Il Turkmenistan spegnerà il gas che brucia da 50 anni nella “porta dell’inferno”

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Il Turkmenistan spegnerà il gas che brucia da 50 anni nella “porta dell’inferno”

L’innesco del fuoco nel cratere forse fu un errore di trivellazione sovietico
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Il presidente del Turkmenistan ha ordinato che vengano spente le fiamme, alimentate da gas naturale, che da oltre 50 anni bruciano in un cratere remoto nel deserto del Karakum, che la vulgata comune attribuisce a un errore di trivellazione risalente al 1971, in era sovietica.

Il cratere di Darvaza, che è diventato nei decenni meta dei pochi turisti che visitano la repubblica centroasiatica, è stato ribattezzato la “Porta dell’inferno” per il fuoco apparentemente inestinguibile

 Il presidente turkmeno, Gurbanguly Berdymukhamedov, ha ordinato che si trovi una soluzione per estinguere lo spettacolare fenomeno, dopo alcuni tentativi andati a vuoto a partire dal 2010. La richiesta è dettata da ragioni ambientali, di salute e di salvaguardia dei giacimenti di gas naturale del Paese ex sovietico: “Perdiamo risorse preziose dalle quali potremmo trarre sostanziosi profitti da impiegare per il benessere della popolazione”, ha dichiarato il presidente in televisione.
    Il cratere è stato ispezionato a fondo nel 2013 dall’esploratore canadese George Kourounis, che non riuscì a trovarne la causa. Benché molti credano che si tratti di un errore di trivellazione del 1971, alcuni sono inclini a ritenere che il cratere si sia formato negli anni ’60 e che le fiamme si siano innescate non prima degli anni ’80
   

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