Gli effetti delle ondate di caldo sulla biodiversità

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Gli effetti delle ondate di caldo sulla biodiversità

NeI Regno Unito i pesci soffocano per il caldo, ma soffrono anche insetti e piante
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Giugno 2023 è stato il più caldo mai registrato nel Regno unito: Secondo il Met Office, la temperatura media a giugno è stata di 15,8° C, la più alta registrata dal 1884, e 0,9°C sopra il record precedente. Nel Devon, in Cornovaglia e in alcune parti del sud-est dell’Inghilterra ci sono già divieti e limitazioni per alcuni utilizzi dell’acqua, ma per Water UK i fiumi e bacini idrici, che forniscono gran parte dell’acqua potabile del Regno Unito, sono in una situazione migliore rispetto allo stesso periodo del 2022. Però è probabile che il clima secco abbia un impatto sulle riserve idriche e, se il caldo record continua, le scorte potrebbero esaurirsi rapidamente. Per questo  Water UK esorta famiglie e imprese a «Continuare a risparmiare acqua per aiutare a salvaguardarsi da potenziali future condizioni di siccità».

Il Wildlife Trusts ha sottolineato che «La natura viene colpita da condizioni meteorologiche estreme senza possibilità di riprendersi» e ha denunciato che «Il caldo di giugno ha causato morti senza precedenti di pesci nei fiumi e problemi per insetti e piante».

Mark Owen, dell’Angling Trust , ha detto a BBC News che «Le notizie sul numero di incidenti di morte di pesci nei fiumi per questo periodo dell’anno sono state senza precedenti. Normalmente mi aspetto che i fiumi vengano colpiti più tardi in estate, quando fa più caldo e secco. In un caso, trote di mare (forme anadrome di trota fario, ndr) sono state trovate morte sul fiume Wear, nel nord-est dell’Inghilterra». L’ Environment Agency UK ha dichiarato di aver ricevuto più segnalazioni di pesci morti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Ali Morse, water policy manager. del Wildlife Trusts, aggiunge che «Molte piante da fiore, comprese le orchidee, appassiscono con le alte temperature, il che significa che insetti come api e farfalle che si nutrono di nettare e polline avranno meno da mangiare. Le specie con una vita breve sono particolarmente colpite. Molte farfalle sono adulte solo per un breve periodo e se non possono accedere al cibo in quel periodo, la popolazione viene bloccata. Questi impatti sono ancora più sorprendenti se si considera la primavera umida e fredda che abbiamo avuto e sono anticipati rispetto all’anno scorso. Ogni mese sembra essere l’evento più caldo, il più secco, il più piovoso o qualsiasi altro evento da record. Se abbiamo un evento di inquinamento una tantum o un incendio, di solito c’è tempo per la natura di riprendersi, ma ora sembra essere continuamente martellata da condizioni meteorologiche estreme».

Gli impatti ambientali del giugno più caldo mai registrato nel Regno Unito sono stati commentati con una nota congiunta anche li scienziati dell’niversità di Exeter, che ha un team di oltre 1.500 esperti di ambiente e clima.

Richard ffrench-Constant , del Center for Ecology and Conservation del Penryn Campus di Exeter in Cornovaglia, ha sottolineato che «Proprio come noi, i pesci hanno bisogno di ossigeno, ma l’acqua calda trattiene meno ossigeno. Questo significa che non solo i pesci si trovano ad affrontare un cocktail di liquami, fertilizzanti e prodotti farmaceutici – in fiumi già privi di piante ossigenanti – ma ora stanno davvero soffocando per il caldo. Il giugno più caldo mai registrato è stato stranamente quieto per gli insetti. Quindi, la fioritura di biancospino è stata fantastica ma completamente priva di insetti. Ora che è luglio, gli insetti si riprendono. Sospetto che gli insetti in specifici stadi di vita (ad esempio i bruchi) siano molto vulnerabili alla siccità. Anche se il “June gap“ (il divario tra le specie precoci e tardive) è ben noto nelle farfalle, quest’anno giugno è stato tranquillo per tutti i gruppi di insetti. Anche la persistente alta pressione sul Regno Unito potrebbe aver contribuito, in quanto avrebbe potuto bloccare il consueto afflusso di sirfidi e  dei consueti insetti migratori provenienti dal continente. Ci aspettiamo che un basso numero di insetti a giugno influisca direttamente sul successo della nidificazione degli uccelli, poiché questa è la fase in cui nutrono attivamente i giovani».

Richard Brazier , co-direttore del Center for Resilience in Environment, Water and Waste (CREWW) di Exter, ha ricordato che «Nell’ultimo decennio, abbiamo assistito a 6 degli anni più caldi mai registrati e non è un caso che abbiamo assistito anche ad anni di siccità, sia quest’anno che l’anno scorso. Se le temperature raggiungono regolarmente i 30 gradi, non è solo la siccità a causare problemi. Per un certo numero di piante e animali, compresi gli esseri umani ovviamente, lo stress da caldo sarà probabilmente più significativo della mancanza di acqua».

Brazier ha spiegato anche quali siano le specie animali colpite maggiormente da queste ondate di caldo: «Ne soffriranno La maggior parte delle specie che non sono mobili e non possono cercare rifugio dal caldo in eccesso, specialmente le specie acquatiche che esauriscono l’acqua: pensate agli anfibi come le rane i cui stagni si prosciugano. Periranno ma soffriranno anche tutte le specie che li mangiano. Questo problema, in cui la base della piramide alimentare viene rimossa dal caldo in eccesso o dalla mancanza di acqua, è forse più significativo delle temperature dell’aria o del disagio diretto causato dal caldo».

Ma ci sono anche i rischi per le piante Brazier ha evidenziato che «La maggior parte delle piante delle aree temperate non si adatta bene al caldo eccessivo o alla siccità prolungata. “Vedremo molte specie arboree perdere le foglie prima del normale e, nel peggiore dei casi, soccombere a malattie o parassiti poiché sono meno resistenti a entrambi quando sono stressate dalla mancanza di acqua. Naturalmente, alcune specie potrebbero prosperare: le specie legnose con radici più profonde si comportano meglio di quelle erbacee con radici poco profonde. Il problema che hanno le piante è che non possono muoversi per rispondere ai cambiamenti climatici, quindi quelle specie che si comportano bene nei climi più caldi e secchi domineranno, ad esempio le querce, mentre quegli alberi con radici poco profonde come il faggio potrebbero avere difficoltà».

Ilya Maclean dell’Environment and Sustainability Institute di Exeter, avverte che «La maggior parte della fauna selvatica nel Regno Unito si è ben adattata alle condizioni climatiche che abbiamo sperimentato storicamente. Tuttavia, negli ultimi anni stiamo assistendo sempre più a condizioni che non hanno precedenti storici recenti, il che rappresenta una sfida significativa per la fauna selvatica. In casi estremi, le specie possono letteralmente morire di stress da caldo. Alcuni animali e piante non possono semplicemente resistere a temperature estreme e di conseguenza muoiono. In casi meno estremi, le condizioni calde e secche costringono gli animali a compiere azioni evasive, ad esempio cercando condizioni ombreggiate. Tuttavia, questo interrompe i loro normali schemi di alimentazione e del comportamento riproduttivo, con implicazioni a lungo termine per la loro sopravvivenza».

La Morse conclude: «Le persone possono fare la loro parte nell’aiutare la natura a resistere agli impatti del caldo estremo con piccole e semplici azioni- Una ciotola d’acqua in giardino o in un cortile può fornire acqua per ricci assetati, api e farfalle. E l’erba lascita crescere più lunga è più resistente nei climi più caldi e offre alle specie l’habitat tanto necessario in cui vivere, quindi suggerisco di lasciare che anche piccole aree di prato crescano più alte»

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