In Sardegna milioni di cavallette distruggono le coltivazioni: a rischio 25mila ettari

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In Sardegna milioni di cavallette distruggono le coltivazioni: a rischio 25mila ettari

Coldiretti: «Catastrofe biologica, con l’arrivo del caldo si moltiplicherà la schiusura delle uova e il numero delle cavallette»
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A due anni dall’ultima “invasione biblica” delle cavallette in Sardegna, che a luglio 2020 avevano devastato 13mila ettari di colture sull’isola, oggi il territorio a rischio è raddoppiato a 25mila ettari, secondo le stime fornite dalla Coldiretti.

«Sciami di milioni di cavallette stanno divorando i raccolti delle campagne della provincia di Nuoro, da Noragugume a Bolotana, e poi Illorai, Olzai, Teti, Sarule, Sedilo, fino alla confinante Barbagia di Nuoro, a Ottana, nella cui piana si trova probabilmente l’epicentro dell’invasione», spiegano gli agricoltori che parlano di «catastrofe biologica».

Ancora una volta è la crisi climatica in corso a favorire questa piaga, che si è concretizzata dopo un inverno mite e precipitazioni praticamente dimezzate. Un rischio noto di cui non è si è tenuto adeguatamente di conto secondo Coldiretti, che aveva proposto come soluzione «una lavorazione dei terreni superficiale, operazione che sarebbe già sufficiente a distruggere una grande parte delle uova. Infatti le cavallette depongono le uovo a giugno, preferibilmente nei terreni incolti e per rimuoverle, suggerisce uno studio dell’Università di Sassari, non occorre un’aratura profonda ma basta smuovere la terra superficialmente. È invece considerato obsoleto ed inefficace l’impiego di prodotti chimici – sottolineano gli agricoltori – Si sta studiando l’impiego di specifici insetti anti-cavallette che si nutrono delle uova e di particolari funghi che attaccano le larve, mentre si lavora ad una app per segnalare tempestivamente la presenza delle locuste nei campi. Anche perché con l’arrivo del caldo si moltiplicherà la schiusura delle uova e il numero delle cavallette».

È evidente dunque che parte della soluzione (strutturale) al problema sta nel portare avanti con maggiore convinzione la lotta alla crisi climatica, cosa che il nostro Paese non sta facendo da molti anni. L’Italia fa infatti registrare un primato negativo, dato che rispetto al 1880 la temperatura media è aumentata di quasi 2,4°C, oltre il doppio più velocemente rispetto alla media mondiale, che si ferma intorno a +1°C.

Nonostante l’andamento delle temperature, negli ultimi anni il nostro Paese ha rallentato moltissimo il taglio delle emissioni (fra il 2014 e il 2021 le emissioni si sono ridotte solo del 3%), e allo stesso modo tra il 2015 e il 2019 le fonti rinnovabili sono cresciute solo del 3% in Italia, a fronte di una media Ue del 13%.

Nell’immediato, invece, ormai c’è poco da fare: «L’unica arma efficace per contrastare l’invasione delle cavallette è del tutto biologica con i predatori naturali – argomentano dalla Coldiretti –,  come gli uccelli, che potrebbero aiutare a contenere le popolazioni di locuste che dalle terre incolte, abbandonate a causa della crisi delle campagne per i prezzi dei prodotti agricoli sotto i costi di produzione, partono all’assalto dei raccolti devastando tutto quello che trovano sul loro cammino».

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