Quanti pericoli legati al Sole: la lezione della costellazione Starlink

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Quanti pericoli legati al Sole: la lezione della costellazione Starlink

Uno dei rischi naturali a cui è esposto il nostro pianeta è quello inerente agli eventi di Space Weather. Questi eventi possono avere un impatto sostanziale sulla società civile, sul commercio, sulla sicurezza, sulle comunicazioni, sul corretto funzionamento delle infrastrutture a terra, dei satelliti e sulla vita stessa degli astronauti in missione. E non è necessario che siano eventi estremamente violenti per avere un impatto importante sulla nostra società.
di Fabio Giannattasio
INGVAMBIENTE

Il tema dei rischi naturali a cui è esposto il nostro pianeta legato all’attività solare non è trascurabile. E’ argomento di studio di una nuova disciplina della Fisica, lo Space Weather. Gli eventi di Space Weather possono avere un impatto sostanziale sulla società civile, sul commercio, sulla sicurezza, sulle comunicazioni, sul corretto funzionamento delle infrastrutture a terra (ad esempio reti elettriche, oleodotti, ecc.), dei satelliti e, non da ultimo, sulla vita degli astronauti in missione.

Anche eventi non particolarmente rilevanti possono avere un impatto importante sulla nostra vita e in particolare sulla nostra tecnologia. Ne è un esempio il caso dei danni subiti l’anno scorso dalla costellazione Starlink.

La flotta degli Starlink

Il 3 Febbraio 2022 un razzo Falcon 9 posizionò 49 satelliti Starlink su un’orbita iniziale ad una quota di circa 210 km sulla superficie terrestre. 

Starlink è una costellazione di satelliti attualmente in costruzione dal produttore privato aerospaziale americano SpaceX di Elon Musk, per l’accesso a internet satellitare globale in banda larga a bassa latenza.

I 60 satelliti Starlink in formazione poco prima del dispiegamento, durante il lancio del 24 maggio 2019.

Il giorno successivo al lancio, ben 38 satelliti della costellazione furono distrutti prima di essere innalzati alla loro orbita definitiva, causando un danno economico stimato di diverse decine di milioni di dollari

Il drag atmosferico 

Seppur rarefatta, l’atmosfera superiore tra 100 e 600 km, dove volano i satelliti in orbita bassa, “ostacola” il volo dei satelliti opponendo quello che viene tecnicamente definito drag atmosferico. Minore l’altezza dal suolo terrestre, maggiore il drag sperimentato dai satelliti. Ciò comporta la necessità di consumare carburante per correggere la traiettoria dei satelliti per far sì che essi mantengano la stessa orbita, e quindi la stessa quota, rispetto al suolo terrestre. Ma un maggior consumo di carburante implica operare una scelta: o aumentare il carico e il costo della missione in modo da garantire la quantità di carburante necessaria ad effettuare tutte le manovre (previste e non), o diminuire la durata della missione.

Cosa è successo agli Starlink?

Un recente studio ha fatto luce su quanto avvenuto in quei primi giorni di Febbraio 2022. Nell’arco di tempo che comprende il lancio della costellazione di satelliti Starlink e la messa in operazione delle prime manovre, si sono susseguite due tempeste geomagnetiche di piccola entità tra il 3 e il 4 Febbraio in seguito all’impatto di due Coronal Mass Ejections espulse dal Sole. Tra gli effetti che le tempeste geomagnetiche possono avere sull’ambiente circumterrestre c’è quello di  innescare il riscaldamento e quindi l’espansione dell’atmosfera. In questo modo si espande anche la regione in cui i satelliti risentirebbero del drag atmosferico.

In questo caso la prima fase delle operazioni della costellazione Starlink prevedeva l’inserimento in orbita dei satelliti ad una quota iniziale di 210 km. Questo passaggio aveva uno scopo ben preciso: una volta testati gli strumenti di bordo, i satelliti giudicati malfunzionanti sarebbero stati facilmente fatti decadere proprio sfruttando il drag atmosferico, che a questa bassa quota è piuttosto significativo.

Quello che è accaduto (e che non era stato previsto) è che le tempeste geomagnetiche hanno provocato un aumento della densità atmosferica globale di circa il 23% rispetto al giorno precedente, che ha fatto sì che si raggiungesse un aumento del drag di circa il 50%L’ARTICOLO CONTINUA QUI

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