I cerchi nella sabbia potrebbero essere tra le prime opere d’arte di nostri antichissimi antenati

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I cerchi nella sabbia potrebbero essere tra le prime opere d’arte di nostri antichissimi antenati

Diverse ricerche sulla costa meridionale del Sudafrica hanno documentato la presenza di archi e cerchi fossilizzati prodotti per raschiatura sulla sabbia. In alcuni casi potrebbe trattarsi di antiche e primitive forme di espressione artistica mutuate da fenomeni naturali
di Charles Helm e Jan Carlo De Vynck / The Conversation
www.lescienze.it

Se vi è capitato di camminare sulle dune dopo che le condizioni di vento si sono stabilizzate, potreste aver avuto il privilegio di riconoscere una delle meraviglie della natura: i cerchi nella sabbia. Si tratta di strutture che si formano quando l’estremità di un oggetto legato viene fatta ruotare passivamente sul sedimento circostante. In altre parole, una fragile fronda o un filo d’erba radicato al terreno si fletterà nel vento e la sua estremità libera descriverà un cerchio perfetto o un arco perfetto che ha come centro il punto in cui la pianta è radicata.

La prima descrizione formale dei cerchi nella sabbia risale al 1886. Nel 2018 è stato pubblicato una dettagliata descrizione delle loro presenze nella documentazione geologica mondiale.

Durante le indagini in corso del nostro gruppo su tracce fossili sulla costa del Capo in Sudafrica, ci siamo resi conto che le superfici del Pliocene e del Pleistocene che stavamo studiando, risalenti a ben tre milioni di anni fa, fornivano prove sostanziali di cerchi e archi nella sabbia. Queste prove includevano diversi fenomeni che non erano stati osservati in precedenza.

Un fenomeno di arco nella sabbia sulla costa di Cape South, in Sudafrica, prodotto da Thinopyrum distichum (Poaceae) (© Helm CW et al./CC BY 4.0 Deed)

Dopo ulteriori indagini abbiamo pubblicato i nostri risultati. Siamo particolarmente entusiasti di due risultati chiave.

In primo luogo, l’arco di tempo in cui in precedenza erano stati identificati cerchi o archi nella sabbia andava da circa 600 milioni a 60 milioni di anni fa. Quelli che abbiamo scoperto possono avere anche solo 100.000 anni, il che li rende gli esempi più recenti finora identificati nella documentazione geologica e ne estende sostanzialmente l’età.

In un caso abbiamo persino potuto identificare il probabile tipo di pianta (una specie di carice) responsabile della creazione dell’elemento circolare. Abbiamo anche documentato i primi casi di archi di sabbia in pareti rocciose verticali, perpendicolari alle superfici del piano di letto, come mostrato in questo video di Andre van Tonder.

Archi erosi in esposizioni verticali risalenti al Pleistocene scoperti a Still Bay, in Sudafrica, prodotti  da Tetragonia decumbens (Aizoiaceae) (©Andre Van Tonder/CC BY 4.0 Deed)

In secondo luogo, sembrano esserci due possibili spiegazioni per i motivi circolari con depressioni centrali nei depositi pleistocenici della costa del Capo. Una è il tipico cerchio o arco descritto sopra, prodotto da una pianta. La seconda è un ammoglifo, un disegno realizzato da ominini ancestrali nella sabbia, che ora è evidente e interpretabile in un tipo di roccia noto come eolianite.

Si ipotizza che il primo tipo possa aver ispirato il secondo e che gli esseri umani ancestrali abbiano visto queste forme circolari perfette e abbiano trovato modi innovativi per imitarle. Se la nostra ipotesi è corretta, si tratterebbe di una delle più antiche testimonianze conosciute di arte preistorica (forme d’arte realmente antiche e primitive).

Cerchi nella sabbia
Sappiamo già che la costa meridionale del Capo è uno dei luoghi in cui sono state create alcune delle prime forme di arte preistorica conosciute, in siti come Blombos CavePinnacle Point e tramite gli ammoglifi che abbiamo descritto in precedenza.

L’ammoglifo più antico che abbiamo datato con una tecnica chiamata luminescenza stimolata otticamente (optically stimulated luminescence) ha circa 139.000 anni. Sembra probabile che la sabbia abbia costituito la tela originale per i primi artisti, poiché disegnare su di essa sarebbe stato molto più facile e veloce che incidere o disegnare su pareti rocciose, alberi, ossa o conchiglie.

Immagine fotogrammetrica 3D di archi di sabbia su una superficie della Formazione Wankoe in Sudafrica; le scale orizzontali e verticali sono in metri (© Helm CW et al./CC BY 4.0 Deed)

C’è un precedente che dimostra in che modo gli astuti esseri umani ancestrali fossero estremamente consapevoli del loro ambiente e imitassero ciò che incontravano. È stato suggerito che l’ocra (un tipo di terra pigmentata) utilizzata per la decorazione del corpo potrebbe essere nata dall’osservazione dell’avvoltoio barbuto, o gipeto (Gypaetos barbatus), che si bagnava nell’ocra e ricopriva le sue piume di pigmento rosso. Si tratterebbe di un esempio di bio-mimetismo: l’essere umano copia ciò che vede nel mondo che lo circonda.

Cerchi nella sabbia, con chiare prove di come si sono formati, sarebbero stati presenti sulle superfici delle dune del Pleistocene su quella che oggi è la costa meridionale del Capo. Si ipotizza che gli esseri umani ancestrali abbiano notato queste forme circolari perfette, ne abbiano dedotto l’origine e abbiano capito che potevano provare a replicarle nella sabbia. Questo può essere fatto ancorando un’estremità di un bastone nella sabbia e poi facendolo ruotare, descrivendo così un cerchio con l’altra estremità. È un comportamento di cui abbiamo scritto in una precedente ricerca sugli ammoglifi. Questa naturale curiosità per i cerchi e la loro riproduzione si è ripetuta nell’arte attraverso i secoli.

Un’origine umana
L’uso di bastoncini nel modo descritto non è l’unico metodo per disegnare cerchi nella sabbia. Ci si può anche inginocchiare, appoggiare il gomito sulla sabbia e ruotare l’avambraccio con il dito per tracciare un arco. Tuttavia, non è detto che il risultato sia un arco perfetto: la flessione o l’estensione del polso influirebbe sulla simmetria.

Abbiamo scoperto un disegno sulla costa della Riserva naturale di De Hoop (che chiamiamo l’ammoglifo di De Hoop) che suggerisce questo meccanismo di produzione, successivamente rafforzato dagli esperimenti del nostro gruppo sulla sabbia. In effetti, l’imperfezione dell’arco è una delle caratteristiche che ne avvalorano l’origine umana – i cerchi da graffio realizzati dalle piante sono molto più perfetti, così come la tecnica del bastone biforcuto. Possiamo stimare la lunghezza dell’avambraccio dell’artista dell’ammoglifo De Hoop, che sembra corrispondere a quella di un bambino o di un adolescente (o di un adulto molto piccolo).

È una circostanza estremamente fortunata che un’area in cui gli esseri umani hanno iniziato a pensare e a comportarsi come noi (e a creare arte nella sabbia) si trovi esattamente dove le spiagge e le dune che occupavano si sono solidificate e conservano questa testimonianza di arte preistorica in pietra. Questo ci fornisce una finestra sulle attività dei nostri antenati che non saremmo in grado di scorgere in nessun altro modo.

I cerchi nella sabbia, a quanto pare, non sono solo spettacolari di per sé, ma potrebbero anche aver messo in moto una catena di eventi che ha portato, per esempio, agli splendori della Grotta di Chauvet in Francia 34.000 anni fa e ad altri capolavori successivi. I risultati suggeriscono che la nostra capacità di osservazione, seguita dall’imitazione, ci ha forse permesso di fare un balzo in avanti e di sviluppare gli inizi di ciò che oggi conosciamo come arte.

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