il glifosato era il motore più influente della struttura della comunità»

I ricercatori fanno notare che la contaminazione da glifosato ha colpito in modo diverso i batteri d’acqua dolce e lo zooplancton: «Le comunità batteriche sono state inizialmente colpite da alte concentrazioni di glifosato, ma possono riprendersi da questo stress in pochi giorni».

Naila Barbosa da Costa, dell’Université de Montréal e principale autrice dello studio pubblicato su Molecular Ecology  ha detto: «Riteniamo che siano stati in grado di riprendersi perché provenivano da un lago incontaminato e la comunità iniziale era abbastanza diversificata da “ammortizzare” un impatto così grande. Non sappiamo se le comunità batteriche di ecosistemi meno diversificati sarebbero in grado di far fronte allo stesso modo a una forte contaminazione».

Alla prima esposizione al glifosato, l’abbondanza e la diversità della comunità di zooplancton sono diminuite rapidamente. Successivamente, l’abbondanza totale di zooplancton si è ripresa in meno di 3 settimane, ma il numero di specie (e quindi la diversità) è rimasto basso, specialmente negli stagni altamente contaminati. Questo perché l’applicazione del glifosato ha eliminato le specie sensibili, permettendo alle poche specie tolleranti di prendere il sopravvento e proliferare.

La principale autrice dello studio pubblicato su Ecological Applications, Marie-Pier Hébert, del Department of biology della McGill University, conclude: «La perdita di specie di lunga durata e i cambiamenti compositivi hanno chiare implicazioni per il funzionamento e la stabilità degli ecosistemi di acqua dolce, anche quando l’abbondanza di zooplancton sembra inalterata. Il modo in cui gli effetti della cascata di glifosato attraverso gli ecosistemi di acqua dolce influenzano la loro salute a lungo termine merita molto più studio».

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