Il suono dell’aurora nei cieli sull’Etna

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Il suono dell’aurora nei cieli sull’Etna

La notte tra il 10 e l’11 maggio 2024, i cieli italiani sono stati illuminati da straordinari fenomeni luminosi, visibili anche dall’Etna, creando un’atmosfera surreale e indimenticabile
di Alessandro Bonforte, Rosario Catania, Maurizio Soldani, Gianfranco Cianchini, Angelo De Santis, Roberto Maugeri, Renato Romer
tratto da INGVAMBIENTE

La notte tra il 10 e l’11 maggio 2024 è stata segnata da un evento straordinario che ha illuminato i cieli d’Italia (e di una vasta parte dell’intero pianeta) con uno spettacolo di luci raramente visto a queste latitudini.

Ai piedi dell’Etna la passeggiata notturna è stata un’esperienza davvero indimenticabile. Luci intense hanno donato all’osservatore un’atmosfera surreale, mescolandosi con il paesaggio vulcanico in una sinfonia di colori e di ombre. Il suono del vento tra le rocce laviche e la vista dell’aurora boreale hanno reso quella notte magica e indimenticabile.

Osservazioni simili sono state registrate in molte località italiane. Fenomeni luminosi di questo tipo a queste latitudini non sono spettacoli usuali. L’evento ha colto tutti di sorpresa.

Cosa ha causato i fenomeni luminosi?

Una serie di importanti espulsioni di particelle elettricamente cariche (CME – Coronal Mass Ejection) in direzione della Terra ha raggiunto il nostro pianeta a partire dalla la sera del 10 maggio generando così una intensa tempesta geomagnetica.

E noi, il team che monitora con regolarità e precisione il vulcano per catturarne ogni cambiamento, l’aurora l’abbiamo vista. E l’abbiamo anche “sentita”!

Il vulcano e il suo monitoraggio

L’Etna è uno dei vulcani più attivi al mondo e per questo motivo viene continuamente monitorato e studiato. Per questo scopo, un team di ricercatori ha installato sul basso versante meridionale.

La notte del 10 maggio una stazione della rete ha registrato delle fluttuazioni del campo magnetico terrestre (pulsazioni geomagnetiche), indipendenti dall’attività del vulcano.

L’immagine che segue è uno spettrogramma: mostra il contenuto in frequenza nel tempo del segnale registrato (figura1).

Figura 1 – Spettrogramma della registrazione del magnetometro dalle 22:00 UTC del 10.05.2024 alle 06:00 UTC del 11.05.2024. La porzione in basso è un dettaglio delle frequenze tra 0 e 4 Hz ed i numeri indicano la sequenza delle tre pulsazioni geomagnetiche

Le frequenze di oscillazione delle pulsazioni sono di pochi Hertz (al di sotto dei 2 Hz) e sono elettromagnetiche (non acustiche). Il team di esperti INGV ha tradotto questo segnale in segnale audio opportunamente accelerato (500x) per portare le frequenze a valori udibili dall’orecchio umano. E il risultato è stato riportato in un video.

Il risultato è la voce della tempesta e dello spettacolo luminoso a cui abbiamo avuto la fortuna di assistere.

La tempesta della Festa della Mamma

Ma cosa ha provocato tutto questo? Bisogna fare un salto sul Sole per capire l’origine di tutto.

Il Sole si sta avvicinando al massimo della sua attività per l’attuale ciclo solare. Questo implica la comparsa di un maggior numero di regioni attive sulla sua superficie, le cosiddette macchie solari (figura 2). Le macchie denominate AR3663 e AR3664 sono state recentemente molto attive. In particolare la seconda macchia, formatasi nell’emisfero sud del Sole, ha raggiunto dimensioni gigantesche (15 volte il diametro della Terra!), simili a quelle della macchia che, nel 1859, causò la più grande tempesta geomagnetica mai osservata dagli astronomi, meglio nota come “evento di Carrington”.

Figura 2 – Confronto tra la regione attiva che ha provocato la tempesta della Festa della mamma e quella dell’evento di Carrington. I crediti dell’immagine sono di SpaceWeather.com

I brillamenti di questi giorni hanno raggiunto un’intensità davvero ragguardevole, come quello del 9 maggio o quello del giorno 11 o ancora quello incredibilmente intenso del 14 maggio.

In particolare il brillamento del 9 maggio si è verificato quando la regione del Sole che l’ha prodotto era rivolta verso la Terra. In concomitanza è stata espulsa una bolla di particelle cariche nella nostra direzione, che ha raggiunto la Terra la sera del 10 maggio ed ha generato una tempesta geomagnetica la più intensa degli ultimi vent’anni!

Nella comunità scientifica internazionale le hanno già affibbiato un nomignolo: “Mother’s Day storm”, la tempesta della Festa della Mamma (che quest’anno ricorreva il 12 maggio).

Anche sull’Etna gli effetti della tempesta si sono visti per tutta la notte, con una emozione indescrivibile! Le particelle espulse dal Sole hanno interagito con l’atmosfera terrestre creando quei suggestivi effetti luminosi che genericamente sono indicati come aurore.

Non tutto quel che brilla è un’aurora

I fenomeni luminosi osservati sull’Etna e in gran parte dell’Italia sono stati caratterizzati da un intenso colore rosso (figura 3). Si è parlato impropriamente di aurore polari, in realtà si è trattato di un fenomeno diverso, un “arco aurorale rosso stabile“ (SAR – Stable Auroral Red arc), evento ancor più raro da osservare rispetto alle aurore.

Figura 3 – Frame del video timelapse registrato tra le 00:20/00:31 ora locale dell’Etna, del giorno 11.05.2024, dalla webcam della Stazione Paolo Lanza (Stazione di misura a microonde), puntata verso la zona sommitale del vulcano e disponibile nel canale YouTube di ERO, che ha registrato il SAR sui cieli dell’Etna

Indipendentemente dalla natura del fenomeno e dal meccanismo che lo ha generato, la notte della tempesta della Festa della Mamma ha rappresentato un incontro straordinario tra le forze del Sole e della Terra, offrendoci uno spettacolo di luci indimenticabile.

Questo evento, che forse resterà unico per chissà quanto tempo, è un promemoria sull’importanza di continuare ad osservare e studiare il nostro ambiente naturale, godendo della bellezza e della complessità del mondo in cui viviamo.

L’evento SAR della notte tra 10 e 11 maggio 2024 sui cieli di Chiaramonte Gulfi, sull’altopiano ragusano. Credits: Gianni Tumino, Posa di 10 secondi @ ISO 6.400

L’immagine di copertina è Panarea, di Emanuel Raffaele

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