Il 16,1% d’Europa è minacciato dalla siccità, e in inverno il Mediterraneo ha già sete

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Il 16,1% d’Europa è minacciato dalla siccità, e in inverno il Mediterraneo ha già sete

Anbi: «Si stanno delineando le condizioni per un’altra estate d’emergenza idrica, con gravi ripercussioni soprattutto per l’economia agricola». In Sicilia situazione critica, che si sta ampliando al resto d’Italia
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L’Osservatorio europeo sulla siccità mostra ampie zone del bacino mediterraneo dove, nonostante sia ancora inverno, l’acqua manca già.

Si parla del 16,1% del territorio europeo in condizione di allarme (warning, umidità del suolo in deficit) a causa della siccità, e dell’1,2% che è già in piena allerta (alert, vegetazione in condizioni di stress), con la Sicilia purtroppo sugli scudi.

Ma la siccità si sta rapidamente ampliando in altre aree del Paese, come documenta l’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche, prodotto dall’associazione che riunisce i Consorzi di bonifica italiani.

Se Sicilia e Sardegna stanno già facendo i conti con limitazioni nell’uso agricolo della risorsa idrica, le temperature eccezionalmente alte, la scarsità di precipitazioni e l’assenza di neve lungo la dorsale appenninica stanno velocemente disegnando uno stato di grave sofferenza idrica anche al centro e al nord.

«È necessario attivare da subito le cabine di regia fra tutti i soggetti interessati per gestire al meglio, nel rispetto delle priorità di legge, le risorse disponibili», dichiara il dg dell’Anbi, Massimo Gargano.

In Sardegna i bacini sono riempiti per la metà e rispetto all’anno scorso mancano 440 mln di mc d’acqua, con un deficit del 32% rispetto alla media; in Basilicata gli invasi contengono il 40% dell’acqua in meno rispetto al 2023, mentre in Puglia siamo a -44%; nel Lazio, il Tevere mostra una portata dimezzata e a Roma da inizio anno è piovuto il 72% in meno rispetto alla media; non va meglio in Toscana, dove le portate dei fiumi sono tutte ampiamente in deficit (Serchio -34%, Sieve -31%, Arno -36%, Ombrone -14%); in Liguria non c’è praticamente neve e i livelli dei fiumi stanno rapidamente calando, soprattutto quelli di Entella e Magra; in Emilia-Romagna tutti i fiumi sono in secca; in Lombardia i laghi registrano -14,2% d’acqua – comunque abbondante, per il momento – e in quota manca il 35% della neve; in Piemonte a gennaio è piovuto il 25% in meno.

Ad ora si salva pressoché solo il nord-est, con le precipitazioni di gennaio che in Veneto sono state superiori del 40% alla media; lo spessore nevoso è basso ma nella norma, così come i livelli di falda. Man mano che l’estate si avvicina, le condizioni potranno però peggiorare rapidamente.

«Si stanno delineando le condizioni per un’altra estate d’emergenza idrica con gravi ripercussioni soprattutto per l’economia agricola», sottolinea il presidente Anbi Francesco Vincenzi, nonostante buona parte degli agricoltori – che in Italia consumano il 55% dell’acqua – stia protestando paradossalmente contro le politiche climatiche dell’Ue.

Il commissario della Cabina di regia contro la siccità, Nicola Dell’Acqua, ha fatto presenti tre priorità d’azione e nei giorni scorsi è tornato a rimarcare che l’Italia sta diventando «un Paese povero d’acqua», ma per la maggioranza di governo cavalcare la protesta degli agricoltori sembra più importante che trovare le necessarie soluzioni.

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