Campi Flegrei: definita la zona d’intervento bradisismo, ma l’allerta non cambia

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Campi Flegrei: definita la zona d’intervento bradisismo, ma l’allerta non cambia

In una riunione con i sindaci dell’area è stata presentata la nuova zona d’intervento relativa al rischio bradisismo, ma allo stato attuale non si è ritenuto necessario innalzare il livello di allerta oltre il giallo
di Anna Rita Longo
www.lescienze.it

Nella giornata di mercoledì 7 novembre, il ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci ha incontrato i sindaci dei comuni dell’area dei Campi Flegrei per riferire sull’avvenuta definizione della “zona d’intervento bradisismo” e, contestualmente, fare il punto sulla gestione della situazione in atto, in base a quanto emerso dai dati forniti dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV). Nell’ambito della Commissione ambiente della Camera, il ministro aveva già riferito che la Commissione grandi rischi sottolineava la necessità di essere pronti a passare rapidamente verso un livello di allerta superiore all’attuale giallo, qualora ce ne fosse il bisogno.

Un rallentamento della crescita
Per comprendere bene quali siano le ragioni scientifiche alla base di questo avvertimento e capire come vada interpretato, abbiamo chiesto il parere di Giovanni Macedonio, geofisico, vulcanologo nonché dirigente di ricerca all’Osservatorio vesuviano dell’INGV di Napoli, che ricapitola la questione relativa al bradisismo:

“Come abbiamo già avuto modo di sottolineare – ci ha detto – negli ultimi mesi la zona dei Campi Flegrei sta attraversando una fase di aumento dell’attività sismica. Tenendo conto dell’andamento generale che mostra un trend di crescita, la Commissione grandi rischi ha ritenuto, quindi, di non poter escludere un futuro passaggio a uno stato di allerta arancione, che, però, per il momento non si è verificato. Nell’ambito di questa tendenza generale caratterizzata dalla crescita, possiamo, però, notare come i dati mettano in evidenza che, nelle ultime due settimane, si sia verificato un rallentamento. Non si parla, quindi, per il momento di una fase di decrescita dell’attività sismica, ma solo di una decelerazione: la curva sta, quindi, salendo più lentamente.”

Cosa è possibile aspettarsi per il futuro? “Al momento – aggiunge l’esperto – non possiamo ancora dire se si tratti di un rallentamento stabile. Questo potrà essere accertato solo nelle settimane successive, perché per comprendere bene l’andamento di una curva può servire anche un mese. Sebbene al momento non si sia evidenziata la necessità di cambiare lo stato di allerta e sia stato confermato il livello giallo, essere pronti a svolgere tutte le operazioni che caratterizzano i livelli successivi rimane importante, come ben sottolineato dalla Commissione grandi rischi.”

La gestione del territorio
Quali sono, nel concreto, i riflessi di questa situazione per gli amministratori locali? Per comprenderlo abbiamo sentito i sindaci di due comuni dell’area flegrea, raggiunti di ritorno dal punto fatto con il ministro.

Sottolinea Luigi Manzoni, sindaco di Pozzuoli: “In seguito all’incontro con il ministro Musumeci, non c’è un effettivo cambiamento nella gestione del territorio, perché il livello di allerta non è stato modificato. Naturalmente prevediamo di intensificare e velocizzare le attività comprese all’interno del decreto legge in vigore. Quanto alle priorità da affrontare, sottolineiamo l’importanza, per quel che riguarda gli edifici privati dei quali sia stata evidenziata la vulnerabilità, di individuare al più presto le corrette misure per superare le criticità che ne conseguirebbero. Un’altra priorità importantissima è quella relativa all’apertura della nuova via di fuga, ovvero il tunnel, ora completo, che collega la tangenziale al porto.”

“Con questo incontro, – conferma anche Josi Gerardo Della Ragione, sindaco di Bacoli – abbiamo la certezza sul piano istituzionale, corroborata dai dati scientifici, che la zona dei Campi Flegrei resta al livello di allerta gialla. Come definito dall’Osservatorio vesuviano dell’INGV, la situazione relativa al bradisismo, nelle ultime due settimane, sta rallentando, perché c’è una diminuzione dell’attività sismica e dell’innalzamento del suolo.” Sul piano pratico, si conferma l’importanza di restare vigili e pronti. “Ovviamente – continua Della Ragione – è necessario proseguire con il monitoraggio e l’attenzione, oltre che con gli studi di vulnerabilità relativi agli edifici, le prove di attuazione del piano di evacuazione e tutto ciò che consente di essere pronti a gestire un’eventuale emergenza. Questo, però, non comporta lo sconfinamento nell’allarmismo che ha caratterizzato l’ultima settimana. La definizione di uno stato di allerta arancione avrebbe delineato una situazione economica e sociale difficile, simile a quella della fase dell’emergenza legata alla pandemia da COVID.”

La definizione della zona d’intervento
Gli amministratori locali accolgono anche con favore la definizione della “zona d’intervento bradisismo”. Osserva, infatti, Della Ragione: “Oggi per la prima volta nella storia è stata definita l’area bradisismica, che comprende una parte del Comune di Bacoli, una parte del Comune di Pozzuoli e le frazioni flegree della Città metropolitana di Napoli; si tratta di un’area abitata da 85.000 persone, con un numero di abitazioni e strutture pari a 15.000. Sulla base di questa perimetrazione ora possiamo avviare le procedure per applicare il decreto legge e fruire dei finanziamenti utili per provvedimenti importanti come le assunzioni di personale, gli studi di vulnerabilità sismica, gli interventi sugli edifici privati e pubblici, le prove di evacuazione e soprattutto per perfezionare le vie di fuga, in quanto alcune tra queste non sono state neppure realizzate, sebbene previste per legge dal 1984.”

Molto rimane, infatti, da fare da questo punto di vista. Continua il sindaco: “La realizzazione delle vie di fuga è, a nostro avviso, la principale priorità. Mi riferisco in particolar modo alla strada che da Torregaveta porta alla tangenziale e a quella che da Cuma porta alla tangenziale, che non sono state realizzate e che sarebbero al servizio di una comunità di oltre 40.000 persone di Bacoli e Monte di Procida. Un’altra priorità è lo studio di vulnerabilità che darebbe ai cittadini e agli amministratori pubblici la possibilità di fare interventi di consolidamento nel caso in cui se ne evidenziasse la necessità; aggiungo, inoltre, gli interventi di consolidamento dei costoni e di tutto ciò che viene sollecitato dalle scosse. Questi sono senza dubbio i temi su cui concentreremo la nostra azione, facendo anche in modo di accelerare i tempi.”

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